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Martedì 19 Febbraio 2013 16:39

GEAB n. 72 – SOMMARIO – 15 Febbraio 2013 


Seconda metà del 2013 - Crisi Sistemica Globale: La realtà costituita dal crollo del Dollaro farà sì che il mondo possa riorganizzarsi su basi nuove

Così come la crisi dell'Euro ha spinto l'Europa a modernizzare e ad adattare la sua governance economica e finanziaria alle sfide del XXI secolo, così la terribile crisi del Dollaro USA costringerà il pianeta a trasformare le proprie strutture di governance a cominciare, naturalmente, dal sistema monetario internazionale, per calmare la tempesta che sta per colpire le valute ...

2013-2015: La fine del regno dei petrodollari sul resto del mondo
Nel 2005, il consumo di petrolio dei paesi emergenti ha superato quello dei paesi occidentali.

 La comparsa di questo "secondo" cliente, ricco ed affamato, si è risolta in un’occasione irresistibile, per i produttori, per spingere in alto i suoi prezzi, trasformando in modo radicale i rapporti tra le potenze occidentali e l'OPEC ...

GEAB Index sul Dollaro, e GEAB Index sull’Euro, del Febbraio 2013 - Inversione della tendenza degli ultimi due anni: l'Euro cresce, ed il Dollaro USA scende
Il GEAB Index sul Dollaro è un indicatore immediato che riflette l'evoluzione del valore della divisa americana a livello globale, ed integra la dimensione policentrica del mondo in gestazione. LEAP pubblica anche, in modo refolare, il GEAB Index sull’Euro per dar conto, in modo sintetico ed affidabile, dell’evoluzione della divisa europea ...

Crisi petrolifera: Speciali raccomandazioni ai leaders europei
Nel mondo di oggi, in questa sua fase di profonda mutazione, i radicali cambiamenti in atto potrebbero rendere difficili la lettura degli interessi di un paese o di una regione, se essi non fossero ben compresi. I problemi legati al petrolio, come abbiamo già visto, svolgeranno un ruolo significativo nel ridisegnare il mondo del dopo-la-crisi. In questo contesto, ed al fine di chiarire quali sono gli interessi europei, per poter poi abbordare il futuro nella migliore situazione possibile, poniamo cinque semplici raccomandazioni all'attenzione dei leaders europei ...

Raccomandazioni strategiche ed operative

•                Allerta Borse di Studio avverte: gli esperti puntano verso il basso

•                Mercati di frontiera

•                Metalli preziosi

•                Anticipazione sulla nuova generazione, detta del papy-boom (la generazione del baby-boom arrivata alla soglia dei 65 anni, ndt)

•                PIL nazionali ...

GlobalEurometre - Risultati e analisi
Lentamente, ma inesorabilmente, il numero degli intervistati che prevedono un calo del Dollaro, nei prossimi sei mesi, raggiunge livelli stratosferici. Solo il 5% delle persone intervistate non prendono in considerazione quest’evoluzione, mentre l'81% si dice pessimista sul futuro della valuta europea (contro il 74% del mese di Dicembre, ed il 79% di Gennaio) ...

SECONDA META’ DEL 2013 – CRISI SISTEMICA GLOBALE: LA REALTA’ COSTITUTA DAL CROLLO DEL DOLLARO FARA’ SI’ CHE IL MONDO POSSA RIORGANIZZARSI SU BASI NUOVE

Analogamente a quanto avvenuto con la crisi dell'Euro – che ha spinto l'Europa a modernizzare e ad adattare la sua governance economica e finanziaria alle sfide del XXI secolo – anche quella (terribile) del Dollaro costringerà il pianeta a trasformare le proprie strutture di governance, a cominciare, naturalmente, dal sistema monetario internazionale, per calmare la tempesta che sta per colpire le valute ...

Secondo le nostre previsioni questa riorganizzazione, che comincerà a diventare realtà con il G20 di Settembre, avrà luogo nella tempesta, perché il nostro team prevede, per Marzo-Giugno 2013, le prime grandi paure sul Dollaro.

