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gennaio 2013

Pace, una questione di Borsa
di Giulio Albanese

Chi inizia bene è già a metà dell’opera. Ecco perché per il2013, come redazione, rinnoviamo il nostro impegno missionario nel raccontare quello che solitamente non fa notizia. A questo proposito, visto e considerato che oggi l’economia ha bisogno di redenzione, è bene sottoporre all’attenzione dei lettori una di quelle notizie che la grande stamp ha lasciato nel cassetto.

Si tratta di un importante studio sul "sistema bancario ombra", lo shadow banking mondiale, pubblicato dal Financial Stability Board (Fsb), l'istituto internazionale di coordinamento dei governi, delle banche centrali e degli organi di controllo per la stabilità finanziaria a livello globale. Leggendo attentamente questo testo, si scopre che qualcosa di aberrante è all'origine della crisi finanziaria planetaria. Lo studio, incentrato sulla cosiddetta eurozona e su altri 25 Paesi, evidenzia infatti che a fine 2011 ben 67mila miliardi di dollari erano gestiti da una "finanza parallela", al di fuori, quindi, dei controlli e delle regole bancarie vigenti; una cifra che equivale al 111% del Pil mondiale ed è pari alla metà delle attività bancarie globali e a circa un quarto dell'intero sistema finanziario.

Leggendo questo studio si ha l'impressione d'essere al cospetto di un movimento sovversivo che specula impunemente ai danni degli Stati sovrani e soprattutto dei ceti meno abbienti. In altre parole, se da una parte ci sono i conti correnti con i risparmi dei cittadini e delle imprese, dall'altra abbiamo questo sistema bancario occulto, composto da tutte le transazioni finanziarie fatte fuori dalle regolari operazioni bancarie.

Come spiegato in più circostanze su questa rivista dal 2008, in coincidenza col fallimento della Lehman Brothers e dall'inizio della crisi sistemica dei mercati, si tratta di operazioni fatte da differenti intermediari finanziari, come certi operatori specializzati nel collocamento dei “derivati”, quei prodotti finanziari che, in larga misura, hanno inquinato i mercati. Tutte attività, queste, rigorosamente over the counter (otc), cioè stipulate fuori dai mercati borsistici e spesso tenute anche fuori dai bilanci. Alcuni autorevoli economisti ritengono che il "sistema ombra" sia spesso un'emanazione delle grandi banche internazionali che hanno interesse ad aggirare le regole e i controlli cui sono sottoposte.

Una cosa è certa: sarebbe auspicabile che i governi si assumessero le loro responsabilità contrastando decisamente quei poteri forti della finanza mondiale. La posta in gioco è alta perché i processi speculativi di questa finanza parallela li stanno pagando i poveri a tutte le latitudini. Le rivolte del pane in giro per il mondo, sono un segnale del malessere che attanaglia i poveri, coloro che pagano a caro prezzo gli effetti della crisi. Una questione di grande attualità, da tenere presente in questo mese di gennaio, tradizionalmente dedicato alla pace.

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