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24 giugno 2013

Ecco le conclusioni del Consiglio esteri dell’Unione europea

Il cambiamento climatico è una sfida globale decisiva per la sicurezza mondiale

Il Consiglio dei ministri degli esteri dell’Ue ha approvato in Lussemburgo le conclusioni sulla diplomazia climatica europea che definiscono le posizioni che l’Ue terrà alla Conferenza delle parti dell’Unfccc di Varsavia.

Ecco i 9 punti approvati:

1. Il cambiamento climatico è una sfida globale decisiva che, se non gestita con urgenza, metterà a rischio non solo l’ambiente ma anche la prosperità economica, lo sviluppo e, più in generale, la stabilità e la sicurezza mondiale. La transizione verso un’economia ed una società low carbon, sicura e sostenibile, così come modelli di crescita climaticamente resilienti ed efficienti in risorse sono di fondamentale importanza in tutto il mondo. Affrontare le minacce  e i molteplici rischi del cambiamento climatico, tra i quali  potenziali conflitti e instabilità, relativi ad un accesso affidabile a cibo, acqua ed energia, richiede efficaci risposte politiche estere a livello mondiale ed europeo, come riconosciuto nell’ European Security Stratega.

2. Ricordando le conclusioni del luglio 2011 sulla diplomazia climatica Ue  e la Joint Reflection Paper dell’Alto rappresentante e della Commissione (“Verso una diplomazia climatica dell’Unione europea rinnovata e rafforzata”), il Consiglio accoglie con favore l’attuazione dei provvedimenti adottati in modo collaborativo da parte di tutti gli attori dell’Ue. Il Consiglio accoglie con favore l’attività che ha continuato a sviluppare la consapevolezza e la capacità di affrontare le dimensioni strategiche e di sicurezza dei cambiamenti climatici, anche a livello del Consiglio di sicurezza dell’Onu, e prende atto del crescente impegno degli Stati membri e dei Paesi partner in tali sforzi. Il Consiglio accoglie con favore l’ulteriore approccio integrato adottato nei confronti della diplomazia climatica dell’Ue, anche mediante il rafforzamento del ruolo del Green Diplomacy Network Ue, che sta contribuendo a rafforzare a livello internazionale la voce e gli sforzi dell’Ue nella lotta contro il cambiamento climatico.

3. Il Consiglio accoglie con favore i risultati positivi delle conferenze sul clima di Durban e Doha e riconosce che un gran numero di Paesi, tra i quali le principali economie, ma anche i Paesi a reddito medio e basso, che rappresentano tutti insieme più dell’80% delle emissioni globali, hanno nel frattempo deciso di intraprendere riduzione delle emissioni nazionali. Questo rappresenta un valido punto di partenza e dimostra che l’azione climatica sta prendendo velocità in molti Paesi. Tuttavia, il livello di ambizione odierno  è ancora lungi dall’essere sufficiente per limitare l’aumento della temperatura media globale a meno di 2° C rispetto al livello pre-industriale; recenti rapporti autorevoli dell’Ipcc e di altre istituzioni come la World Bank (“Turn Down the Heat: Why a 4°C Warmer World Must be Avoided”), dimostrano le conseguenze devastanti degli attuali trend delle emissioni, se non controllate. A tal fine, il Consiglio attende con interesse la il quinto Assessment Report dell’Ipcc.

4. Affrontare il cambiamento climatico con urgenza, attraverso misure di mitigazione e di adattamento, non è solo un imperativo ambientale, ma anche, fondamentalmente, una condizione necessaria per la pace e la sicurezza, lo sviluppo e la prosperità. Il cambiamento climatico minaccia le nostre capacità sociali e di benessere economico e finanziario e potrebbe portare a un aumento delle perdite di vite e della proprietà individuali, nonché a rischi considerevoli per lo sviluppo sostenibile. Gestire il cambiamento climatico rappresenta una sfida centrale per lo sviluppo sostenibile e deve essere tenuto in considerazione, nell’agenda  globale post-2015 che definisca un unico quadro globale e coerente da sottoporre al lavoro  dell’Unfccc.

5. Il Consiglio sottolinea che i negoziati sul clima dell’Onu sono ora entrati in una fase decisiva verso un nuovo singolo accordo globale sul clima giuridicamente vincolante, applicabile a tutti, che deve essere adottato entro il 2015 per consentirne l’entrata in vigore al più tardi entro il 2020. Il Consiglio sottolinea parimenti la necessità di portare avanti il lavoro a livello internazionale per chiudere, il più rapidamente possibile, il gap nel livello di ambizione sulla mitigazione nel periodo fino al 2020, al fine di garantire sufficienti sforzi di mitigazione da parte di tutte le parti per limitare l’aumento medio globale della temperatura a meno di 2° C rispetto al livello pre-industriale. Il tempo è breve e tutti gli sforzi dovrebbero essere impiegati a supporto di questo processo, l’Ue e i suoi Stati membri, hanno un ruolo distintivo perché i network diplomatici Ue e nazionali promuovano l’adozione da parte dei Paesi partner dei necessari quadri nazionali necessarie per un accordo mondiale ambizioso.

6. Queste sfide richiedono indubbiamente un’agenda diplomatica Ue più proattiva  e mirata a massimizzare i nostri sforzi collettivi ed a rafforzare ulteriormente la voce climatica dell’Ue a livello internazionale, pur rimanendo aperta al dialogo e alla cooperazione. Sarà necessario costruire sul successo ottenuto a Durban e Doha ed elevare il profilo della sfida climatica  nei dialoghi politici, intensificando la sensibilizzazione e l’attività di cooperazione con una vasta gamma di Paesi e stakeholder, attraverso i governi  così come all’interno del business e della società civile, sia per promuovere la conclusione di un nuovo accordo sul clima entro il 2015 che per incoraggiare un’azione progressiva ed ambiziosa da parte di tutti per ridurre le odierne emissioni globali.

7. Alla luce di queste sfide urgenti, il Consiglio riconosce la necessità di intensificare ulteriormente gli sforzi della diplomazia ambientale dell’Ue e accoglie favorevolmente le misure concrete contenute nel documento “Una diplomazia climatica dell’Ue per il 2015 e oltre” preparato congiuntamente dall’Alto rappresentante e dalla Commissione, in particolare l’idea di sviluppare una serie di strumenti per la diplomazia climatica dell’Ue, con messaggi generali e regionali e/o socio-specifici nel periodo fino al 2015 e oltre. Il Consiglio invita pertanto l’Alto Rappresentante e la Commissione, nei rispettivi ruoli e competenze, coordinando e lavorando a stretto contatto con gli Stati membri, a dispiegare la diplomazia climatica dell’Ue, come individuati nel documento di riflessione comune, in particolare attraverso iniziative congiunte che si rafforzano a vicenda in tre linee di azione. Il Consiglio sottolinea inoltre che la sicurezza energetica dovrebbe essere parte del climate outreach Ue.

8. Il Consiglio sottolinea l’importanza di inserire la diplomazia climatica nelle agende prioritarie  dell’UE e degli Stati membri e di rendere  ancora più utilizzabili i network diplomatici per promuovere gli sforzi comuni per combattere il cambiamento climatico. Il dialogo costruttivo e la cooperazione con i nostri partner al fine di mitigare le emissioni di gas serra, per passare a percorsi verdi di produzione di energia e di altre attività economiche e di adattamento ai cambiamenti climatici in maniera sensibile ai conflitti, sono tutti i compiti importanti le attività diplomatiche del XXI secolo .

9. Il Consiglio prevede di rivedere i progressi su base annua.

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