http://www.nodalmolin.it/
mercoledì 16 gennaio 2013

16 gennaio, dieci buoni motivi per scendere in piazza

Mercoledì 16 gennaio alle 20.30 dal Presidio NoDalMolin FIACCOLATA. Ci sono un’infinità di buone ragioni per tornare in piazza ancora una volta. Ne abbiamo elencate 10.

(Loro le basi, noi l’alluvione: leggi l’appello per la fiaccolata cliccando qui)

1. Il 16 gennaio di sei anni fa il Presidente del Consiglio Romano Prodi – dall’estero – aveva la faccia tosta di dare il proprio consenso al progetto statunitense al DalMolin, nonostante l’espressa contrarietà di gran parte della comunità locale. E noi non ce li vogliamo dimenticare coloro che hanno permesso la devastazione del territorio vicentino.

2. Il 16 gennaio di sei anni fa migliaia di persone, appena due ore dopo l’annuncio di Romano Prodi, scendevano in piazza riempendo le strade del centro storico e occupando i binari della stazione. Noi, sei anni dopo, non abbiamo cambiato idea e non vogliamo chiudere in casa la nostra dignità.

3. Nel 2013 è prevista l’inaugurazione della nuova base militare, ormai quasi ultimata. Averla costruita non significa aver risolto i nodi posti dai vicentini sei anni fa. Il primo: non vogliamo essere complici della guerra. Nemmeno oggi.

4. Nel 2010 l’alluvione ha sconvolto Vicenza. Da allora, a ogni pioggia intensa la città vive nel terrore di essere inondata, e le zone intorno al Dal Molin sono quelle più a rischio. Esiste quantomeno una correlazione temporale tra l’avvio del cantiere e l’inizio delle criticità idrauliche del nostro territorio. Vogliamo che siano verificati i danni prodotti dalla nuova base.

5. Il Comune, dopo il licenziamento di Paolo Costa, si è impegnato ad agire in autotutela per verificare la situazione della falda acquifera e dell’equilibrio idrogeologico. Vogliamo che dalle parole nascano azioni concrete. Lo vogliamo subito, perché Vicenza non può aspettare un’altra alluvione per sapere se l’installazione statunitense centra qualcosa con l’alluvione permanente. Il comitato tecnico deve avere, quanto prima, uno spazio di lavoro all’interno del Parco della Pace e gli strumenti necessari per agire.

6. Dopo il Dal Molin, gli statunitensi vogliono costruire nuove strutture a Longare, Site Pluto. La militarizzazione del territorio alimenta se stessa e devasta nuove aree. Vogliamo rompere questo circolo vizioso e guardare al futuro costruendo la riconversione civile.

7. In un periodo di crisi, spendiamo centinaia di milioni di euro per contribuire alla presenza militare statunitense nel nostro territorio. Quei soldi sono nostri: vogliamo che siano destinati al sociale, alla scuola, a chi è senza lavoro.

8. Vicenza è la nostra città. Qui ci abitiamo; qui abbiamo le nostre famiglie, i figli vanno a scuola, abbiamo i nostri amici, le nostre occupazioni; qui passiamo il nostro tempo libero. Noi non ci rassegniamo a vivere in una città militarizzata, con soldati che si allenano per strada e basi che mettono a rischio la salute e la sicurezza.

9. In questi anni abbiamo detto democrazia e ci hanno risposto imposizione. Il fatto che abbiano fatto la voce grossa non è un buon motivo per tacere.

10. Siamo NoDalMolin, vogliamo continuare a esserlo: la nostra terra, la nostra vita, il nostro futuro, sono tutti fatti nostri.

sabato 12 gennaio 2013

top