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25 agosto 2013

Tra Google e la NSA chi si tiene la merda adesso?
di Julian Assange
Traduzione di Giuseppe Volpe

E’ stato rivelato oggi, grazie a Edward Snowden, che Google e altre società tecnologiche statunitensi hanno ricevuto milioni di dollari dalla NSA per la loro adesione al sistema di sorveglianza di massa PRISM.

Dunque quanto sono vicini Google e gli Stati Uniti alla sicurocrazia? Nel 2011 ho avuto un incontro con Eric Schmidt, allora presidente di Google, che era venuto a trovarmi con altre tre persone mente ero agli arresti domiciliari. Potreste immaginare che venire a trovarmi fosse un gesto per dimostrarmi che lui e gli altri ragazzoni di Google erano segretamente dalla nostra parte, che appoggiavano ciò che per cui noi di WikiLeaks ci battevamo: giustizia, trasparenza del governo e riservatezza per le persone. Ma sarebbe una supposizione sbagliata. Il loro proposito era molto più complesso e, come abbiamo scoperto, era parte integrante dei propositi del Dipartimento di Stato USA. La trascrizione completa del nostro incontro è disponibile in rete sul sito web di WikiLeaks.

Il pretesto della loro visita era che Schmidt stava allora facendo ricerche per un nuovo libro, un tomo banale che in seguito è stato pubblicato con il titolo “The New Digital Age” [La nuova era digitale]. La mia recensione meno che entusiasta di tale libro è stata pubblicata a fine maggio di quest’anno sul New York Times. In quarta di copertina il libro contiene una serie di apprezzamenti ante pubblicazione: Henry Kissinger, Bill Clinton, Madeleine Albright, Michael Hayden (ex capo della CIA e della NSA) e Tony Blair. All’interno del libro Henry Kissinger appare ancora una volta, questa volta con un posto di rilievo nei ringraziamenti.

Il libro di Schmidt non ha per scopo comunicare con il pubblico. L’uomo vale 6,1 miliardi di dollari e non ha bisogno di vendere libri. Piuttosto, questo libro è un meccanismo attraverso il quale Google cerca di proiettarsi dentro Washington. Mostra a Washington che Google può essere il suo partner, il suo visionario geopolitico, che aiuterà Washington a vedere più in là a proposito degli interessi degli Stati Uniti. E legandosi allo stato USA, Google cementa la sua stessa sicurezza, a spese di tutti i concorrenti.

Due mesi dopo il mio incontro con Eric Schmidt, WikiLeaks ha avuto motivi legali per chiamare Hillary Clinton e per documentare che la stavamo chiamando. E’ interessante che quando si chiama la segreteria del Dipartimento di Stato e si chiede di Hillary Clinton, ci si può effettivamente arrivare molto vicini, e noi siamo diventati parecchio bravi in questo. Chiunque abbia visto [il film] ‘Il dottor Stranamore’ può ricordare la fantastica scena in cui Peter Sellers chiama la Casa Bianca da un telefono a gettone della base dell’esercito ed è messo in attesa mentre la sua chiamata passa gradualmente attraverso i vari livelli. Beh, la giornalista di WikiLeaks Sarah Harrison, fingendo di essere la mia addetta alle pubbliche relazioni, ha fatto passare la nostra chiamata attraverso il Dipartimento di Stato e, come Peter Sellers, abbiamo cominciato ad attraversare i vari livelli e alla fine siamo arrivati al consulente legale capo di Hillary Clinton che ha detto che saremmo stati richiamati.

Poco dopo, un altro dei nostri, l’ambasciatore di WikiLeaks Joseph Farrell, ha ricevuto una chiamata di ritorno, non dal Dipartimento di Stato, bensì da Lisa Shields, l’allora fidanzata di Eric Schmidt, che non lavora formalmente per il Dipartimento di Stato USA. Ripetiamo dunque questa situazione: la fidanzata del presidente di Google era usata come canale riservato di Hillary Clinton. Ciò è significativo. Dimostra che a questo livello della società statunitense, come di ogni altro stato delle imprese, è tutto un gioco delle sedie musicali.

