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NSA whistleblower video


http://www.informarexresistere.fr
14 giugno 2013

Il Candido e il Datagate
di Glauco Benigni

«La mia paura più grande – dice Edward Snowden all’intervistatore di The Guardian in un’anonima stanza d’albergo – è che niente cambi».

«La mia paura più grande – dice Edward Snowden all’intervistatore di The Guardian che gli pianta in faccia la telecamera in un’anonima stanza d’albergo – è che niente cambi».
Tragica visione della Storia. Ma. non sarebbe la prima volta.
Per autoconservarsi il Potere, da che se ne ha memoria, ha usato a suo favore ogni complessa ed estrema informazione e ogni strumento e facoltà noti alla specie umana. Sul piano strategico: le conoscenze militari, tecnologiche, chimiche, etc… sul piano tattico: la tortura, l’ipnotismo, la menzogna ben orchestrata, il doppiogioco, etc… Laddove venga scoperto, il Potere, nelle democrazie contemporanee, giustifica il suo operato affermando che lo fa per la Sicurezza del Popolo che lo ha chiamato a governare. E il Popolo, complice inebetito, fa finta ogni volta di sorprendersi e di indignarsi quando le informazioni, gli strumenti, le facoltà, i metodi orrendi e impensabili vengono resi noti.
È la grande politica del Tabù. «Io so che tu sai e so che farai finta di non sapere e che eviterai di parlarne, perché altrimenti dovresti riconoscere e accettare la tua misera condizione di microbo galattico e suddito impotente».
Qualcuno dice: «Questa storia supera la fantasia». Non è vero! Non lo sapevano “tutti”. Ma lo intuivano quasi tutti e lo sapevano in moltissimi. È il “dopo Echelon”. Era un Tabù classico. Come la pedofilia praticata dai preti nei secoli, come le attività segrete dei Bilderberg&Co., come gli accordi tra Stati e Mafie, come l’esistenza dei bambini schiavi, etc…
I Tabù e l’Omertà vanno a spasso a braccetto nella Storia e nella Geografia, generando al loro intorno un’aura di perverso silenzio, fin quando talvolta, non inciampano, scivolano . e cadono. A quel punto il perverso silenzio si tramuta in un picco di frastuono mediatico che Qualcuno tenta di usare a proprio vantaggio.
Di solito è un Contropotere quello che predispone la buccia di banana . talvolta però è un Candido individuo che, trafitto al suo letto insonne dagli strali di una coscienza (forse ormai fuori moda), ispirata ai grandi valori astratti della Giustizia, Verità, Trasparenza, etc… se ne fa portabandiera ed è pronto a sottrarsi al peccato di “falsa testimonianza” con parole e azioni. Tanto più il Candido è disposto alla morte o alla sofferenza, tanto più è efficace e pericoloso per il Potere. Una volta li chiamavano Eroi.
Il caso Boundless Informant – Datagate – Edward Snowden è uno di questi casi. S’inscrive nella nuova scena globalizzata in cui si sono mossi gli Assange, i Bradley Mannings, gli Anonymous, i Greenpeacers che vanno all’arrembaggio dei cacciatori di balene. Edward non è “una talpa”, non è un”informatore”, non è un ex agente della Cia; è un whistleblower : uno “scoppiato” a causa della pressione alla quale è stato esposto per anni, che invece di andare dallo psichiatra ha scelto una soluzione epica.
Edward in realtà, basta guardarlo, è un Nerd : un prodotto antropologico dell’Era Internet. Ha 29 anni, è un Nativo Digitale, uno che è nato con la tastiera e il joystick in mano. Nella sua breve esistenza è già stato – come dice lui – “informatico per la CIA” e, prima del casino delle rivelazioni, era “infrastructure analyst per la NSA”. Ma, molto importante, Edward non è un dipendente né della CIA, né della NSA. Lui lavorava per un contractor, una società che si chiama Booze Allen Hamilton che ha un appalto dalla NSA per occuparsi di Sicurezza, Controllo, Produzione e Archiviazione di dati e metadati. Edward guadagnava 200mila dollari Usa al mese (non sappiamo se netti o lordi), aveva una fidanzata e passava le giornate in un ufficio luminoso, con l’aria condizionata, alle Hawaii, seduto al computer a fare lo spione . e allora? Stando a queste premesse doveva essere per forza contento e soddisfatto? Doveva per forza essere d’accordo con i suoi datori di lavoro e “amare” quel lavoro di merda che faceva?

