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20 maggio 2013

Lettera aperta al primo ministro greco
di Nikos Raptis

Circa cinque anni fa scrissi due articoli per ZNet.

Eccone alcuni estratti: Articolo ZNet 2009: Primo Maggio, giorno di dolore e di speranza – 5 maggio 2009

Il 27 aprile 1944 i combattenti del Peloponneso della resistenza greca al nazismo uccisero un generale e tre soldati tedeschi. I tedeschi decisero di uccidere 200 greci.

La sera del 30 aprile 1944, la vigilia del Primo Maggio, il comandante tedesco del campo di concentramento di Haidari lesse una lista di duecento detenuti che apparentemente dovevano essere trasferiti in un altro campo di concentramento. I duecento erano i comunisti citati più sopra [nell’articolo originale – n.d.t.]. I duecento capirono subito che erano stati scelti per essere giustiziati per l’uccisione dei quattro tedeschi …

La mattina successiva, il Primo Maggio, i camion che trasportavano i duecento cominciarono ad attraversare le strade di Atene dirigendosi al quartiere di Kesariani, il luogo delle esecuzioni. Sul posto i duecento chiesero di non essere uccisi in gruppi di dieci, ma tutti insieme in un unico gruppo. Dopo una serie di negoziati tra gli esecutori e quelli che dovevano essere giustiziati fu concordato che l’esecuzione avrebbe avuto luogo in gruppi di venti, in modo che gli altri, e non i soldati tedeschi, avrebbero potuto caricare i corpi morti del gruppo precedente sui camion. Poi i duecento cominciarono a cantare e a danzare ancora una volta e le esecuzioni ebbero inizio. Alla fine l’ultimo gruppo di venti fu caricato sui camion dai soldati tedeschi.

L’esecuzione ebbe luogo alle dieci di mattina. Il luogo dell’esecuzione fu il “Poligono di tiro” dove gli sportivi e gli atleti greci si preparavano per i Giochi Olimpici, eccetera. Si trova proprio nel centro del quartiere di Kesariani. Così molta della gente del quartiere fu testimone del massacro dai tetti delle case adiacenti al “Poligono di tiro”. Accompagno raramente al Partenone gli amici statunitensi che visitano Atene. Li porto al “Poligono di tiro” di Kesariani. In effetti nel 1985 un’incantevole signora statunitense di Los Osos, California, per ringraziarmi di averle mostrato il sito, riuscì a scoprire una copia usata della rivista “Time”, datata 28 aprile 1967, che non avevo mai visto poiché la dittatura istigata dagli USA aveva requisito quel particolare numero di “Time”.

Articolo ZNet del 20 maggio 2009: “Primo Maggio, il seguito ateniese del 2009

Il quartiere di Kesariani (ora un comune) si trova a poche centinaia di metri dall’hotel “Athens Hilton” nella parte orientale di Atene. Il nome Kesariani [“Kaesariani” in greco raffinato] deriva da un monastero cristiano costruito nell’area dai bizantini nell’undicesimo secolo. Nei tempi classici c’era nel luogo un tempio dedicato a …. Venere, poiché vi era una sorgente la cui acqua si credeva aiutasse le donne sterili. Anche Ovidio aveva scritto del tempio. Al solito, i cristiani demolirono il tempio di Venere e costruirono un monastero. Poi, a metà del diciannovesimo secolo, Otto, il cristiano cattolico bavarese imposto come re ai greci, chiuse il monastero cristiano ortodosso.

Nei primi anni ’20 del 1900 ai greci fu “ordinato” dalle Grandi Potenze di invadere la Turchia attraverso l’Asia Minore. I turchi resistettero e spinsero la popolazione greca dell’Asia Minore nel territorio greco come profughi. Alcuni dei profughi furono ospitati nel 1923 in un gruppo di edifici che divenne il quartiere Kesariani e che, alla fine, divenne un bastione della Sinistra.

Domenica 17 maggio 2009, alle dieci del mattino, c’è stata l’annuale commemorazione nel luogo dell’esecuzione dei duecento di Kesariani. Di nuovo, alla cerimonia sono state presenti circa cinquanta persone, di cui venti erano le autorità. E, di nuovo, c’è stata la deposizione di corone da parte dei rappresentanti (diversi da quelli di Haidari) dei quattro partiti citati [nell’articolo originale – n.d.t.], eccetera. Il sindaco di Kesariani ha tenuto un discorso sui duecento e ha svolto una breve analisi della situazione attuale del mondo, un’analisi che sarebbe stata applaudita da qualsiasi statunitense onesto.

Comunque la cerimonia a Kesariani ha avuto uno sviluppo di grandissima importanza. Presente alla cerimonia è stato l’ambasciatore tedesco in Grecia, il dottor Wolfgang Schultheiss! La deposizione di una corona da parte dell’ambasciatore è stata solo una formalità. Quello che è stato importante è stato il fatto che ha avuto il coraggio di presenziare a quella specifica cerimonia e il fatto che non potevano essere motivi di propaganda nella sua presenza poiché la cerimonia, dopo quasi tre generazioni, non è neppure citata nei media.

Ho lasciato il luogo con la sensazione che il dottor Schultheiss sia rimasto sinceramente commosso dalla vista di uomini e donne di più di novant’anni, che camminavano con difficoltà e a malapena si reggevano in piedi, che tenevano brevi discorsi sul podio in onore dei loro compagni o parenti uccisi, come ha fatto una donna di età avanzata che ha recitato una poesia dedicato al suo fratello giustiziato.

