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14 feb 13

BAHREIN. Appello Amnesty per rilascio prigionieri di coscienza

Il 14 febbraio 2011 il popolo del Bahrein è sceso in piazza e ha iniziato a protestare per ottenere maggiori diritti civili e politici. Nei mesi successivi la nazione è precipitata in una grave crisi di diritti umani: le forze di sicurezza hanno fatto uso reiterato ed eccessivo della forza contro manifestanti pacifici, quasi 50 persone sono state assassinate e centinaia sono state ferite. Centinaia di persone sono state arrestate e processate davanti a tribunali militari; molte hanno dichiarato di essere state torturate e maltrattate durante la detenzione. Tante sono ancora in carcere, dove stanno scontando condanne solo per aver esercitato il loro diritto alla libertà di espressione e riunione.Amnesty, a due anni di distanza, lancia un appello per il loro immediato rilascio.
Il 4 settembre 2012, l’Alta corte penale d’appello di Manama, capitale del Bahrein, ha confermato le condanne per 13 attivisti dell’opposizione, dai cinque anni all’ergastolo, per accuse quali “la creazione di gruppi terroristici per rovesciare il sistema politico della famiglia reale e attentato alla costituzione”. Nessuno dei 13 uomini era presente in tribunale durante il processo. Tra questi, c’era il noto attivista per i diritti umani Abdulhadi Al-Khawaja e l’oppositore politico Ebrahim Sharif, condannati in primo grado da una corte marziale nel giugno 2011 per il ruolo avuto nelle manifestazioni contro il governo durante i mesi precedenti. I giudici militari avevano emesso condanne da due anni all’ergastolo per svariati reati tra cui “la costituzione di un gruppo di terroristi per rovesciare il regime monarchico e cambiare la costituzione”. Le condanne erano state confermate tre mesi dopo da una corte militare d’appello ma il 30 aprile 2012 la Corte di cassazione aveva deciso di trasferire il processo a un tribunale civile. L’ultimo processo era iniziato il 22 maggio.
Hassan Mshaima’, Abdelwahab Hussain, Abdulhadi Al-Khawaja, Abdel-Jalil al-Singace, Mohammad Habib al-Miqdad, Abdel-Jalil al-Miqdad, Sa’eed Mirza al-Nuri, Mohammad Hassan Jawwad, Mohammad Ali Ridha Isma’il, Abdullah al-Mahroos, Abdul-Hadi Abdullah Hassan al-Mukhodher, Ebrahim Sharif, Salah Abdullah Hubail al-Khawaja erano stati arrestati (insieme a un quattordicesimo uomo, Al-Hur Yousef al-Somaikh, poi rilasciato a seguito di una riduzione della pena) tra il 17 marzo e il 9 aprile 2011. Durante il primo periodo di detenzione, nelle mani dell’Agenzia per la sicurezza nazionale, non poterono incontrare i loro avvocati e, come denunciato nel corso dei processi, furono sottoposti a torture e minacce di violenza sessuale. Mohammad Habib al-Miqdad e Abdullah al-Mahroos sono stati assolti dall’accusa di “corrispondenza con un’organizzazione terroristica estera che lavora per compiere azioni violente contro Il regno del Bahrein”. Il fratello di ‘Abdulhadi al-Khawaja, Salah’ Abdullah al-Khawaja Hubail, è stato assolto dall’accusa di “aver tentato di rovesciare e cambiare la costituzione del paese e le leggi reali con la forza”. Tuttavia, nonostante alcuni siano stati assolti da questi capi d’accusa, la corte ha confermato la condanna generale.

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