Originale: Socialistworld.net
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12 febbraio 2013

Grecia: legge marziale per fermare gli scioperi
Editoriale di Xekinima
(bimensile del CWI Comitato per un'Internazionale dei Lavoratori greco)
traduzione di Giuseppe Volpe

Il governo greco ha impiegato una coscrizione in stile militare contro i lavoratori marittimi in sciopero per costringerli a interrompere la loro azione sindacale. I lavoratori dei traghetti si stanno battendo contro i tagli ai salari, le perdite di occupazione e i mesi di ritardo nel pagamento dei salari. Lo sciopero è iniziato lo scorso giovedì con un’azione di 48 ore, seguita da altri due scioperi di 48 ore. L’azione sindacale ha colpito fortemente i passaggi dalla Grecia a una miriade di isole. Ma la sera del 5 febbraio è stata mobilitata la polizia, sulla base della cosiddetta “legislazione d’emergenza” per reprimere i picchetti.

Tale legge draconiana del 2007 consente al governo di dichiarare illegali gli scioperi e di porre i lavoratori in “mobilitazione civile”. I lavoratori sono minacciati di essere ricondotti a forza al lavoro e di rischiare il licenziamento e forse il carcere. Il governo guidato da Nuova Democrazia ha utilizzato recentemente la stesse legge antidemocratica contro lo sciopero dei lavoratori della metropolitana di Atene.

Per fermare questi attacchi ai fondamentali diritti dei lavoratori, era necessario un appello delle dirigenze sindacali e dei partiti di sinistra alla mobilitazione dell’intera potenza del più ampio movimento dei lavoratori in tutta la Grecia. Le due principali federazioni sindacali, GSEE e ADEY, hanno organizzato invece, mercoledì 6 febbraio, limitate iniziative di solidarietà con i lavoratori marittimi a livello regionale, tra cui una manifestazione di protesta al Pireo.  

La battuta d’arresto nei confronti dei lavoratori dei traghetti non farà che incoraggiare il governo diretto da Nuova Democrazia, con il sostegno dei suoi partner di coalizione, il ‘socialdemocratico’ PASOK e la Sinistra Democratica, a ricorrere nuovamente alla legge marziale contro il movimento dei lavoratori sindacalizzati. Successivi governi greci hanno impiegato molte volte la legge contro i lavoratori di “servizi essenziali” da quando sono iniziati la crisi economica e i gravi tagli dell’austerità. Mostra fin dove la classe di governo greca è pronta a spingersi per imporre il programma della troika (Fondo Monetario Internazionale, Commissione Europea e Banca Centrale Europea) in cambio del salvataggio finanziario, politiche che salvano le grandi banche e istituzioni finanziarie ma impoveriscono gran parte della popolazione greca.

Le iniziative del governo greco dovrebbero costituire anche un ammonimento per la classe lavoratrice di tutta Europa. Imponendo tagli profondamente impopolari e difendendo i propri profitti e interessi, la classe dominante utilizzerà misure sempre più coercitive e repressive contro i diritti democratici e sindacali, in particolare contro il diritto allo sciopero.

Di seguito riportiamo un editoriale del numero corrente del giornale della Xekinima (CWI Grecia) sui recenti attacchi del governo greco contro i lavoratori in sciopero. In una reazione molto benvenuta all’urgente necessità di un’alternativa socialista militante per i lavoratori greci, il giornale si trasforma da mensile a quindicinale, con il primo numero della nuova periodicità lanciato questa settimana.

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Il governo greco sta ricorrendo allo stato del terrore per spezzare il movimento dei lavoratori, usando la repressione, compresa la legislazione d’”emergenza”. Tutto quello che il governo ha da offrire è un sistema che opera a favore dei banchieri, degli armatori e dei grandi appaltatori, mentre a noi riserva disoccupazione di massa, povertà e fame e attacca i diritti fondamentali democratici e sindacali.

In realtà, tuttavia, il movimento di massa ha un potenziale tale che potrebbe spazzar via tutti questi ipocriti. Ma, sfortunatamente, i dirigenti sindacali e dei partiti di sinistra si rifiutano di organizzare adeguatamente la lotta.