Un giorno (non sappiamo quando comincia la sua crisi) Edward comincia a parlare con i suoi colleghi:
“Ma sarà giusto che noi possiamo e dobbiamo archiviare tutte queste conversazioni telefoniche?
“Ma sarà giusto che Facebook e Twitter ci passano le chiavi di accesso ai profili dei loro utenti e noi assistiamo alle loro chat, conosciamo le loro più intime rivelazioni, sappiamo tutto della loro rete di relazioni?”
“Ma chi se ne frega”, gli rispondevano i colleghi.
Ed Edward si è sentito sempre più solo, in un gruppo in cui il cinismo dominava su ogni altra considerazione e valore.
“C’è una cazzo di Legge ” – gli ricordavano – ” tutto funziona così perché Bush nel 2001 si è inventato il Patriot Act e Obama nel 2008 l’ha integrato. Noi siamo autorizzati a verificare chi è terrorista, chi studia da terrorista, chi fiancheggia i terroristi, chi sta per mettere al mondo un terrorista.”
Ma Edward, da bravo Amleto digitalizzato, era lacerato dai dubbi: “Non sarà che a forza di archiviare dati, a forza di costruire profili sempre più dettagliati, si produce un data base talmente complesso e interpretabile che potrebbe consentire di affibbiare a Chiunque la definizione di terrorista? Solo perché magari un giorno ha sbagliato a comporre numero di telefono. Solo perché è andato a vedere il sito di qualche Imam che in seguito si è scoperto addestrava combattenti alla Guerra Santa. Solo perché su YouTube ascoltava le compilation di gruppi punk che incitano alla rivolta sociale. Solo perché ha sottoscritto una petizione on line contro l’uso dei droni?”
Il mondo è dominato dal “technoimperialismo”, Edward, più di altri lo sa bene e, a un certo punto, ha ritirato la Fiducia. E certo. Come puoi fidarti dell’integrità della CIA e della NSA quando vedi su YouTube certi video in arrivo dai fronti di guerra . quando capisci che quelli di Hollywood ti dicono bei pezzi di verità, ancorché mascherata da fiction?
“Se avessi voluto, nel mio ruolo e con l’autorità di accesso che avevo – dice Edward a The Guardian – avrei potuto vendere dati sensibili al mercato aperto, ai Russi. Avrei potuto rivelare le location di basi segrete, i nomi degli agenti sul campo, avrei potuto mettere fuori gioco l’intero sistema di sorveglianza. ma non l’ho fatto. Io non voglio recar danno agli Usa. Ho voluto sottoporre all’Opinione Pubblica una situazione in atto. Quella relativa al controllo degli individui. Credo che l’Opinione Pubblica debba esprimersi sull’ipotesi che alcune attività della NSA stiano potenzialmente sovvertendo la democrazia”. Candido ! Ineccepibile. E in effetti non lo crede solo lui.
Ieri una commissione di Senatori, sia democratici che repubblicani, ha convocato al Campidoglio a Washington, il capo della NSA, generale Keith Alexander e per un paio d’ore lo ha spremuto ben bene. ” Ci spieghi” – gli hanno detto. Candidi ! Anche loro.
“Grazie al sistema di sorveglianza – ha risposto Alexander – abbiamo sventato “dozzine” di attacchi terroristici” E te pareva ? Magari è pure vero. I dettagli però non vengono resi noti. ” Piuttosto che mettere in crisi la sicurezza di questo paese preferisco far credere che io sto nascondendo qualcosa”. Candido!
Comunque, se non altro, la scena si è un po’ chiarita. I programmi di sorveglianza sono due. E sono tra loro ufficialmente distinti. Il primo, quello che sta creando il massimo dei guai a Obama, è autorizzato dalla sezione 215 del Patriot Act e «giustifica la raccolta di milioni di registrazioni telefoniche di cittadini Usa, ma non consente di esaminare il loro contenuto» – così dice Alexander. E così dice anche il presidente in Tv : «per esaminare il contenuto ci vuole l’autorizzazione del Magistrato federale». A quali condizioni si ottiene questa autorizzazione non ce lo dice nessuno. Motivi di sicurezza, ovviamente.
“L’altro programma – continua Alexander – è autorizzato dalla sezione 702 del 2008 Fisa Amendament Act. E’ noto come Prism, riguarda le comunicazioni online di coloro i quali si ritiene non siano su territorio USA.” Spiegazione a dir poco “nebbiosa”. Che si intende con “comunicazioni online” ? Tutto : email, chats, appelli su Facebook, siti, videotelefonate, petition, etc…?  E sopratutto che vuol dire «coloro i quali si ritiene non siano su territorio USA»? Chi «ritiene?»
Probabilmente Alexander fa riferimento all’indirizzo IP di origine delle comunicazioni online. Se è “off USA” allora va bene, “registrate a più non posso”. La logica è: ogni utente della rete internet “off Usa” è un potenziale terrorista, amico di terroristi, parente di terroristi. E comunque noi possiamo tenerlo sotto controllo perché ogni indirizzo IP del mondo lo dà il nostro Ministero del Commercio attraverso l’ICANN. È ovvio che tutta ‘sta storia si inscrive nel grande scenario della cyberguerra. Non è un caso che la Cina stia cercando di ottenere i prossimi IP di nuova generazione dall’agenzia dell’ONU ITU a Ginevra e non vuole più rivolgersi all’ICANN.
E quindi questa considerazione autorizza Qualcuno a pensare che Edward sia al soldo dei Cinesi. Fra l’altro: perché sarebbe andato a Honk Kong ? Poteva andare, come gli suggerisce Assange, in Sud America. O accettare un invito che – sembra – sia stato fatto dai Russi. In effetti questa andata a Honk Kong può apparire un po’ strana. Edward ci sarebbe arrivato addirittura 3 settimane fa e si sarebbe fermato per tutto questo tempo in un lussuoso albergo che ha lasciato lunedì pomeriggio per destinazione ignota. Lui afferma che la scelta di Honk Kong è motivata dal fatto che «la città ha una lunga tradizione di difesa della libertà di espressione».
Una conferma a questa tesi giunge dalle dichiarazioni di 11 organizzazioni di attivisti dell’ex protettorato britannico, quasi tutte ONG – Diritti Umani, le quali stanno organizzando una manifestazione che si terrà domenica alle 15.00.
«Bisogna rispettare gli standard legali internazionali e le procedure relative alla protezione di Snowden – dicono – condanniamo il Governo degli Stati Uniti per la violazione dei nostri diritti e della privacy».
Hanno ragione. C’è poco da dire. Il Governo Usa comunque, per il momento, sta valutando come utilizzare l’accordo di estradizione che ha siglato con Honk Kong nel 1996, accordo che prevede però il veto della Cina (ecco là!) e la protezione per i fuggitivi che sono esposti a persecuzione politica e a eventuali torture. Bradley Mannings docet.

