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domenica 30 giugno 2013 09:44

Morsi e 22milioni di firme

Il giorno della sfida è arrivato. Al Cairo tutto è pronto per una giornata decisiva. 22milioni firmano contro il presidente, che invoca la democrazia, non la sharia...

La cosa più interessante di queste ore di tesissima attesa per gli sviluppi egiziani è questa: i tam-tam dei Fratelli Musulmani mandano in onda un ritornello che in Italia conosciamo bene e che suona più o meno così: chi chiede le dimissioni del presidente Morsi (per evidenti guasti e danni) si dimentica che lui è stato eletto e l'unico modo per sostituirlo è tornare al voto. Dunque i Fratelli Musulmani non si appellano alla sharia, ma alla legge democratica. Primo punto interessante.

Il secondo punto di interesse, in queste ore di tesissima attesa, è che invocare la sharia non sarebbe valso a salvare un anno di presidenza dall'insufficienza soprattutto in economia: la lira egiziana precipita, gli investitori stranieri fuggono, i tagli a luce e gas sono sempre più frequenti, con gravo danno per la produzione, e non solo. Ecco che si spiega, tenendo conto che le violazioni dei diritti umani sono rimaste gravissime in tutti i posti di polizia egiziani, perché ben 22 milioni di egiziani hanno firmato la petizione che chiede l'uscita di scena anticipata del presidente "fratello". 

La presenza di carri armati lungo le principali arterie del Cairo non tranquillizza, ma molti assicurano che il golpe non sia in cima alla lista dei desideri dei militari. Molto sta ai Fratelli Musulmani adesso. Sapranno resistere alla tentazione di ricorrere alla violenza per difendere il loro "presidente" contestato dai fatti e da 22 milioni di egiziani?

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