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29 Luglio 2013

Il rapido scioglimento dei ghiacci dell’Artico
di Robert Hunziker
Traduzione di Francesco D’Alessandro

 

L’Alaska costituisce una buona parte del continente Artico; e’ l’epicentro terrestre dei cambiamenti climatici, dove la sensibilita’ verso l’effetto serra globale e l’aumento delle temperature del pianeta causato dalla popolazione umana risulta molto piu’ in evidenza che nei restanti 48 stati del Sud degli Stati Uniti.

L’Alaska (con un territorio doppio delTexas) e’ coinvolta nel rapido, costante scioglimento dei ghiacci dell’Artico che determinera’ senza alcun dubbio ondate di temperature infernali e patterns meteorologici sempre piu’ disastrosi – quali ad esempio le siccita’ estreme e i successivi ,improvvisi temporali torrenziali.

Mentre l’Alaska si riscalda, con una velocita’ doppia o tripla del resto del pianeta, esistono due possibilita’ di disastri aleggianti che potrebbero avverrarsi con frequenza e intensita’ crescente: (1) il riscaldamento dell’Artico altera i flussi atmosferici, determinando siccita’ intense e prolungate come quella del 2012 – la peggiore dal 1959; (2) il riscaldamento dell’Artico determinera’ il rilascio di metano nell’atmosfera, minacciando il riscaldamento dell’intero pianeta.

Secondo il progetto dell’Universita’ di Yale sul “Climate Change Communication” all’Aprile 2013:” Circa meta’ degli Americani (49%) crede che il riscaldamento globale – se sta succedendo- sia causato principalmente dall’attivita’ umana, una diminuzione di 5 punti dall’autunno 2012, ma con livelli simili a parecchi anni prima “ (Anthony Leiserowitz, PhD, et al., Climate Change in the American Mind -American’s Global Warming Beliefs and the Attitudes in April 2013, Yale Project on Climate Change Communication e il George Mason University Center per il Climate Change Communication).

Piu’ preoccupante ancora pero’ e’ che il progetto dell’Universita’ di Yale ha anche trovato che “ Negli anni noi abbiamo verificato in maniera costante che, in media, gli Americani credono che i cambiamenti climatici rappresentino una minaccia lontana nel tempo e nello spazio- un rischio che causera’ problemi a localita’ lontane, ad altre specie viventi o a generazioni future molto di piu’ della nostra generazione e del nostro territorio”.

Questo atteggiamento di negazione dell’evidenza negli USA costituisce uno degli aspetti piu’scoraggianti della minaccia reale di un evento cataclismico che potrebbe determinare l’estinzione della specia umana. Attenzione pero’ che la minaccia non e’ piu’ solo una minaccia. Il processo e’ gia’ iniziato ed e’ nel suo stadio iniziale.

Secondo l’Artic Methane Emergency Group:” Il pianeta e’ sull’orlo di un precipizio climatico che potrebbe determinare l’estinzione  (della specie umana Ndt.) quale risultato della enorme emissione di metano che e’ attualmente intrappolato sotto il continente Artico; il processo sta accadendo in maniera velocissima attraverso tutto l’Artico, dalla Russia agli Stati Uniti.

Ben otto spedizioni scientifiche congiunte Russe-Americane nell’Artico, sotto l’egida del Centro di Ricerca Internazionale sull’Artico dell’Universita’ dell’Alaska a Fairbarks, hanno dimostrato la presenza di depositi di metano estese fino a 800 metri di diametro che sputano metano direttamente nell’atmosfera determinando concentrazioni 100 volte piu’ alte del normale. Gli scienziati Russi e Americani non hanno mai osservato niente del genere nel passato, mai emissioni cosi’ massicce. In aggiunta alle massicce emissioni da acque non profonde, dove vennero fatte piu’ di 100 misurazioni , il metano proviene anche dalle crepe nel ghiaccio nel mare aperto, lontano dalla terraferma.

Perdippiu’ le quantita’ di metano nella placca continentale sono cosi’ enormi e stupefacenti che solo l’uno o il due per cento del metano rilasciato potrebbe determinare una reazione a catena di surriscaldamento di tutto il pianeta. Lungo queste direttive, l’Artic Methane Emergency Group sta decidendo di quantificare, per la prima volta, i risultati dei cambiamenti climatici in discesa libera, che portano a ipotizzare una probabilita’ di un evento di estinzione nel pianeta terrestre. Nessuno lo sa di certo.

