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04 luglio 2013

Amina si scopre il capo davanti al giudice
di Cristina Mastrandrea

Il processo di appello contro la giovane, 18 anni, accusata di detenzione di gas paralizzante, si è svolto oggi. La sentenza tra una settimana. Ma lei non si è fatta mancare l'occasione di rivendicare la sua libertà

Amina sfida ancora, con coraggio, le tradizioni. Oggi in occasione del processo d'appello in cui è imputata, Amina entra in aula di Tribunale e, davanti alla Corte, si sfila dal capo il "sefseri", il velo che viene fornito dal carcere a tutte le donne e che rappresenta la tradizione tunisina. Da diversi decenni viene indossato dalla prigioniere quando si presentano in Tribunale come forma di protezione dagli sguardi del pubblico. Il velo non è obbligatorio e Amina con orgoglio se lo toglie appena entra in aula, quasi come per dire simbolicamente che lei è sempre libera. Sorride, mostra il pugno chiuso e fa il gesto di vittoria.

Il processo d'appello ad Amina Tyler, 18 anni, per detenzione di gas paralizzante, accusa per la quale è stata condannata in prima istanza a 300 dinari di ammenda, si è svolto oggi al Tribunale di Sousse. Nessuna protesta da parte dei gruppi islamici piu radicali, come invece era accaduto a Kairouan lo scorso 30 maggio. La sentenza arriverà l'11 luglio.

Presenti a Sousse numerosi sostenitori del Comitato FreeAmina ma anche diversi rappresentanti di associazioni come Amnesty International, Organizzazione Mondiale Contro la Tortura, l'Associazione delle donne democratiche tunisine.

"Sono molto fiero - dice il padre di Amina, al termine del processo - i giovani hanno iniziato a sostenere Amina, hanno capito che ha subito un processo politico, che non ha fatto niente, non si è svestita, non ha profanato alcun cimitero, è andata Kairouan per dire che la 'Tunisia è uno Stato civile dove le donne sono libere'".

Gli avvocati in aula hanno chiesto la non applicazione del testo di legge sulla detenzione di esplosivi,  che verrebbe applicata nel caso specifico, al possesso dello spray paralizzante. Hanno ribadito l'innocenza di Amina e la richiesta di scarcerazione. "La detenzione di Amina è una detenzione arbitraria - spiega Radhia Nasraoui, una delle piu conosciute avvocatesse tunisine, militante contro la tortura e per la difesa dei diritti dell'uomo  -  non doveva essere arrestata non ha commesso alcun crimine e alcuna infrazione alla legge. Il dossier che è attualmente dal giudice Istruttore, al Tribunale di prima istanza di Kairouan, è vuoto. Ma, nonostante questo, vede tre capi di imputazione: attentato al pudore, che non è vero perché Amina non si è svestita; profanazione di cimitero, anche questo non è vero; ma la cosa più rivoltante è l'accusa di appartenenza ad un'associazione di 'malfattori' che ha come obiettivi di portare a termine delitti contro cose o persone. Trovo che questa ultima accusa sia scandalosa. Amina è sola in questo dossier, non appartiene ad alcun gruppo, nemmeno a Femen, ha detto che non appartiene a quel movimento. Tuttavia anche se appartenesse al movimento Femen, non è un movimento che ha l'obiettivo di danneggiare persone o cose. E' un dossier che mi ricorda il periodo Ben Ali, quando venivano creati dei processi e delle cause ad hoc solo per gli oppositori politici"

Stessa posizione per l'avvocato Halim Meddeb, attivista militante nelle associazione per i diritti dell'uomo e dell'Associazione mondiale contro la tortura: "Non c'è una prova sola contro Amina. Dov'è l'a presunta associazione di malfattori? Ho detto al giudice istruttore 'a chi dovrebbe essere associata Amina? Al diavolo? Lei è sola, il dossier e l'accusa sono vuoti inesistenti".

"Lei è in detenzione preventiva - continua Halim - misura eccezionale quando c'è il pericolo che gli imputati facciano un altro crimine e che sono pericolose per la comunità. Qui non abbiamo alcun crimine pericoloso. Amina è in prigione per un'opinione politica, come è stata arrestata per istruzioni dall'alto, andrà ad essere liberata da decisioni dall'alto. La giustizia  ha dimostrato in questo affare che non è indipendente".

Poi Halim si lascia andare a qualche nota 'privata', su Amina: "Qualche settimana fa sono andato a trovarla, non l'avevo mai conosciuta. Ho scoperto una ragazza incredibile, adora leggere, scrivere, è molto intelligente, motivata, ama leggere libri di storia, sulla Tunisia contemporanea, ha una forte volontà di cambiare le cose in Tunisia, mi ha parlato delle donne prigioniere e quello che subiscono. Amina parla della sua situazione ma anche di quella degli altri. Le hanno confiscato dei libri, ha chiesto di portargliene altri. Lei chiede solo di tornare a scuola. È molto forte, pazienta, il suo morale è alto".

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