Una frase di Antonio Gramsci (1) descrive splendidamente il lungo e pericoloso periodo di transizione che stiamo vivendo: "Il vecchio mondo è morto, quello nuovo stenta a comparire, ed in questo chiaro-scuro appaiono i mostri". Questo periodo giungerà finalmente a termine, ma i mostri saranno ancora inquieti.

Senza alcuna sorpresa, uno dei fattori più potenti, destinato ad accelerare la perdita d’influenza degli Stati Uniti in tutto il mondo, si riferisce al petrolio. Stiamo assistendo, in effetti, agli “ultimi giorni” dei petrodollari, l'elemento chiave della dominazione statunitense.
È questa la ragione che ci ha indotto ad affrontare il problema mondiale del petrolio, lungo il corso di questo GEAB.

Pubblichiamo anche il GEAB-Index relativo al Dollaro ed all’Euro, perché si possano seguire in modo affidabile gli sviluppi delle due valute nell’ambito dell’attuale tempesta monetaria. Infine, e come al solito, completiamo il tutto con il GlobalEurometre.

Nella parte pubblica di questo GEAB n. 72, abbiamo scelto di presentare degli indici, che convergono, da un lato, verso la conferma del segnale d’allarme sulla "crisi sistemica globale" – che avrà un forte sviluppo nel Marzo-Giugno del 2013 – e dall’altro segnalano il rischio di "Islandizzazione" nella gestione della crisi bancaria.

Una raffica di segnali ci permette di confermare l’allarme per il periodo Marzo-Giugno 2013

Dal mese scorso (GEAB n. 71), la convergenza delle tendenze e degli indici che annunciano una catastrofe, per il Marzo-Giugno 2013, si è ulteriormente rafforzata.

Il primo segnale, in assoluto, è costituito dalle "guerre valutarie", che stanno assumendo dimensioni politiche e rovinano la reciproca fiducia fra i paesi. Amplieremo questa nostra analisi in seguito.

Ma anche molti degli indici nazionali degli Stati Uniti dovrebbero far suonare il campanello d'allarme per questo paese.

Decidendo di separare il dibattito sui “tagli di bilancio/aumento della tassazione” da quello sul “tetto del debito” (2), gli americani hanno raddoppiato lo shock a venire: c'era un solo scoglio da superare a fine Febbraio/inizio Marzo, ora c'è n’è un altro da superare anche a Maggio.

Questa separazione rivela chiaramente qual è la strategia dei repubblicani. Essi ingaggeranno una lotta senza quartiere sul “tetto del debito” per ridurre ulteriormente la spesa ma, in ultima analisi, si sentiranno obbligati a votare in favore di un suo aumento, per non essere ritenuti responsabili del cataclisma che seguirebbe al ritardo nei pagamenti (3 ). 
D'altra parte, le conseguenze dei tagli di bilancio (previsti per il 1° Marzo), anche se certamente non saranno indolori, saranno comunque ben lontane dall'essere traumatizzanti, mentre i repubblicani hanno davvero deciso di negoziare una considerevole riduzione del deficit pubblico (in contrapposizione al nessun negoziato, ndt), per non dover ricorrere ai tagli automatici (Fiscal Cliff, ndt).


In ogni caso, con questi tagli di bilancio da fare a Marzo, e dopo la "sorprendente" caduta del PIL, avvenuta nel 4° trimestre del 2012 ed in gran parte ignorata negli Stati Uniti (4), chi potrebbe ancora pensare che la crescita del PIL, nel 1° trimestre del 2013, sarà positiva (se non truccando un po’ i numeri)?

La caduta è ancora di più inevitabile, se pensiamo che sono andati persi un paio di giorni di attività economica, nel Nord-Est, a causa di Nemo (la tormenta di neve), e che c’è stata una grave epidemia d’influenza, quest'anno (5).