 

Accertamenti Nazionali

 

Gli accertamenti ufficiali del clima negli USA, il National Climate Assessment (NCA) al Gennaio 2013 – un documento di 1.000 pagine e il risultato del lavoro di piu’ di 300 scienziati governativi, che viene rilasciato ogni 4 anni- stabilisce dei legami inequivocabii tra i cambiamenti climatici e i disastri meteorologici quando afferma che:”I cambiamenti climatici stanno gia’ avendo un effetto sulle popolazioni Americane… Alcuni tipi di eventi meteorologici stanno diventando piu’ frequenti e/o intensificati come, per esempio, le ondate di caldo intenso, i temporali intensi e, in alcune regioni, le siccita’ e gli alluvioni. Il livello dei mari si sta alzando, gli oceani stanno diventando piu’ acidi e il ghiaccio dei ghiacciai del mare Artico si stanno ritirando” (Suzanne Goldenberg. “Climate Change se to Make America Hotter, Drier and More Disaster-Prone”, il Guardian, Gennaio 11, 2013).

Il rapporto del NCA, che non viene considerato documento ufficiale fino al 2014, vuol essere una guida per le giurisdizioni del governo ma non pretende di predisporre piani a lungo termine. E, il rapporto lo dice a chiare lettere, i passi fatti dall’amministrazione Obama “non si avvicinano neanche alla sufficienza” necessaria a prevenire le conseguenze disastrofiche dei cambiamenti climatici. L’America, come riportato nel rapporto del NCA, sta gia’ subendo gli effetti dei cambiamenti climatici; per esempio, il 2012 e’ stato di gran lunga l’anno piu’ arido registrato finora- “e completamente oltre tutti i limiti di aumento”. Nel Marzo 2012 l’inverno divenne estate con temperature negli 80oF, determinando la peggiore siccita’ degli ultimi 50 anni; un esempio chiarissimo degli effetti del riscaldamento dell’Artico che va a interferire con i flussi meteorologici. D’altra parte, se non fosse per l’enorme sistema acquifero e le altre risorse naturali degli USA, i raccolti avrebbero sofferto in maniera molto piu’ grave.

Lo stesso rapporto conclude che:”Il rapido ritiro del ghiaccio dei mari nell’Artico nel decennio passato, fra tutti i cambiamenti dovuti al clima, e’ probabilmente  quello piu’ impressionante.

Il Nord Est (degli USA Ndt) in particolare has un rischio molto maggiore di allagamenti lungo la costa dovuto all’aumento del livello dei mari e all’attivita’ degli uragani. Infatti New York has gia’ avuto un assaggio di cio’ che puo’ accadere. Il Nord Est e’ anche soggetto a inondazioni massicce causate dai fiumi che straripano in concomitanza a precipitazioni massicce. Tra il 1958 e il 2010, il Nord Est ha avuto un aumento del 74 percento di precipitazioni alluvionali.

Il Midwest continuera’ a subire dei pattern climatici estremi, sia che si tratti di siccita’ che di allagamenti, che risulteranno in danni significativi ai raccolti attraverso tutta l’area di produzione di frumento (il cestino del pane dell’America). L’asma, gli alluvioni, le siccita’, gli oscuramenti con perdite di elettricita’ e la scarsezza di cibo, in modo simile a quanto accade nel terzo mondo, dovrebbero essere abbastanza perche’ un governo di una societa’ avanzata capisca la gravita’ del problema, ma, al contrario, secondo Lou Leonard, direttore del programma sui cambiamenti climatici del World Wildlife Fund,  un documento del National Climate Assessment del 2009 fu “spazzato sotto il tappeto”.  La risposta dei politici Americani piu’ importanti sembro’ essere: “Chi se ne frega!”.

Questo atteggiamento lassista , noncurante, immovibile del sistema politico Americano e’ quasi “senza coscienza”. In aggiunta, la risposta della Casa Bianca al rapporto del 2013 e’ stata di una circospezione straordinaria, quando affermo’ che: “La prima versione del NCA e’ un documento scientifico- non un documento politico- e non propone nessuna azione specifica per contrastare i cambiamenti climatici”.

