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7 giugno 2013

L’uccisione di Ibragim Todashev: l’illegalità della  politica dei droni di Obama sta arrivando in  patria?
di George Monbiot
Traduzione di Maria Chiara Starace

L’ FBI ha giustiziato Ibragim Todashev?  Sembra che gli abbiano sparato sette volte mentre veniva interrogato  a  casa Orlando, in Florida, sul suo collegamento con uno dei sospetti responsabili delle bombe di Boston. Tra i colpo sparati c’era il  marchio  dell’assassino: una pallottola dietro la testa. Che tipo di interrogatorio era?

Irregolare. Non c’era presente l’avvocato. Non è stato registrato. Quando Todashev è stato ucciso, sembra che fosse stato interrogato da 3 agenti per 5 ore. E poi? Chi lo sa? Prima, ci è stato detto, gli è balzato addosso  con un coltello. Come se lo fosse procurato, mentre veniva interrogato per 5 ore dalla polizia, non è stato spiegato. Come li abbia minacciati in quel modo, mentre si stava riprendendo da un’operazione al ginocchio, rimane sconcertante.

Dapprima ha tirato fuori il coltello mentre veniva interrogato. Poi se lo è procurato in un intervallo dell’interrogatorio. Poi ha smesso di essere un coltello ed è diventato una spada, poi un tubo, poi un’asta di metallo, poi un manico di scopa, poi un tavolo, poi una sedia. In un resoconto tutti gli agenti erano nella stanza durante l’attacco; in un altro, tutti, tranne uno, erano misteriosamente andati via, lasciando l’ ufficiale che era rimasto, ad affrontare  da solo il suo assalitore.

Se – e resta un grosso SE, è stata un’esecuzione extragiudiziale, è stata una delle centinaia commissionate dalle agenzie statunitensi da quando Barack Obama si è insediato alla presidenza. La differenza in questo caso, è che è avvenuta sul suolo americano. In altri luoghi, le persone sospette sono fatte fuori senza neanche il diritto all’ interrogatorio senza avvocato, che è stato concesso a Ibragim Todashev.

Nel suo discorso fatto due giorni dopo che Todashev era stato ucciso, il presidente Obama ha sostenuto che “il nostro obbligo verso i principi costituzionali ha resistito a ogni guerra”. Ha mancato, però di spiegare quali principi costituzionali gli permettono di autorizzare l’uccisione di persone in nazioni con le quali gli Stati Uniti non sono in guerra. Quando il suo procuratore generale, Eric Holder, ha tentato di farlo, l’anno scorso,  si è messo in un terribile pasticcio, che è terminato con la straordinaria affermazione che “il giusto processo ” e il “processo giudiziario” non si fanno allo stesso momento….la costituzione garantisce il giusto processo, non quello giudiziario”. E quindi che cosa è il processo giusto se non coinvolge i tribunali? Qualunque cosa il presidente dica che è così?

Eh, sì. Nello stesso discorso Obama ha ammesso per la prima volta che 4 cittadini americani sono stati uccisi da attacchi di droni statunitensi in altri paesi. Nella frase successiva, ha detto: “Non credo che sarebbe costituzionale che il governo prenda come bersagli e uccida qualsiasi cittadino degli Stati Uniti – con un drone,  o un fucile da caccia,  senza giusto processo” Questo indica che egli crede che i diritti legali di quelle quattro persone siano stati rispettati prima che venissero uccisi.

Considerato che forse essi non sapevano neanche che erano stati accusati di presunti reati  per i quali erano stati giustiziati, che non avevano possibilità di contestare le accuse, non parliamo poi di avere la garanzia di un giudice o di una giuria, questo fa pensare che la prima interpretazione dell’ex professore di legge riguardo ai diritti costituzionalista sia piuttosto elastica. Se Obama e i suoi consiglieri anonimi dicono che qualcuno è un terrorista, questo resta in prigione e può essere giustiziato.

E’ rimasta sospesa nel suo discorso l’implicazione che i cittadini non statunitensi possano essere uccisi senza neanche la simulazione del giusto processo. Alle molte centinaia uccisi dagli attacchi dei droni (i quali, civili o combattenti, in retrospettiva diventano terroristi  in virtù del fatto di essere stati uccisi in un’operazione statunitense di anti-terrorismo) non viene offerto alcun diritto neanche in linea di principio.

Dato che il processo decisionale rimane segreto, dato che il governo statunitense si rifiuta perfino di riconoscere – non parliamo poi di documentare o indagare – l’uccisione per mezzo dei droni di persone che chiaramente non avevano nulla a che fare con il terrorismo o con qualsiasi altro crimine conosciuto, gli insuccessi della giustizia non sono soltanto un rischio che viene fuori  dall’uso  della lista del presidente di persone da uccidere. Sono un risultato inevitabile. In base alla dottrina Obama, l’espressione: innocente fino a quando non risulta colpevole, si è trasformata in: innocente fino a quando non risulta morto.

Il presidente ha reso esplicito il suo rifiuto del’habeas corpus (mandato di comparizione)  e il suo presupposto di capacità divina di giudizio nel seguito del discorso, mentre discuteva di un altro argomento. Si chiedeva: come gli Stati Uniti dovrebbero occuparsi dei detenuti nella Baia di  Guantanamo “che noi sappiamo aver partecipato a complotti o ad attacchi pericolosi, ma che non possono essere processati – per esempio perché le prove contro di loro sono state compromesse o perché sono inammissibili in una corte di giustizia”? Se le prove sono state compromesse o se  sono inammissibili, come può sapere Obama che essi hanno partecipato nelle suddette azioni? Può sospettare, può presumere, ma non può sapere fino a quando il suo sospetto non è stato provato in una corte di giustizia.

Le potenze globali hanno l’abitudine antisociale di attuare certi metodi anche in patria.  Il governo britannico ha importato alcuni dei metodi che aveva usato contro i suoi soggetti nelle colonie per reprimere le proteste e gli scioperi nei paesi. Una volta che la classe amministrativa si abitua a trattare gli stranieri come se non avessero diritti, e una volta che la popolazione nazionale accetta largamente le loro giustificazioni, è quasi inevitabile che questa abitudine emigri da un’arena a un’altra. Se centinaia di persone che vivono all’estero possono essere giustiziate da agenti americani in base soltanto a un sospetto, dovremmo meravigliarci se persone che risiedono negli Stati Uniti iniziano a essere trattate nello steso modo?

 


Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

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Fonte: http://www.zcommunications.org/ the-shooting-of-ibragim-todashev-is-the-lawlessness-of-obamas-drone-policy-coming-home-by-george-monbiot

Originale: The Guardian

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