Tuttavia, anche se l’ambasciatore tedesco ha avuto il coraggio di partecipare alla cerimonia dei duecento, i neonazisti greci hanno fatto sentire la loro vile presenza. Camminando lungo il muro che racchiude il luogo dell’esecuzione verso un’area leggermente isolata, ho trovato per terra una quindicina di opuscoli neonazisti, probabilmente gettativi in fretta. Gli opuscoli era di circa 13 centimetri per 18 e stampati in nero su entrambi i lati. Sul verso avevano il simbolo dei neonazisti tedeschi, una croce cristiana sopra un cerchio, e vi era stampato il titolo: “Rete Autonoma dei Nazionalisti”. Sul retro era stampato: “I Lavoratori Hanno una Patria. Viva il Primo Maggio Greco!”. Che i neonazisti scrivano “Viva” il Primo Maggio (di Haymarket) è idiota. E tuttavia si tratta di idioti assassini. In Grecia, come in Italia, in Germania, eccetera, hanno cominciato ad aggredire gli immigrati.

L’insistenza nel riferire gli eventi delle esecuzioni dei duecento potrebbe essere interpretata come un tentativo di fare appello a “emozioni forti”. No, Haidari e Kesariani sono in rapporto con quanto succede nel mondo proprio oggi. Ci sono dozzine di casi di “duecento” che hanno luogo nel mondo ogni giorno, grazie agli sforzi degli ipocriti “Leader” del mondo. E’ ora per tutti noi di cominciare a fare qualcosa. Uno dei modi è creare una nuova Norimberga!

Lettera aperta

Oggi, 27 maggio 2013 sulla prima pagina del “Giornale degli Editori” di Atene c’è una lettera aperta indirizzata al Primo Ministro greco. Eccone la traduzione:

“Signor Primo Ministro,

domattina inizi la Sua giornata in modo diverso. Prenda con sé solo due delle sue guardie personali, non informi i suoi collaboratori, non informi assolutamente nessuno nei media e vada al Poligono di Tiro di Kesariani. Dopo aver attraversato l’area edificata Lei raggiungerà il luogo … delle esecuzioni. Lì chieda alla Sua scorta di restare a distanza, si spinga avanti e rimanga da solo in piedi sul luogo esatto in cui più di novecento greci furono giustiziati durante l’occupazione nazista. Lo scenario è incredibile. Le terrà compagnia solo il cinguettio degli uccelli e forse, se Lei si concentrerà un poco, potrà udire le ultime grida dei patrioti che lì hanno sacrificato le loro vite: “Viva la Grecia!”, “Viva la libertà!”, “Abbasso il fascismo!”, “Viva il KKE!” [il partito comunista greco]. Sì, non sia sorpreso; forse Lei non lo sa o non ha mai letto qualcosa al riguardo, ma tra i giustiziati ci furono parecchi comunisti, come i duecento del Primo Maggio del 1944, e tuttavia il loro sacrificio fu al servizio di uno stesso ideale: la liberazione della patria dall’occupante straniero.

Il luogo è letteralmente sacro, poiché è stato imbevuto del sangue di persone che non pensarono alla propria vita. Avevano genitori, figli e persone care. Da allora, molte lotte furono necessarie per fermare il suono degli spari dell’Associazione Tiratori. Nel 1984 l’indimenticabile Melina Mercoury riuscì ad ottenere che l’area fosse dichiarata “monumento storico”, mentre un po’ di tempo dopo l’intera area fu definita zona d’interesse storico.  Poi, all’inaugurazione [del monumento], il 24 giugno 2005, furono tutti presenti: il presidente K. Papoulias, il primo ministro K. Karamanlis, il signor M. Glezos [famoso per aver tolto la bandiera nazista dall’Acropoli], fianco a fianco con K. Mitsotakis [un politico di destra] e con il sindaco e la popolazione di Kesariani.  Il signor Papoulias dichiarò che “Kesariani si identifica … con il suono dei mitra e quel suono continua a echeggiare in noi, come memento perenne del nostro debito verso coloro che si sacrificarono.”

Tuttavia quest’area di 24 acri [circa 100.000 metri quadrati – n.d.t.] che formalmente appartiene all’Organizzazione dell’Edilizia Scolastica e che è stata trasferita al TAIPED [il fondo creato recentemente per vendere il patrimonio greco] il nostro governo vuole venderla.  Cioè Lei ha incluso nella lista dei terreni per il futuro sviluppo l’area del “Luogo del Sacrificio per la Libertà”, un’area che, comunque, il municipio [di Kesariani] sta reclamando da decenni.

Questo luogo ha un enorme valore simbolico. E’ la storia e la memoria vivente di un intero popolo che ha contrastato il fascismo e il nazismo e li ha sconfitti. I giustiziati di Kesariani si sono sacrificati per difendere la libertà e l’indipendenza della patria, valori che uniscono tutti i greci, dalla destra conservatrice all’estrema sinistra. Questo luogo non può essere trasformato in un centro commerciale, non può essere ‘sviluppato’. Ha il proprio valore, di per sé evidente.

Signor Primo Ministro,

ritorni nel suo ufficio e sfogli le pagine degli ultimi scritti di sua bisnonna, Penelope Delta, se pensa che possa aiutare la sua memoria, e dia istruzioni ai suoi di cancellare immediatamente il Poligono di Tiro di Kesariani dalla lista delle vendite del TAIPED.”

Due domande,

1. Le persone al potere in Grecia sanno che vendere la Grecia ai russi, ai cinesi e ai tedeschi non sarà tollerato dai greci comuni. E tuttavia lo fanno. Perché?

2. Qual è l’obiettivo dei “mentori” statunitensi dei greci al potere?


Da Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: http://www.zcommunications.org/open-letter-to-the-greek-prime-minister-by-nikos-raptis

traduzione di Giuseppe Volpe

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