articolo originale: http://znetitaly.altervista.org/art/11695

20 luglio 2013

Bancarotta a Detroit
di Sarah Lazare

All’austerity europea gli Stati uniti rispondono con la bancarotta delle amministrazioni pubbliche locali. La ricetta in questo caso prevede la sospensione di quel che resta della democrazia formale, la rapida privatizzazione di tutti i settori pubblici, l’autorizzazione a dichiarare il fallimento per privare i lavoratori della loro pensione.

Il piano del governatore Snyder di mandare in bancarotta una delle più grandi città degli Stati Uniti privando i lavoratori della loro sudata pensione è arrivato vicino a diventare realtà Giovedì quando, senza un solo negoziato con i sindacati, i lavoratori o i pensionati, Snyder ha autorizzato l’amministratore finanziario di Detroit a presentare richiesta di fallimento, suscitando paure che l’impoverimento municipale acceleri nuove misure di privatizzazione che devasteranno ulteriormente i poveri della città.

Quasi il 60% dei bambini di Detroit vive in povertà e il 33% dei terreni è inutilizzato in una città in cui più dell’80% dei residenti è costituito da neri. Metà delle luci stradali non funziona e la maggioranza dei parchi pubblici è chiusa.

La giudice distrettuale della Contea di Ingham, Rosemarie Aquilina ha deciso venerdì che la denuncia di fallimento di Detroit è “incostituzionale” e deve essere ritirata. La sentenza è arrivata dopo che gli avvocati che rappresentavano i fondi pensione dell’amministrazione cittadina avevano ottenuto un’udienza d’emergenza per bloccare la denuncia di fallimento. L’Avvocato Generale del Michigan, Bill Schuette, ha dichiarato che lo stato ora chiederà un’udienza presso la Corte d’Appello del Michigan.

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