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12 Ott 2013

Gli Indignados si fanno il partito per le Europee
di Guido Caldiron

I candidati del "Partido X" escono allo scoperto dopo un lungo anonimato: «Contatti col M5S, ma non ci piace l'idea del leader mediatico»

Se ne era cominciato a parlare già nella primavera del 2012, quando ancora le loro tende riempivano la Puerta del Sol a Madrid. Poi, all’inizio di quest’anno, era arrivato un primo segnale concreto: un video postato su YouTube dove una giovane maestra elementare spiegava come il loro programma si potesse riassumere in un solo slogan, «Democrazia e punto». Nel senso di punto e basta. Ora gli ex indignados hanno deciso di scendere in campo ufficialmente, lanciando una nuova formazione politica, il Partido X che conoscerà il proprio battesimo elettorale tra otto mesi in occasione del voto europeo.

La presentazione dell’iniziativa è arrivata qualche giorno fa. Quella che si è autodefinita come Red Ciudadana Partito X ha dato appuntamento alla stampa e ai propri sostenitori al Circulo de bellas artes di Madrid e, in contemporanea, anche in un’altra decina tra aule universitarie, librerie e centri culturale di altrettante località del paese, da Barcellona a Palma di Maiorca passando per Siviglia e Granada. Questo, senza contare che in migliaia hanno seguito la presentazione online all’indirizzo partidox.org.

Il programma esposto si basa su quattro punti fondamentali, elaborati nel corso degli ultimi dieci mesi sia attraverso il dibattito in rete che in assemblee pubbliche: la partecipazione dei cittadini, la trasparenza, la tenuta di referendum vincolanti e il diritto di voto permanente sulle scelte del parlamento. «In altre parole, una forma di democrazia a cui possono effettivamente partecipare tutti», ha spiegato Maria, una giovane precaria madrilena tra le animatrici del nuovo partito. «Un modo per cambiare tutto, per smetterla di concedere ai deputati che vengono eletti grazie al nostro voto, una sorta di assegno in bianco», le ha fatto eco Juan, avvocato di Siviglia.

In sintesi, una sorta di “riforma dello stato” dal basso che intende rispondere alla crisi politica che caratterizza il paese, dove scandali a ripetizione hanno colpito sia il Partido popular, al governo, che i socialisti all’opposizione e perfino i maggiori sindacati, come è accaduto nelle ultime settimane in Andalusia. Questo, mentre il programma economico del Partito X sta affrontando gli ultimi emendamenti in rete e sarà presentato alla fine di novembre. Anche se, in un paese dove il Consiglio d’Europa – sono dati di questi giorni – stima che un terzo delle famiglie viva ormai sotto la soglia di povertà, è già chiaro che non potrà che contenere delle proposte shock. «Vogliamo che i responsabili della crisi siano processati e che si vari subito un piano d’azione per sostenere che si trova in difficoltà (una Norimberga finanziaria e un Piano Marshall adattato al 21° secolo)», si può già leggere sul loro sito.

Dopo aver scelto lungamente l’anonimato, «per rispetto delle decine di migliaia di persone che sono impegnate allo stesso livello in questo progetto che non prevede né portavoce né capi», in base a una scelta che definiscono come «esclusivamente pratica», gli esponenti della nuova formazione si sono presentati con nomi e cognomi ai giornalisti. Si tratta di “cittadini comuni”, in maggioranza giovani ma non solo, molti dei quali si sono affacciati alla politica grazie al vasto movimento degli indignados apparso sulla scena spagnola nella primavera del 2011.

«Tra noi la maggioranza viene dal movimento del 15M – dalla data del maggio di due anni fa che vide scendere in piazza in tutto il paese centinaia di migliaia di persone», spiegano. «Nell’ultimo anno moltissimi spagnoli si sono mobilitati per esprimere la loro indignazione contro questa classe politica corrotta e incapace, ma non hanno raggiunto il loro obiettivo finale: quello di recuperare la sovranità sul proprio paese. È venuto il momento di farlo, di mandarli tutti a casa», ha spiegato una delle promotrici dell’iniziativa, direttrice di un piccolo teatro madrileno.

Proprio come gli indignados della Puerta del Sol, gli animatori del Partito X sono organizzati in gruppi di lavoro che seguono singoli dossier e elaborano proposte concrete anche grazie alla collaborazione di esperti e ricercatori molto noti in Spagna. Così, ad esempio alla loro Comisión Ciudadana Anticorrupción partecipano Raul Burillo, ex responsabile dell’agenzia delle entrate delle Baleari che nel 2010 si dimise denunciando uno scandalo di vaste proporzioni, Antonio Moreno Alfaro, un ingegnere che ha più volte sistenuto l’irregolarità delle tariffe elettriche, mentre alla definizione del programma politico del partito hanno dato il proprio contributo il giurista Juan Moreno Yagüe, il sociologo Ismael Peña o la nota cyberattivista Simona Levi.

Alla nuova formazione ha inoltre espresso il suo appoggio Hervé Falciani, l’ex informatico della banca Hsbc di Ginevra che nel 2008 divulgò i nomi di migliaia di evasori fiscali di tutto il mondo.
Quanto ai possibili paralleli con il movimento di Beppe Grillo, gli animatori del Partito X sono molto chiari: «Abbiamo dei contatti con il Movimento 5 Stelle, ma non consideriamo quell’esperienza come un modello. Noi rifiutiamo assolutamente l’idea che un partito possa essere incarnato da un leader mediatico e consideriamo discutibili e perlomeno lassisti i criteri di selezione dei loro candidati alle elezioni».

Restano da misurare le eventuali potenzialità elettorali del nuovo partito. Secondo l’analista Jaime Miquel, «gli ex indignados potrebbero raccogliere tra un milione e mezzo e tre milioni di voti, vale a dire tra il 6 e il 15 per cento». Numeri che farebbero del Partito X la terza forza politica del paese dopo popolari e socialisti: un autentico terremoto per la politica spagnola.

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