Saranno accampate delle scuse (6) per giustificare la diminuzione del PIL, visto che l’economia dovrebbe essere “ufficialmente” in ripresa. Tuttavia, l’annuncio che sarà fatto alla fine di Aprile, di una ricaduta degli Stati Uniti nella recessione (due trimestri consecutivi di calo del PIL), farà la sua “modesta” impressione, sull'economia mondiale.
Fortunatamente, però, per evitare queste onde è stata costruita una “diga”! Alla Egan Jones, un'agenzia di rating del credito, decisamente meno influenzabile delle sue tre sorelle più grandi (ha già declassato il rating degli Stati Uniti per ben tre volte, fino ad AA-), è stato proibito di esprimere i propri ratings per 18 mesi (7) ….. che felice coincidenza!

E, tra le tre principali agenzie di rating del credito, la S&P è attualmente oggetto di un'azione legale. (8) E’ in effetti l'unica ad aver “osato” il downgrade degli Stati Uniti ….. una seconda felice coincidenza! Le altre, a questo punto, devono stare ben attente a dove mettono i piedi.

In questo 2013, quest’inutile "diga" è comunque rivelatrice delle paure presenti al più alto livello, e conseguentemente può essere considerata come un ulteriore segnale dell’approssimarsi dello shock.

È anche in quest’ottica che bisogna leggere la sospensione della garanzia illimitata per i Conti Correnti – fornita dalla FDIC (Federal Deposit Insurance Corporation) (9) – a partire dal 1 Gennaio 2013.

Assicurando questi CC fino a soli 250.000 USD, ben 1.400 miliardi di Dollari vengono lasciati senza garanzia (10), la FDIC potrà comodamente evitare il fallimento, nel caso dovessero esserci problemi. 

Inoltre, gli addetti ai lavori della finanza mondiale sembra che stiano preparandosi a questi eventi: sono state collocate delle enormi puntate a breve su scadenze fino a max la fine di Aprile (11). 
Ed ancora, due banche svizzere stanno cambiando il loro status, in modo che i loro partners non siano più personalmente responsabili delle perdite della banca (12).

Non è finita, Eric Schmidt ha venduto azioni della Google per un controvalore di ben 2,5 miliardi di Dollari (13); etc.

Ma non sono solo i mercati a prepararsi al peggio. Il Governo degli Stati Uniti sembra che sia in attesa di disordini e violenza: per prima cosa ha armato il suo “Department of Homeland Security” con 7.000 fucili d'assalto (14), a seguire Obama ha firmato una Legge che permette l’esecuzione pura e semplice di quegli americani che potrebbero costituire una “vaga” ed imminente minaccia (per la sicurezza, ndt), (15) con grande dispiacere di una parte dell'opinione pubblica statunitense ...

Fallimenti bancari: verso l’«Islandizzazione» della crisi bancaria

Di fronte a questo shock crediamo che la maggior parte dei paesi nel Mondo, compresi gli Stati Uniti, si stia avvicinando ad una gestione della crisi in pieno "stile islandese", ovvero a non salvare più le banche e a lasciare che esse falliscano (16).

Ne abbiamo già avuto un assaggio con la liquidazione della IBRC, una banca irlandese, le cui vicende hanno messo in testa alla gente un po’ di idee: "L'Irlanda ha liquidato i suoi albatros bancari in una notte", titolava con ammirazione “La Tribune” (17).

Questa possibilità sembra essere sempre di più “la soluzione”, nel caso le banche dovessero cadere all’indietro, per i seguenti motivi: in primo luogo sembra essere molto più efficace rispetto ai piani di salvataggio del 2008-2009 – a giudicare almeno dalla ripresa islandese – ed in secondo luogo perché i paesi non hanno più i mezzi per pagare nuovi salvataggi.

In conclusione, non si può negare che questa soluzione costituisca una grande tentazione per i leaders, che potrebbero così liberarsi, ed in modo “popolare”, di una parte dei debiti e dei "titoli tossici" che ingombrano la loro economia.

Queste banche «troppo grandi per fallire», infatti, sono piene di debito pubblico e privato occidentale, dalla cui gestione hanno ottenuto profitti e potere.

Nei GEAB passati il nostro team aveva già stabilito un collegamento tra una banca come ad esempio la Goldman Sachs, ed i Cavalieri Templari (18), un ordine militare medievale che era diventato (troppo) ricco alle spalle degli Stati, cui il re Filippo il Bello pose fine, appropriandosi del loro oro per rifornire le casse dello Stato.

