Originale: Roarmag.org
http://znetitaly.altervista.org
8 dicembre 2013

Il regime egiziano si accinge a dichiarare fuori legge la rivoluzione del 25 gennaio
del Collettivo Mosireen
Traduzione di Maria Chiara Starace

Il 26 novembre 2013, il gruppo denominato “Niente processi militari per i civili” [No Military Trails for Civilians] al Cairo, ha organizzato una protesta davanti allo Shoura Council [la Camera alta del Parlamento del Cairo], contro la nuova disposizione  della Costituzione che permette i processi militari per i civili. Il Ministero dell’Interno ha fatto sfollare  i dimostranti con la forza, grazie alla nuova legge sulle proteste resa esecutiva dal governo due giorni prima.

Il governo aveva già tentato prima di usare la legge per reprimere le proteste. Sotto Morsi, durante gli scontri a Mohamed Mahmoud Street nel 2012; a Ittihadiyah; e durante il secondo anniversario della Rivoluzione, il governo di Hisham Qandeel aveva tentato di approvare una legge per reprimere le proteste. Però la Rivoluzione non è stata fatta tacere, la legge non è stata approvata, e noi tutti conosciamo il risultato.

Anche in precedenza, il Consiglio Supremo delle Forze Armate aveva tentato di fare la stessa cosa. Non appena sono andati al potere, hanno approvato una legge che criminalizzava le proteste e gli scioperi. La Rivoluzione non è stata però fatta  tacere, e ancora una volta i governanti non sono stati  in grado di applicare la legge.

“Una nazione democratica, una nazione che vuole affermarsi, deve poter avere una voce. Altrimenti ritorneremo all’epoca della schiavitù,” ha detto Ghareeb, un operaio della Petrojet. “Perché ci è stata una rivoluzione? Quale erano le sue richieste, se non di avere una voce? Di sentire che abbiamo un valore e una dignità? Di sentire che siamo esseri umani che possono dire di sì o di no?”

Se ripensiamo ai 30 anni precedenti, Mubarak governava l’Egitto con la legge di emergenza, che era  stata approvata per combattere il terrorismo, proprio come ora Al-Sisi sta tentando di giustificarla. Mubarak si è liberato del terrorismo? E’ difficile dirlo, ma è riuscito a usare la  legge per reprimerci, e a usarla per contro qualsiasi opposizione o dimostrazione. E sappiamo che la fine del regime di Mubarak e della sua legge sono arrivate quando la gente si è ribellata.

Quale è il loro piano? E’semplice e intelligente. Fate credere alla gente che la Rivoluzione è stata una cospirazione escogitata  dai Fratelli Musulmani e da alcuni ragazzi malconsigliati, fate in modo che la gente vi dia un mandato per liberarsi dei Fratelli, che in realtà hanno ottenuto il potere grazie alla loro alleanza con l’esercito. Poi dichiarate guerra al terrorismo, scegliete i vostri  rivali uno per uno, schiacciate chiunque si oppone a voi. Per fare schierare la gente dalla vostra parte escogitate delle leggi che siano adatte a voi.

Naturalmente, nessuno odia il principio di legalità. Il sistema e i media sproloquiano sempre sulle norme giuridiche. Quello che è accaduto il 27 novembre durante le proteste presso il Consiglio – che cosa che vedere conil principio di legalità? I dimostranti hanno organizzato un raduno senza il permesso del Ministero dell’Interno, sono rimasti in piedi sul marciapiede tenendo dei cartelli e scandendo slogan. Il Ministero dell’Interno li ha avvertiti, li ha aggrediti con gli idranti, poi con i gas lacrimogeni, li ha trascinati per terra, li ha aggrediti sessualmente, li ha arrestati, e li ha trattenuti all’interno del Consiglio della Shura.

Però non aveva tenuto conto di due cose: tra questi prigionieri politici c’erano 14 detenute, alcune delle quali note attiviste. L’Assemblea Costituente  era riunita in seduta all’interno dell’edificio. Quando i suoi membri hanno saputo dell’arresto delle attiviste, sapevano  di fare brutta figura. Hanno quindi sospeso la loro  adesione fino a quando non venivano rilasciate le prigioniere politiche. C’è stato un enorme trambusto. Mezz’ora dopo, le autorità hanno ordinato il rilascio delle ragazze detenute. La sorpresa è stata che si sono rifiutate di farsi rilasciare.

L’attivista Salma Said: “Sono stata la prima ad arrivare alla dimostrazione e sono stata lì con molte altre persone. Fino a quando non saremo liberati tutti, stiamo tutti insieme in questo evento. Ci dovrebbero essere le stesse accuse contro di loro e contro di noi. In base a quella disposizione legale, secondo il principio di legalità, loro dovrebbero essere tenuti in custodia, mentre noi veniamo rilasciate?” Queste parole hanno fatto sembrare stupido lo stato. Il Ministero degli Interni aveva soltanto una soluzione.

Salma Said continua: Un uomo con un completo marrone ha ordinato alle parsone che ci trattenevano e che erano anche essi in abiti civili, di portarci verso il camion  della polizia con la forza. Ci hanno picchiato, preso a calci e trascinato per terra. Siamo state buttate dentro al camion e ci hanno portato via verso le 22.30.  Su quale base alcune persone sono arrestate, poi rilasciate, mentre altre sono arrestate come prigionieri politici e gli si danno prima 4, poi 15 giorni di prigione? Specialmente perchè Amr Awad, il procuratore che ci ha interrogato, ha interrogato anche loro. Era ovvio che la faccenda non dipendeva da lui. Gli ordini gli arrivavano dall’alto: “Fai questo, fai quello.”

Le ragazze che avevano partecipato alla protesta non sono  rimaste in silenzio. Il giorno successivo sono andate al processo. Le 24 detenute in custodia si sono rifiutate di rispondere alle domande del procuratore sulle accuse contro di loro, fino a quando non risolvevano il caso della tortura dei detenuti in custodia della polizia.

L’attivista Rasha Azab: “”La legge viene applicata contro chi si oppone ai governanti. Infatti se dici che la protesta non è un mezzo civile di azione, che è anarchico, allora il generale Al-Sisi deve ritornare nella sua caserma, perché non avrebbe mai ottenuto il potere senza le proteste del 30 giugno.”

SalmaSaid: “Questo non ha nulla a che fare con la legge. Si tratta di politica. Vogliono infrangere il potere della Rivoluzione. La legge è stata fatta per impedire le proteste, quelle dei Fratelli Musulmani, o di chiunque altro contrario ai governanti attuali.”

In base al principio di legalità, i pubblici ministeri non dovrebbero attendere ordini che gli arrivano per telefono dall’alto. I giudici non dovrebbero deliberare in base ai capricci dei governanti. La polizia non dovrebbe scaricare i detenuti nel deserto. Le leggi non dovrebbero essere destinate a reprimere nessun movimento politico, scioperi di lavoratori, e tutto questo in base alla legge.

 


Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: http://www.zcommunications.org/egypt-s-regime-moves-to-outlaw-january-25-revolution-by-mosireen-collective

top