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09/4/13

Inferno Europa: l’infame Margaret Thatcher è ancora viva

Il modo migliore per onorare Margaret Thatcher? «Privatizziamo il suo funerale. Lo mettiamo sul mercato e accettiamo l’offerta più economica. È quello che avrebbe voluto», dice il regista inglese Ken Loach, autore nel 1984 del drammatico documentario “Wich side are you on”, che racconta lo sciopero dei minatori britannici durante il quale il grande capitale internazionale fece leva sul governo conservatore per scatenare una crudele campagna di violenza e odio contro la classe operaia d’Oltremanica. Al pari di Ronald Reagan, la Lady di Ferro che oggi l’aristocrazia politica europea piange fu inflessibile nell’applicazione dei dettami più brutali dell’ideologia neoliberista, la stessa che orientò le grandi scelte antipopolari del falso riformista francese Mitterrand e degli altri “padri” dell’attuale Europa del rigore, che la crisi trasforma in una sorta di macelleria sociale permanente.

«La Lady di Ferro c’è ancora, altroché», scrive in una nota la redazione di “Megachip”, newsmagazine fondato da Giulietto Chiesa. «La stessa benzina ideologica che alimentò la sua guerra di classe alimenta oggi altri motori, altre macchine della ricchezza e della povertà. I nuovi poveri di oggi e quelli ancora più numerosi di domani troveranno tanta Thatcher in molti politici epigoni, sia fra quelli che l’emulavano trent’anni fa, sia fra quelli che allora ne parlavano male, ma ora la emulano anche loro, ligi come maggiordomi in livrea». Mercantilismo e neoclassicismo, i ferri del mestiere delle élite industriali, secondo cui la vera ricchezza la si produce solo esportando prodotti realizzati a basso costo grazie a salari schiavistici. Lo Stato? “Non serve”, in un mercato che – per magia – si regola da sé, grazie alla sua “saggezza” soprannaturale. Teorie che fingono di ignorare il motore fondamentale dell’economia: l’emissione sovrana di denaro. Stregoni della catastrofe: dalla Thatcher a Clinton, lo sdoganatore definitivo della finanza-canaglia.

Osserva “Megachip”: «Quanta Thatcher vive nel mercato del lavoro deregolamentato, nella flexicurity, nella competitività, nella Grecia che riscopre in casa la schiavitù nella veste moderna della shock economy, nell’Europa che dismette tutti i panni ideologici e istituzionali che la sorreggevano per tenerne uno solo: il liberismo più ottuso e rapinatore». L’Italia dei suicidi è l’emblema del crollo storico del welfare europeo, sotto il ricatto del debito, il cui controllo è stato ceduto alla finanza mentre allo Stato dell’Eurozona è stato tolto il diritto di autofinanziarsi per tutelare i propri cittadini. Giunge a compimento un progetto mostruoso, concepito negli anni ’70: distruggere (o comprare) la sinistra, partiti e sindacati, per restituire il potere alle élite dei signori della rendita, gli eredi dell’assolutismo feudale. Passaggio fondamentale: demolire lo Stato di diritto e calpestarne la Costituzione, grazie a una speciale legislazione internazionale. Missione compiuta: dai diktat del Wto a quelli della Troika. Privatizzare tutto e demolire lo Stato democratico in quanto “sindacato pubblico dei cittadini”: il capolavoro della Thatcher. «Trasformò la vita di larghi strati della popolazione britannica in un inferno», chiosa “Megachip”. «I suoi discepoli estendono l’inferno all’Europa. Per dove va ora, si è già ambientata».

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