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giovedì 15 agosto 2013 19:11

Egitto ad un passo dalla guerra civile

Una carneficina: centinaia di morti in tutto il Paese, assaltati edifici governativi. Il governo ordina alla polizia di sparare sulla folla. La condanna internazionale.

Roma, 15 agosto 2013, Nena News - Un massacro. L'Egitto è un bagno di sangue. Centinaia le vittime di quella che appare ogni giorno di più una vera e propria guerra civile: difficile fare un bilancio certo, c'è chi parla di 500 vittime, chi di oltre 700, fino alle migliaia dichiarate dai Fratelli Musulmani. Oltre 40 i poliziotti uccisi. A poco è valso l'ordine di coprifuoco e lo stato di emergenza imposto ieri dal presidente ad interim Mansour.



Oltre 3.500 i feriti negli scontri di piazza e le conseguenti repressioni, ormai condannate in tutto al mondo, dagli Stati Uniti all'Iran. Il colpo di Stato del generale Al-Sisi non ha dato i frutti sperati dalla metà del popolo egiziano e l'odore di primavera araba è ormai soffocato da quello dei lacrimogeni e delle pallottole, mentre gli slogan anti-Mubarak sono oggi messi sotto silenzio dal rumore dei bulldozer che distruggono le barricate.



E la situazione non sembra poter migliorare a breve: il Ministero dell'Interno ha dato ordine alla polizia e all'esercito di aprire il fuoco contro chiunque tenti di attaccare edifici governativi, dopo che un gruppo di manifestanti pro-Morsi ha dato alle fiamme il quartier generale del governo a Giza, nella capitale, con bombe Molotov. Per domani è previsto una nuova giornata campale: "Il Venerdì della Rabbia", l'hanno ribattezzato i Fratelli Musulmani che non intendono cedere al golpe militare. Soprattutto dopo la notizia di oggi: il deposto presidente Mohammed Morsi resterà in regime di detenzione per altri 30 giorni, con l'accusa di omicidio, rapimento e spionaggio.

Immediata la reazione internazionale. Il presidente statunitense Barack Obama ha ordinato l'interruzione delle esercitazioni militari congiunte "Bright Star" con l'esercito egiziano, previste per settembre: "Gli Stati Uniti condannano duramente le misure prese dal governo ad interim e dalle forze di sicurezza - ha detto Obama - Deploriamo la violenza contro i civili e sosteniamo il diritto alla dignità umana, in particolare quello a manifestare pacificamente".



Simile l'intervento europeo, con la Ashton che ha condannato a nome di Bruxelles le violente repressioni dell'esercito. E se da Turchia, Hamas e Qatar - tutti vicini al regime dei Fratelli Musulmani - ci si attendeva un duro attacco del golpe e delle sue sanguinose conseguenze, meno atteso era l'intervento di Teheran, che denuncia "il massacro del popolo ed esprime la sua profonda preoccupazione per il possibile scoppio di una guerra civile".

Una guerra civile ormai già esplosa e che rischia di trascinare con sé i fragili equilibri dell'intero Medio Oriente, di cui l'Egitto è sempre stato uno dei Paesi leader. Con la Siria a pezzi, resta da vedere chi tenterà di assumere il ruolo di leader della regione, con il turco Erdogan e i Paesi del Golfo alla porta. Nena News

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