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02 Marzo 2013

Spese per la Difesa

L'editoriale del direttore di Terra Nuova, Mimmo Tringale, con una riflessione sull'articolo 11 e le spese per la difesa dal titolo "Smantelliamo gli arsenali, non il welfare".

Agli sprechi non c'è mai limite, come dimostra la nostra ambigua politica estera. A dispetto dell'articolo 11 della Costituzione, che "ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali", fin dalla fine della Seconda Guerra Mondiale a oggi il nostro paese ha partecipato a ben 30 conflitti armati, con un contingente che, a seconda degli anni, è oscillato tra le 10.000 unità del 2005 e le 6.500 di oggi.

Denominazioni come "missioni di pace" o "appoggio logistico" non devono trarre in inganno: nella maggior parte dei casi si è trattato di vere e proprie guerre, con bombardamenti, assalti e morti. L'ultimo intervento in ordine di tempo è quello in Mali, dove l'Italia si è "limitata" a trasportare soldati, armi e carburante per sostenere un governo golpista voluto dalla Francia a difesa dei giacimenti di uranio.

Non è solo un problema di etica o di coerenza con i dettami della Costituzione.

Tutte le guerre presentano un elevato costo in vite umane, ma anche in denaro che si accumulano nella voce spese per la difesa. La missione in Afganistan è costata 800 milioni di euro l'anno, la guerra in Libia 202 milioni, le operazioni in Kosovo altri 98, in Libano ne sono stati spesi 157.

Solo nel 2012, le cosiddette missioni di pace ci sono costate in spese per la difesa 1,4 miliardi di euro. Ma non è finita qui. Mentre si tagliano ospedali, scuole e trasporti pubblici, gran parte del ceto politico continua a giustificare l'acquisto di 90 esemplari di quello che è stato definito "il sistema da arma più costoso mai costruito al mondo": il caccia intercettore e bombardiere F-35. Prezzo: 137 milioni di dollari (cadauno), a cui vanno aggiunti i costi di esercizio (più di 60.000 dollari per ogni ora di volo) e di manutenzione (al momento inestimabili).

Il nuovo governo dovrà necessariamente fare chiarezza su questi sprechi, sulla voce spese per la difesa e sulla perpetua violazione dell'articolo 11. Nessuna politica economica potrà essere legittimata se da una parte si richiama la crisi per tagliare il welfare e dall'altra si acquistano sofisticate, quanto inutili, macchine da guerra.

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