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1 dicembre 2013

Ucraina nel caos: a Kiev assedio alle sedi del governo

Più di 100.000 manifestanti ucraini favorevoli all'Unione europea sono scesi in piazza a Kiev, sfidando il divieto del governo che ha proibito i cortei in centro. Gli attivisti si sono radunati nel parco Taras Shevchenk e poi hanno marciato verso Piazza dell'Indipendenza, dove hanno abbattuto le transenne erette attorno a un albero di Natale per scoraggiare gli assembramenti. «Abbasso la gang!», uno degli slogan più ripetuti dalla folla più imponente vista a Kiev dai tempi della Rivoluzione arancione, che sventolava migliaia di bandiere giallo-blu ucraine. Nella notte un tribunale di Kiev aveva proibito fino al 7 gennaio qualsiasi tipo di manifestazione nella zona di Piazza dell'Indipendenza.

OCCUPATO MUNICIPIO DI KIEV

I dimostranti pro Unione europea che protestano contro il governo dell'Ucraina hanno occupato il municipio di Kiev. Lo si apprende da Voice of Russia online, che cita come fonte una portavoce di un gruppo dell'opposizione. Secondo quanto riporta, la folla ha fatto irruzione nell'edificio e occupato il piano terra.

TESTE DI CUOIO IN AZIONE, LANCIATI LACRIMOGENI

Altre migliaia di manifestanti hanno invece tentato di entrare nel palazzo presidenziale, ma sono stati respinti dalla polizia in assetto antisommossa, che ha utilizzato gas lacrimogeni e granate stordenti.

Il ministro dell'Interno ucraino, Vitaly Zakharchenko, aveva avvertito che in caso di disordini di massa le forze di sicurezza avrebbero reagito e così è effettivamente stato. «Non siamo la Tunisia o la Libia», ha spiegato alludendo alle rivolte arabe che hanno deposto i regimi dei due Paesi nordafricani.

Il confronto tra i manifestanti e le forze di sicurezza prosegue. Alla guida della folla ci sono noti politici dell'opposizione, che chiedono le dimissioni del presidente Viktor Yanukovych e del governo. Chiedono inoltre uno sciopero generale e vogliono l'allestimento di tende nella piazza Indipendenza, per permettere ai manifestanti di restare anche durante la notte. «Il nostro piano è chiaro: non è una dimostrazione, non è una reazione. È una rivoluzione», ha detto Yuriy Lutsenko, arringando i dimostranti dal tetto di un bus.

PRESTO IL PRESIDENTE UCRAINO A MOSCA

Intanto il premier, Mykola Azarov, ha annunciato che presto il presidente Viktor Yanukovich si recherà a Mosca per discutere di un rafforzamento dei rapporti economici, dopo il no al trattato di associazione con l'Ue dettato proprio dalla necessità di scongiurare un boicottaggio commerciale da parte di Mosca. Yanukovich vuole «firmare una roadmap per la cooperazione che presuppone il ritorno alla normalità nei rapporti economici e commerciali», ha aggiunto Azarov, senza precisare la data della visita che avverrà sulla via del ritorno da una missione in Cina prevista da martedì a venerdì prossimi. Lo stesso Yanukovich ha diffuso una dichiarazione in cui ha ribadito che lascia aperta la porta a un futuro accordo con l'Unione europea. «Farò tutto quanto è in mio potere per accelerare il processo di avvicinamento di Kiev all'Ue», ha affermato in una nota diffusa per l'anniversario del referendum che portò all'indipendenza, nel 1991. «L'Ucraina ha fatto la sua scelta geopolitica, siamo un popolo europeo e la nostra strada è stata tracciata dalla storia», ha aggiunto il presidente, «ma al tempo stesso è mia profonda convinzione che il nostro governo debba far valere il suo ruolo di partner alla pari nell'associazione alle nazioni europee». Le proteste in Ucraina si sono intensificate dopo che venerdì scorso, al vertice con l'Ue a Vilnius, Yanukovich ha ufficializzato il no al trattato di associazione, anticamera per l'adesione all'Unione europea.

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