In sole due settimane la legislazione d’emergenza è stata utilizzato contro i lavoratori in sciopero della metropolitana, del tram e degli altri trasporti su rotaia e ora contro i lavoratori marittimi che sono scesi in sciopero. Sono stati minacciati di carcere e licenziamenti.

I lavoratori dei traghetti attendono la loro paga da 6 a 12 mesi. Non hanno contratti collettivi di lavoro. La nuova legge cancella l’impiego obbligatorio delle imbarcazioni per 10 mesi il che significa che i lavoratori dei traghetti devono trovare impiego stagionale. Ogni armatore sarà in grado di gestire navi mercantili o passeggeri per il periodo che desidera (normalmente solo nei mesi estivi).

I contadini poveri affrontano anch’essi l’impoverimento, con i costi di produzione (spese per petrolio ed elettricità, interessi sui prestiti, ecc.) che crescono, facendo scomparire i loro magri redditi.

Per garantire i profitti dei banchieri, il governo è disponibile a trasformare il paese in un immenso campo militare, utilizzando le proprie leggi draconiane!

Come ha detto correttamente a una recentemente assemblea di massa dei lavoratori degli autobus di Atene, Apostolis Kasimeris, un membro della Xekinima e membro del comitato esecutivo del sindacato dei lavoratori degli autobus: “Non possono mandare in galera 6.000 lavoratori. Non possono licenziarci tutti. E non siamo soli. I lavoratori della metro possono riprendere le proteste. I lavoratori del porto sono fuori, i lavoratori dei traghetti stanno programmando scioperi, e i contadini sono già scesi in piazza …”

Cosa succederebbe se i lavoratori dei trasporti urbani scioperassero contemporaneamente ai lavoratori dei traghetti e ai contadini, specialmente se tale azione unitaria fosse appoggiata dai lavoratori delle amministrazioni pubbliche locali e dei cantieri, eccetera? Nessun governo potrebbe resistere a un movimento simile!

Saranno i lavoratori a trarre le loro conclusioni su quale sarà il prossimo passo

Ma la dirigenza della GSEE (Confederazione Generale dei Lavoratori Greci) e di altri sindacati non è disponibile a intraprendere un’azione simile, ad ampliare, coordinare e inasprire gli scioperi, a costringere il governo a far marcia indietro. E anche se adesso è il momento in cui la sinistra dovrebbe passare all’azione, i partiti di massa della sinistra sono molto indietro rispetto alle necessità del presente. Il KKE (Partito Comunista Greco) insiste di essere l’unico che dovrebbe guidare il movimento e denuncia tutti gli altri partiti e le altre forze della sinistra come “traditori”. Contemporaneamente il gruppo di maggioranza nella dirigenza della SYRIZA (Coalizione della Sinistra Radicale), che si aspetta di essere al governo tra pochi mesi, annacqua sempre più le politiche e il programma formali anti-tasse e filosocialisti.

Ma ci sono segnali positivi che provengono dalle recenti lotte dei lavoratori e dal vasto movimento di resistenza. La settimana scorsa i lavoratori degli autobus hanno votato a stragrande maggioranza, con più di mille voti a favore, la prosecuzione del loro sciopero. La proposta delle fazioni sindacali filogovernative ha ottenuto soltanto 750 voti. Il voto è stato perso solo a causa della scissione, alle urne, tra le forze della sinistra

[Vedere “lo sciopero dei lavoratori degli autobus annullato dopo la vittoria delle fazioni sindacali filogovernative”, www.socialistworld.net, 31/01/2013].

Mediante le loro lotte, che sono spesso difficili e dolorose, i lavoratori trarranno le conclusioni su quale sarà il prossimo passo. Concluderanno di dover agire insieme e di dover coordinare azioni di massa. Ma gli attuali dirigenti sindacali si oppongono a questo. Perciò i lavoratori devono intraprendere iniziative dal basso, per costringere i sindacati ad attuare azioni per rovesciare le politiche del governo e cacciarlo!


Da Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: http://www.zcommunications.org/martial-law-used-to-end-ferry-workers-strike-by-xekinima

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