Ma torniamo al Generale Alexander torchiato dai Senatori, il quale ha detto ieri: «Certo era difficile tenere distinti i due programmi e dar credito all’uno, se contribuiva all’investigazione, senza dar credito all’altro. In realtà si intrecciavano». In sostanza : “Se controllo miliardi di comunicazioni on line che arrivano da off Usa come faccio a non controllare anche i destinatari che stanno in USA?” Un problemino tecnico non da poco. Il povero Generale Alexander e i suoi uomini, al dunque erano responsabili di 97 miliardi di “pezzi di intelligence” in arrivo dai computer del mondo.
L’Iran appare essere il maggior controllato con 14 miliardi di pezzi, seguito dal Pakistan con 13,5; dalla Giordania con 12,7; dall’Egitto con 7,6 e dall’India con 6,3 miliardi di pezzi. Una vitaccia. Non ti puoi fidare di nessuno! Stranamente il dato sulla Cina, che sta provocando l’ormai abituale conflitto diplomatico tra le 2 superpotenze, non è – ancora – rivelato.
«Ogni volta che la NSA aveva ragionevoli sospetti su una persona che poteva essere coinvolta in attività terroristiche – continua Alexander – noi ricostruivamo la sua storia, vedevamo con chi aveva avuto rapporti in passato e passavamo l’informazione all’FBI» Candido ! E’ proprio questo il motivo per cui Edward ha ritenuto opportuno squarciare i veli. Evidentemente il concetto di ragionevole sospetto può sconfinare nelle decisioni unilaterali.
A Mike Johannes, senatore del Nebraska, infatti non gli basta : «Ma questo consentiva la costruzione di un data base in cui c’erano Tutti». «Ma no! – risponde Alexander – ci sono regole che impediscono di consultare quel data base se non ci sono sospetti». Ancora: «i sospetti». «E chi certifica che quei sospetti corrispondono a standard tali da giustificare il controllo?»
Alexander su questo continua a essere vago. «Il Fisa Amendment Act autorizza il controllo dei dati solo quando il ragionevole sospetto è basato su specifici fatti che sono associabili a organizzazioni terroristiche internazionali».
Augh.
In realtà valgono le Due Leggi Imperiali del III Millennio : «Se si può fare, si fa!», «Chi prende il piatto ha ragione.»

Oltre ai dubbi, provocati dal comportamento della NSA, restano in piedi altri dubbi ancora, stavolta provocati dal comportamento dei due grandi quotidiani ai quali Edward Snowden ha passato le informazioni. Si trattava di 41 slides realizzate in PowerPoint che spiegavano come si effettuava il controllo. Stranamente : Washington Post e The Guardian ne hanno pubblicate solo 5, nonostante l’accordo con Snowden fosse quello di pubblicare tutto entro 72 ore. Si possono ipotizzare diversi motivi – immaginate gli Editori che ricevono una telefonata dalla Casa Bianca – ma non si ha alcuna certezza. Le restanti 36 slides restano in frigorifero. Ne sapremo di più nei prossimi giorni.

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