Il Fatto Quotidiano
1 dicembre 2013

Ucraina, manifestanti assaltano palazzo presidenziale. Blitz delle teste di cuoio

I dimostranti contestano la decisione del presidente Viktor Yanukovych di congelare l'accordo su libero scambio e associazione con l’Unione europea. Dopo tre ore di scontri, i poliziotti hanno sgomberato l'area davanti alla sede del governo. Occupati anche il municipio di Kiev e la sede dei sindacati. Il leader dell'opposizione: "Il Capo dello Stato si dimetta"

I divieti governativi non fermano la protesta in Ucraina. Le autorità avevano proibito i raduni superiori a tre persone nella capitale e se ne sono ritrovate 200mila, pronte a contestare la decisione del presidente Viktor Yanukovych di congelare l’accordo su libero scambio e associazione con l’Unione europea. Dopo dieci giorni di mobilitazioni, la sua posizione sembra però farsi più morbida: secondo l’agenzia Interfax, ha detto che farà tutto il possibile per avvicinare il Paese all’Ue. Ma questo non è bastato a impedire la protesta di piazza: i dimostranti si sono scontrati con le forze dell’ordine e, nel tentativo di raggiungere il palazzo del governo, hanno usato un trattore per aprirsi un varco tra il cordone di polizia. Gli attivisti hanno anche occupato il municipio di Kiev e la sede dei sindacati. Sono intervenuti i Berkut, le teste di cuoio, per sgomberare le migliaia di manifestanti che presidiavano via Bankovskaya, dove si trova la sede presidenziale: cariche e manganellate per tutti, compresi alcuni giornalisti, ai quali sono state distrutte le telecamere. Dopo tre ore di scontri, gli agenti sono riusciti a sgomberare la strada di fronte al palazzo del governo. Il presidente ha convocato una riunione di emergenza con alcuni alti dirigenti del Paese, nella sua residenza fuori Kiev. Stando a fonti non ufficiali, da domani potrebbe essere dichiarato lo stato di emergenza nel Paese o nella sola capitale.

In seguito alle manifestazioni dei giorni scorsi, le autorità avevano annunciato la linea dura. Il ministro dell’Interno Vitaly Zakharchenko aveva avvertito che la polizia avrebbe reagito “se saranno fatti appelli a disordini di massa”. “Vogliamo finire come in Libia, in Tunisia?”, si era chiesto Zakharchenko, già nel mirino per aver disperso con la violenza l’altra notte il raduno in piazza Maidan. Eppure, nonostante i moniti del governo, duecentomila persone si sono riversate in piazza Indipendenza e nelle strade circostanti a Kiev: è la più numerosa da quando le manifestazioni sono iniziate oltre una settimana fa. Mentre la massiccia colonna di persone si avvicinava alla piazza, tutta la polizia che era stata schierata per impedire l’accesso ha lasciato la zona. In parte, i dimostranti provengono dall’Ucraina occidentale, dove il sentimento filo europeo è particolarmente forte.

Si sono registrati momenti di tensione quando i dimostranti hanno lanciato sassi contro gli uffici del sindaco rompendo alcune finestre e si sono poi diretti verso l’ufficio del presidente Viktor Yanukovych e il palazzo del governo. Qui si sono verificati scontri con la polizia davanti al palazzo dell’amministrazione presidenziale ucraina: lo riferisce la tv pubblica ucraina, citata da Itar-Tass. Uditi anche colpi d’arma da fuoco dalla vicina via Bankovskaya, l’area è avvolta dal fumo dei lacrimogeni. Una folla di 3-4mila manifestanti ha cercato di aprire un varco ad un trattore giallo e blu (i colori nazionali) per sfondare il cordone di polizia, in assetto anti sommossa e con maschere anti gas. Tra gli attivisti, molti giovani con caschi e passamontagna: alcuni lanciano oggetti contro gli agenti. Intanto, un altro gruppo di manifestanti ha occupato il municipio di Kiev: secondo fonti interne all’opposizione, la folla ha fatto irruzione nell’edificio e occupato il piano terra. Altri dimostranti, che indossavano giacche con emblemi dei partiti di opposizione Svoboda e Batkivshchina, hanno preso possesso della sede dei sindacati a Kiev. Gli autori dell’assalto hanno infranto le porte e sfasciato le video camere della sorveglianza. Le guardie della security hanno abbandonato l’edificio.

Presente in piazza anche il campione di pugilato Vitali Klitschki, uno dei leader dell’opposizione e candidato presidenziale in pectore, che ha invitato il capo dello Stato Viktor Ianukovich e il suo governo a dimettersi dopo aver “rubato” il sogno dell’Ucraina dell’integrazione europea. “Se questo governo non vuole realizzare la volontà del popolo, allora non ci sarà un governo del genere, non ci sarà un presidente del genere, ci saranno un nuovo governo e un nuovo presidente”, ha dichiarato. Un altro dei leader dell’opposizione presente in manifestazione, Oleg Tiagnibok, ha lanciato un appello allo sciopero generale.

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