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25 giugno 2013

Le Prime Vittime degli F-35: Il Welfare e il PD
di Alberto Chiara e Luciano Scalettari

Domani la Camera dei deputati si esprime sull'acquisto dei 90 cacciabombardieri. All'appuntamento arrivano divisi il Partito democratico. E anche il Governo.

Ne abbiamo davvero bisogno? Detto altrimenti:  in un momento di drammatica crisi economica, come quello che stiamo vivendo, è proprio indispensabile spendere circa 14 miliardi di euro sia pur dilazionati negli anni,  per 90 cacciabombardieri F-35 costruiti dall’americana Lockheed Martin?

Di recente Famiglia Cristiana ha posto la domanda al presidente di Pax Christi, monsignor Giovanni Giudici, e al Capo di Stato maggiore della Difesa, ammiraglio Luigi Binelli Mantelli. Com’era prevedibile, le risposte sono state differenti: «L’acquisizione di questo sistema d’arma è una scelta politica, su proposta tecnico-militare», ha detto l’ammiraglio. «L’F-35 copre un gap tecnologico in campo aeronautico per i prossimi 40 anni. È un’arma che si integra nelle operazioni interforze come sostegno alle truppe sul terreno. Inoltre, è anche difensiva: è un caccia intercettore per contrastare una possibile aggressione. Il dettato costituzionale va letto in quest’ottica». Viceversa, monsignor Giudici aveva espresso seccamente la contrarietà di Pax Christi: «Non comprendiamo come sia compatibile un cacciabombardiere, che serve ad attaccare più che a difendersi, col ripudio della guerra dettato dalla Costituzione». 

La questione  è approdata  alla Camera dei deputati. Scatenando grappoli di polemiche.  Tutto è nato da una mozione che ha raccolto l’adesione di  163 deputati (109 del Movimento 5 stelle, 36 di Sel, 16 del Pd e 2 di Scelta civica). L’argomento ha acceso il dibattito dentro e fuori le stanze del potere. Diviso  il Parlamento. Diviso il Partito democratico (con una crescente insofferenza dell’anima cattolico-pacifista). Diviso il Governo, con il ministro per gli Affari regionali Graziano Delrio propenso  a frenare («Non si può dire che sia semplicissimo ma dobbiamo fare di tutto per recuperare risorse per l’emergenza vera che non è quella della Difesa ma del lavoro per i giovani») e con il ministro della Difesa, Mario Mauro, che tiene ostinatamente il punto. 

Per il momento, ci misuriamo con un'unica certezza. La spesa imbizzarrita. I costi relativi ai cacciabombardieri, infatti, sono notevolmente aumentati: si è passati da un preventivo iniziale di 80 milioni di dollari per velivolo a 127,3 milioni di dollari per aereo. Se va bene. Perché in una variante più sofisticata si arriva a 137,1 milioni per F-35 di ultima generazione. Mica poco, in tempo di spending review. A rendere note queste cifre non sono stati i pacifisti ma il generale Claudio  Debertolis, segretario generale della Difesa e direttore nazionale degli armamenti, in una lunga intervista al magazine Analisi Difesa. Con il costo di un solo caccia  si potrebbero aprire 143 asili nido, impiegando più di duemila tra educatrici e assistenti. 

Domani si decide.  Se, come auspicato,  dicessimo di sospendere o di dire no all’acquisto non saremmo i primi a farlo. Altre nazioni l’hanno già fatto. 


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