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29 marzo 2013

Fallisce il trattato sul commercio di armi

L’Iran, la Siria e la Corea del Nord hanno bloccato i negoziati per l’adozione di un trattato internazionale, promosso dalle Nazioni Unite, che avrebbe regolato il commercio delle armi.

Un gruppo di paesi ha reagito al boicottaggio mandando comunque una bozza dell’accordo all’Assemblea generale delle Nazioni Unite per l’approvazione.

“Si tratta di 106 stati volenterosi, almeno a parole. Tra questi troviamo Austria, Belgio, Germania, Giappone, Gran Bretagna, Italia, Messico, Nigeria, Repubblica Democratica del Congo, Spagna, Sudafrica, Svizzera, Turchia e numerosi altri di tutti i continenti”, commenta Maurizio Simoncelli dell’Archivio Disarmo su Globalist.

Si sarebbe trattato del primo trattato internazionale sul commercio di armi, adottato soprattutto per prevenire la vendita di armi a gruppi di ribelli. Il commercio di armi nel mondo muove un giro di affari di 70 miliardi di dollari.

“La bozza avrebbe richiesto agli stati firmatari di garantire che le armi non fossero trasferite a paesi in guerra”, scrive Bbc.

“Abbiamo bisogno di un trattato che si occupi delle armi convenzionali, di tutte, non solo di alcune”, ha dichiarato Anna Macdonald responsabile di Oxfam.

Lo scorso anno le trattative erano naufragate a causa degli Stati Uniti, seguiti da Russia e Cina, che avevano detto di aver bisogno di più tempo per considerare la questione.

Secondo un dossier di Archivio disarmo nel 2011 i principali esportatori di armi nel mondo erano gli Stati Uniti, seguiti da Russia e Germania.

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