Qualcuno nella Casa Bianca dovrebbe rivedersi, rileggersi e forse memorizzare quella parte del documento che dice che il cambiamento piu’ straordinario fra tutti quelli causati dai cambiamenti climatici e’ il rapido declino del ghiaccio dell’Artico che sta mettendo in piedi le premesse per un evento di estinzione connesso al massiccio rilascio di metano direttamente nell’atmosfera. Il metano e’ almeno venti volte piu’ potente della CO2. Le ripercussioni a valle dimostrarono che la siccita’ del 2012  nel Midwest (il cestello del pane degli USA) sembrera’ sempre di piu’ “una passeggiata nel parco” quando il metano che si accumulera’ nell’atmosfera in pochi anni  contribuira’ a bruciare i raccolti.

Non solo quello ma, secondo il US Interior Bureau of Reclamation, le Montagne Rocciose forniscono acqua al 22% degli Americani, soprattutto nel Sud-Ovest; tuttavia delle rilevazioni del Geological Survey degli USA ha rilevato che le temperature piu’ elevate durante la primavera hanno contribuito a ridurre il manto nevoso delle montagne del 20 percento. In questo modo i cambiamenti climatici hanno un effetto negativo diretto sull’acqua potabile degli USA, le dighe idroelettriche e l’irrigazione delle colture per circa 70 milioni di persone (“Western States Face Increased Water Resource Risks”, Western Farm Press, 27 Aprile 2011)

 

I Sistemi Acquiferi piu’ Grandi si Stanno Impoverendo

 

I sistemi acquiferi degli altipiani Americani –uno dei maggiori sistemi acquiferi del pianeta, responsabile per circa il 30% delle terre coltivate in America, che va dallo Wyoming e Sud Dakota al “manico della pentola” del Texas, coprendo una superficie di 320.000 miglia quadrate- e’ sempre piu’ prosciugato, almeno nella sua porzione piu’ meridionale. Vaste aree di terreno che abbisognano di acqua nel Texas non riescono piu’ a ottenere l’irrigazione dall’acquifero. E’ secco. Nel Kansas centro-occidentale, fino al 20% delle terre coltivate irrigate, lungo una striscia di 160 chilometri, sono diventate completamente aride. Questi sono segnali tremendi di un disastro ecologico incombente, che da’ ancor piu’ risalto ai livelli di pericolo costantemente in aumento quando la siccita’ colpisce ancora una volta le campagne.

Secondo Leonar Konikow, un idrologo dell’US Geological Survey, in merito a uno studio sull’impoverimento delle risorse idriche profonde degli USA : “ Noi pensiamo che sia molto serio…E’ ancora piu’ pericoloso in alcune aree”. (Francie Diep, “U.S. has Depleted Two Lake Eries’ Worth of Groundwater Since 1900,” Popular Science, Maggio 2013).

Quando le acque sotterranee si prosciugano lo fanno per sempre. Il riempimento di un corpo acquifero richiede centinaia, se non migliaia di anni. E le siccita’ tremende, parte del processo che sono determinate dall’Artico che si sta riscaldando, che sono peculiari e sono determinate dai cambiamenti climatici odierni che, sempre di piu’, mettono alla prova l’integrita’ di questa importantissima e critica risorsa dell’America.

Succede, per esempio, che le siccita’ si verificano su tutto l’emisfero Nord del pianeta; per esempio la Russia annullo’ tutte le esportazioni di grano qualche anno fa a causa dell’intensita’ della siccita’ che aveva colpito parte del suo territorio.

Un articolo giornalistico recente (Maggio 2013) delNew York Times descrive il tutto:”Questa e’, per molti versi, una crisi al rallentatore- ci sono voluti decenni per attuarla, e’ imminente per alcuni, lontana anni o decenni perche’ accada per altri, che colpisce una fattoria qui ma lascia intatta quella accanto. Tuttavia, attraverso le gentili pianure e le terre agricole piatte come una pista da decollo vicino alla frontiera tra il Kansas e il Colorado, gli effetti del decremento della dispobilita’ idrica sono sempre piu’ evidenti. I ponti delle autostrade scavalcano greti di fiumi aridi. Molti dei torrenti e fiumi che una volta serpeggiavano le pianure si sono prosciugati dopo che 60 anni di pompaggio delle acque sotterranee hanno abbassato il livello della faglia idrica di decine e anche di centinaia di piedi (Michael Wines, “Wells Dry, Fertile Plains Turn to Dust, “ il New York Times, 19 Maggio 2013)

Testimonianze di prima mano circa questa piaga nel cuore ci vengono da agricoltori come Ashley Yost di Haskell County, nel Kansas, che in passato aveva pompato 1.600 galloni di acqua al minuto ma che adesso riesce a pomparne appena 300. Per Yost questo non e’ solo un segnale di una tragedia che sta per accadere, la catastrofe e’ gia’ arrivata. Secondo Yost:” Io ho raccolto 294 cesti di granturco per acro qui nel passato, con l’acqua e l’aiuto del Signore. Adesso e’ finita”.

