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19 ottobre 2013, 10:19

Francia: studenti ancora in piazza 
per Leonarda che, forse, è italiana

Parigi, Lione, Marsiglia, Grenoble, Angers, La Rochelle sono solo alcune delle città attraversate dai cortei dei giovani che protestano contro l’espulsione della studentessa kosovara, dopo essere stata prelevata durante una gita scolastica, e di Khatchik, uno studente armeno. E mentre un sondaggio rivela che il 65% dei francesi è contraria al rientro della quindicenne, la compagna del presidente Hollande, Valerie Trierweiler afferma: “La scuola è un luogo di integrazione e non di esclusione”

Non si fermano le proteste degli studenti francesi contro l'espulsione di due studenti extracomunitari che arrestati dalla polizia con le famiglie, sono stati rimpatriati senza complimenti. Il caso più noto è quello di Leonarda, la quindicenne kosovara prelevata di poliziotti durante una gita scolastica e accompagnata alla frontiera insieme ai genitori e ai fratelli perché registrata come clandestina. Una storia che ha messo in serie difficoltà il ministro degli Interni, difensore della linea dura sull'immigrazione clandestina e che divide il Paese. Se, da un lato, migliaia di giovani sono tornati in piazza in molte città per protestare contro il provvedimento di espulsione chiedendo il rientro della ragazza in Francia, secondo un sondaggio della Bva per il quotidiano ‘Le Parisien’ rivela che il 65 per cento dei francesi si opporrebbe al rientro della famiglia kosovara, anche se il 46% degli intervistati si dice shoccato per le modalità dell'arresto della 15enne, modalità che sono oggetto di un'inchiesta interna da parte del governo francese che da giorni è nella bufera. Ma una percentuale ancora più alta, il 74%, appoggia il comportamento del ministro dell'Interno, Manuel Valls, in questi giorni duramente attaccato da molti colleghi del Partito socialista. E nella vicenda è intervenuta anche la compagna del presidente Francois Hollande, Valerie Trierweiler, affermando: "La scuola è un luogo di integrazione e non di esclusione. Certe frontiere non si devono oltrepassare e la porta della scuola è una di queste" e sottolineando, d’accordo con il ministro dell'Educazione, Vincent Peillon, che la scuola deve essere considerata un "luogo sacro".

Diverse le manifestazioni studentesche che hanno riempito strade e piazze delle principali città francesi. A Parigi, si sono mobilitati una ventina di licei, ma il movimento ha riguardato anche la banlieue e la provincia, con azioni simboliche a La Rochelle, Lione, Marsiglia. Cortei anche Grenoble, Angers, Avignone e altri centri per protestare contro l'espulsione di Leonarda e di Khatchik Kachatryan, un altro studente armeno, rimandato nel suo Paese sabato scorso. Non sono mancati momenti di tensione nella Capitale a Place de la Nation dove, secondo la Questura parigina, circa 300-400 persone, che assomigliavano ''più a dei vandali che a degli studenti'', hanno ''cercato un contrasto con le forze dell'ordine''. Gli agenti hanno sparato dei colpi per disperdere la folla e non si sono verificati incidenti maggiori, ha aggiunto la questura. Secondo un giornalista presente sul posto, scrive Le Monde, la polizia ha fatto uso di gas lacrimogeni. Nel corteo parigino ha sfilato anche il co-presidente del Parti de Gauche, Jean-Luc Mélenchon, che ha duramente protestato contro la decisione del governo socialista di Francois Hollande di espellere la studentessa 15enne.

E sulla vicenda di Leonarda si apre anche un piccolo giallo a proposito della reale nazionalità della ragazza espulsa dalla Francia. Una volta in Kosovo suo padre, Reshat Dibrani, aveva confessato ai media francesi di aver mentito alle autorità affermanche che sua moglie e i suoi cinque figli sarebbero in realtà nati in Italia. Se tale fatto fosse dimostrato tutto cambierebbe in meglio per Leonarda e i familiari, ad esclusione del genitore, perché, come spiegato in un articolo pubblicato su ‘Le Figaro’, in questo caso tutti i membri della famiglia - tranne il padre – potrebbero circolare liberamente in quanto cittadini europei.

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