Possiamo senz’altro intravedere alcune delle tendenze che precorrono questa minaccia: la richiesta di alcuni Stati per la separazione tra banche d’affari e banche di deposito, (19) potrebbe infatti garantire che le difficoltà delle prime non impattino troppo sulle seconde.

Lungo la stessa linea, tutte le cause di cui alcune grandi banche sono attualmente (meritatamente) oggetto (Barclays, etc. ...) (20), possono essere viste anche come uno strumento attraverso il quale recuperare denaro dalle banche, per poterlo re-iniettare nelle casse o degli stati o dell'economia reale ...

I leaders dei principali paesi probabilmente non decideranno di far “saltare in aria" le banche, ma una cosa è certa ….. sia le motivazioni che gli strumenti per salvare le banche in difficoltà non avranno più, d’ora in poi, alcuna relazione con tutto ciò che era stato attuato nel corso del 2009.
Se da un lato nessuna indulgenza dovrebbe più essere mostrata per i "troppo grandi per fallire" (come la Bank of America, ad esempio, che sembra essere in difficoltà) (21), dall’altro è certo che i responsabili dovranno rispondere duramente dei propri errori.
Ma qualunque sia la gestione della politica in questo periodo, facendo seguito a quanto vi avevamo già anticipato nel GEAB n. 62 ("2013: la fine del dominio del Dollaro USA nel commercio mondiale"), confermiamo che questo nuovo shock accelererà la perdita d’influenza degli Stati Uniti, ed in particolare di quella della loro ultima arma, il Dollaro.

Note:

(1) Cfr. Wikipedia, al riguardo di questo pensatore italiano.


(2) Fonte: The New York Times, 23/01/2013


(3) Due esempi di pensiero sulle possibili conseguenze di un ritardo nei pagamenti degli Stati Uniti. Lo stile americano: “Prepararsi all'impensabile: potrebbero gestire, i mercati, il default degli Stati Uniti?” (CNBC, 17/01/2013) ….. e lo stile russo: “Potrebbe, l'economia russa, resistere al default degli Stati Uniti? (RBTH.ru, 2013/04/02).


(4) Il tipico ragionamento che prevale nei mercati degli Stati Uniti ["se la notizia economica è buona, va bene perché l'economia sta migliorando, se invece è cattiva, tanto meglio, perché la Fed interverrà"] indica in quale misura essi siano scollegati dalla realtà. Il che è caratteristico di un potere che si trova sul bordo della scogliera.


(5) Cfr. CNBC, un’epidemia d’influenza minaccia di rallentare ulteriormente l’economia, 2013/10/01.


(6) Fonte: Zerohedge, 2013/07/02


(7) Fonte: US Securities and Exchange Comission (SEC), 22/01/2013


(8) Fonte: Wall Street Journal, 2013/04/02


(9) Fonte: FDIC.gov


(10) Fonte: BusinessFinance, 19/07/2012


(11) Fonte: Gli Insiders di Wall Street si aspettano sul serio che qualcosa di veramente grosso possa molto presto accadere? Activist Post, 2013/07/02


(12) Fonte: “Après plus de 200 ans d'esistenza, deux Banques Suisses font leur révolution”, Le Monde, 2012/06/02


(13) Fonte: Forbes, 2013/11/02


(14) Fonte: The Blaze, 26/01/2013


(15) Fonte: Le Monde, 2013/06/02


(16) Come Icesave, la banca islandese che le autorità hanno deciso di lasciar fallire, in particolare dopo un referendum che ha stabilito il non rimborso dei debiti di quella banca. Fonte: Wikipedia


(17) Fonte: La Tribune, 2013/07/02


(18) Fonte: Wikipedia


(19) Fonte: Reuters, 2012/02/10


(20) Solo per rendersi conto delle dimensioni del fenomeno, andate su «banca + causa» su Google.


(21) Fonte: The Frightening Truth Behind Bank Of America's "Earnings", ZeroHedge (17/01/2013)

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