La siccita’ estrema, recente del 2012, che ha colpito il cestino del grano degli USA, ha messo in risalto l’importanza della mancanza d’acqua  come in un crescendo musicale quando il Geological Survey del Kansas riporto’ che i livelli medi delle faglie  erano diminuiti di un terzo del totale dal 1996- in soli due anni. O, detto diversamente, 1/3 della perdita del livello degli acquiferi registrati negli ultimi 17 anni, avvenne nei due anni precedenti. Questo non e’ solo un segnale d’allarme del disastro agricolo; rappresenta piuttosto la possibilita’ di un collasso imminente dell’ecosistema.

 

Politiche Bizzarre

 

Nessuno simbolizza la discordanza di opinioni circa i cambiamenti climatici negli USA piu’ di Sarah Palin, la candidata alla vice-presidenza del 2008. Nel 2007, Palin era una stella in crescita nella politica dell’ Alaska e si occupo’del problema dei cambiamenti climatici. Nel 2007 lo strato di ghiaccio stagionale che copre l’Alaska piombo’ al livello piu’ basso degli ultimi 30 anni. L’erosione delle coste e lo scioglimento del permafrost divennero elementi rivelatori di altri problem, molto piu’ grandi,  all’orizzonte. Palin, in qualita’ di Governatore disse:” Il cambio del clima non e’ solo un problema ambientale. E’ anche un problema sociale, culturale ed economico importante per tutti gli abitanti dell’Alaska…Quale risultato del riscaldamento totale, l’erosione delle coste, lo scioglimento del permafrost, il ritiro del ghiaccio marino, il numero record di incendi forestali, e gli altri cambiamenti  stanno influenzando e continuano a influenzare le vite e il benessere degli Alaskani”. Brillante.

Cosa avvenne dopo? Una volta che Palin fu associata al carrozzone repubblicano per la corsa alla Casa Bianca, entro 12 mesi, lei rinnego’ la scienza meteorologica come “ olio di serpente”. Tuttavia, durante il termine di Palin come governatore dell’Alaska, lei ingaggio’ dei consulenti pre trovare modi per ridurre le emissioni che creano l’effetto serra da parte dell’industria petrolchimica presente nello stato, e lei personalmente assunse dei consulenti che si occupassero delle infrastrutture fatiscenti rovinate dagli alluvioni frequenti e dal crescente fenomeno delle erosioni causate dai cambiamenti climatici. Lei aveva chiaramente identificato il problema come un problema che riguardava tutto lo stato e che richiedeva di essere affrontato dall’amministrazione pubblica.

Oggigiorno i politici dell’Alaska, consci dei cambiamenti nella regione polare, si stanno dando da fare per posizionare l’Alaska come un cancello nel traffico delle spedizioni e produzione di petroloio sotto la crosta sempre piu’ sottile e sempre piu’ senza ghiaccio e acque dell’Artico. E il breve lascito di preoccupazione di Palin  di un clima che sta cambiando sempre piu’ e in peggio e’ evaporato in aria sottile. Poof, se n’e’ andato.

Secondo l’Istituto di Studi Spaziali Goddard della NASA, il Kansas diventera’ piu’ caldo di 4 gradi durante l’inverno senza il ghiaccio artico che regolarmente rigenera le masse di aria fredda che sorvolano gli USA verso il Sud. Ma, con un artico senza ghiaccio, il lascito dell’aria fredda dell’Artico che serve a regolare il clima degli USA scomparira’ completamente.

Il problema del Kansas costituisce una brutta nuova per le basse temperature richieste per le colture di grano invernale e, durante l’estate, portera’ via al Kansas quella umidita’ preziosa della terra che portera’ al rinsecchimento dei raccolti di grano, con enormi perdite economiche. Questo significa che il Kansas dipendera’ sempre di piu’ da uno dei piu’ grandi acquiferi del mondo che si sta’ gia’ prosciugando in certe aree, anche se non ci sono condizioni di siccita’ evidente fino a questo momento.

Non c’e’ niente altro da dire.

 


Robert Hunziker e’ un giornalista freelance che vive a Los Angeles.

Da ZNet  – Lo spirito della Resistenza e’ Vivo

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URL: http://www.zcommunications.org/americas-ecological-precipice-by-robert-hunziker

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