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Giovedì 28 Febbraio 2013

Irlanda: secondo i sindacati, la troika è un oppressore imperiale
di Debora Billi

Il Telegraph e Ambrose Evans-Pritchard non sono noti per le loro simpatie europeiste, ma quel che riportano in un articolo di oggi lascia poco spazio alla fantasia. Si tratta di affermazioni di David Begg, a capo della confederazione dei sindacati irlandesi:

La troika ha fatto più danni all'Irlanda di quanto l'Inghilterra abbia fatto in 800 anni. Perfino i managers del Fondo Monetario Internazionale sono disposti ad ammettere i propri errori, ma i manager europei sono totalmente ideologizzati. E' come ritrovarsi in un'incredibile Prima Guerra Mondiale dove i generali sprecano un milione di vite per conquistare un metro di territorio, ma nulla riesce a cambiare la loro opinione, anche davanti all'evidenza.

I sindacati lamentano anche il crollo dei consumi interni, degli investimenti ormai piombati al livello minimo nella storia irlandese, la caduta del prezzo degli immobili, la disoccupazione e l'emigrazione massiccia verso altri Paesi anglofoni. Chiedono che questa assurda austerity abbia fine.

Ma ovviamente, nessuno li ascolta. Il Ministro delle Finanze ha appena annunciato che il Paese è finalmente "un'economia competitiva", e che chiede l'aiuto dell'Europa per sostenere le banche irlandesi. Le banche, sono loro che hanno bisogno di sostegno. Per soprammercato, il Ministro ha aggiunto che teme un contagio dopo il risultato elettorale italiano.

Rimane la spaventevole conferma che siamo nelle mani di sacerdoti fondamentalisti di una religione che ci viene imposta a forza, ciechi a ogni evidenza e ad ogni conseguenza delle loro irresponsabili decisioni. E i governi? Nel migliore dei casi succubi, nel peggiore dei casi complici. Sembra un incubo senza fine.

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