Quella visita di Google mentre ero agli arresti domiciliari era, come emerge, una visita non ufficiale del Dipartimento di Stato. Considerate semplicemente le persone che accompagnavano Schmidt in quella visita: la sua fidanzata Lisa Shields, vicepresidente per le comunicazioni al CFR (Comitato delle relazioni con l’estero), Scott Malcomson, ex alto consulente del Dipartimento di Stato e Jared Cohen, consigliere sia di Hillary Clinton sia di Condoleeza Rice, una specie di Kissinger della Generazione Y, un chiassoso Americano Tranquillo, come lo avrebbe definito Graham Greene.

Google è stata avviata nell’ambito della cultura degli studenti laureati californiani nell’area della Baia di San Francisco. Ma, crescendo, Google ha incontrato il grande mondo cattivo. Ha incontrato barriere alla sua espansione sotto forma di complesse reti politiche e norme estere. Così ha cominciato a fare quello che fanno le grandi società statunitensi cattive, dalla Coca Cola alla Northrop Grumman. Ha cominciato a fare pesante affidamento per sostegno sul Dipartimento di Stato e, così facendo, è entrata nel sistema di Washington D.C.. Una statistica diffusa di recente mostra che Google oggi spende anche più denaro della Lockheed Martin in lobbisti stipendiati a Washington.

Jared Cohen è stato coautore del libro di Eric Schmidt e il suo ruolo di ponte tra Google e il Dipartimento di Stato la dice molto lunga su come funziona la sicurocrazia statunitense. Cohen ha lavorato direttamente per il Dipartimento di Stato ed è stato un consigliere stretto sia di Condoleeza Rice sia di Hillary Clinton. Ma dal 2010 è direttore di Google Ideas, il suo gruppo di esperti interno di “pensiero e azione”.

Documenti pubblicati l’anno scorso da WikiLeaks, ottenuti dall’appaltatore dei servizi segreti statunitensi Stratfor, mostrano che nel 2011 Jared Cohen, allora (come ora) direttore di Google Ideas, era via in missione segreta ai confini dell’Iran, in Azerbaigian. In tali email interne, Fred Burton, vicepresidente della Stratfor per le informazioni ed ex alto dirigente del Dipartimento di Stato, descrive Google come segue:

“Google sta ottenendo il sostegno e la copertura aerea della WH [Casa Bianca] e del Dipartimento di Stato. In realtà fa le cose che la CIA non può fare … [Cohen] finirà sequestrato o ucciso. Forse la cosa migliore che può succedere per rivelare il ruolo segreto di Google nel gonfiare rivolte, per essere franchi. Il governo USA può poi negare di esserne a conoscenza e Google è lasciata a tenersi la merda”.

In altre comunicazioni interne, Burton chiarisce successivamente che le sue fonti sulle attività di Cohen sono Marti Lev, direttore di Google per la sicurezza e … Eric Schmidt.

I dispacci di WikiLeaks rivelano anche che in precedenza Cohen, quando lavorava per il Dipartimento di Stato, era in Afghanistan a cercare di convincere le quattro principali società afgane di telefonia mobile a trasferire le loro antenne nelle basi militari statunitensi. In Libano ha operato clandestinamente per creare, per conto del Dipartimento di Stato, un gruppo di esperti sciita anti Hezbollah. E a Londra? Offriva fondi a dirigenti del cinema di Bollywood perché inserissero contenuti anti-estremisti nei film di Bollywood e prometteva di metterli in contatto con reti analoghe a Hollywood. Questo è il direttore di Google Ideas. Cohen è in effetti il direttore di Google dei cambiamenti di regime. E’ il Dipartimento di Stato che comunica con la Silicon Valley.

Che Google abbia prelevato soldi dalla NSA in cambio della consegna dei dati della gente non è una sorpresa. Quando Google ha incontrato il grande mondo cattivo, Google stessa è diventata grande e cattiva.


Da Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

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Fonte:  http://www.zcommunications.org/google-and-the-nsa-who-s-holding-the-shit-bag-now-by-julian-assange.html

Originale: The Stringer

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