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21 ott, 2013

Siamo troppo egoisti per salvare il pianeta?

Uno studio spiega il sostanziale disinteresse verso i cambiamenti climatici. Per invertire la rotta bisogna "partire dalle tasche"

Gli scenari apocalittici sui cambiamenti climatici lasciano molto spesso indifferenti gli uomini. I continui appelli degli esperti, infatti, vengono accolti con una sorta di fastidio mista a scetticismo. Eppure un nuovo studio sul global warming ha lanciato una luce inquietante sul fenomeno: in futuro giudicheremo “fresche” le temperature che oggi risultano insopportabilmente calde. Anche questo argomento non ha cambiato di molto l’approccio.

Un esperimento condotto dalla New York University ha spiegato il motivo di tale disinteresse rispetto al problema. Ed è un sentimento intrinseco alla natura umana: l’egoismo. La ricerca è stata condotta su soggetti che dovevano fare degli investimenti per combattare il surriscaldamento globale. Il risultato ha confermato i sospetti: gli individui sono più attenti al tema se colgono dei benfici immediati dalla loro azione.

La percezione del miglioramento immediato, quindi, è un elemento essenziale per incentivare le scelte responsabili in materia ambientale. La retorica che tira in ballo “il futuro dei figli e dei nipoti” non sembra essere così efficace. Il team di studiosi, guidato da Jennifer Jacquet, ha sollecitato le autorità internazionali a prendere in esame le conclusioni del dossier stilato: a meno di un mutamento antropologico, potremmo dire, delle persone, fatto assai improbabile, serve una attuazione di politiche semplici come gli investimenti produzione in energia pulita che possono costare di meno, invece degli investimenti sui combustibili fossili. Per salvare il pianeta serve partire dalla tasche.

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