http://www.nodalmolin.it
14 ottobre 2013

Soldati Usa in visita al Presidio

Un fatto imprevisto e imprevedibile ieri alla riunione del presidio, la prima all’aperto senza il tendone per discutere del destino di quell’area.

Verso le 15 mentre l’assemblea affronta gli aspetti tecnici su cosa fare in quei terreni ora senza protezione e come convertire la mobilitazione contro la base in una per la liberazione dalle servitù militari due figure insolite avanzano verso di noi e chiedono, in inglese, di poter partecipare... Al volo si capisce che sono due militari della vicina base: corpi robusti, capelli rasati, lineamenti tipicamente yankee e l’ordine della discussione in corso subisce un certo shock.

Per qualcuno di noi vanno immediatamente allontanati, per altri no vanno ascoltati; alla fine dopo qualche "go home" e vaffanculo prevale la linea dell’ascolto, anzi dell’interlocuzione.

Uno dei due dice che è soldato si, ma paramedico e sostiene che di persone lui non ne ha uccise ma anzi salvate...l’altro che ha degli evidenti ascessi in bocca e sputa ripetutamente per terra sta zitto ma di sicuro di vite non ne ha salvate, anzi. I due sostengono che altre volte avevano avuto l’intenzione di fermarsi e parlare ma oggi è la prima volta che ci vedono allo scoperto e quindi hanno colto l’occasione per farlo, come dire che a volte stare all’aperto provoca inconvenienti ma anche occasioni.

Chi fra noi non conosce la lingua fa delle domande e chiede il perchè di questa scelta "armata", altri chiedono se conoscono la storia del Dalmolin e la volontà dei vicentini contraria alla costuzione di quella base; alcuni di noi che la lingua la conosco meglio traducono e si creano inevitabili sovrapposizioni ma un pò alla volta i due, anche se a parlare è sempre uno solo, cercano di giustificare le ragioni per cui si sono arruolati e ammettono la volontà e le difficoltà di una loro fuoriuscita dall’esercito.

Al di là di tutto quello che emerge o che ci appare evidente è oerò il loro disagio, l’imbarazzo a giustificare il motivo per cui nel pieno della loro giovinezza si trovano in mezzo a questi campi a miglialia di miglia da casa senza sapere bene per cosa e perchè lo fanno. I due ci appaiono come l’emblema di un’America che annaspa alla ricerca di un ruolo nel mondo ma che nel farlo, come dice David Vine nel suo articolo, semina ancora morte e distuzione un pò ovunque.

top