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28 gennaio 2013

Iran, arrestati 14 giornalisti: "Collaborano con gli occidentali"

Blitz nelle redazioni giornalistiche delle testate vicine all'opposizione. Circa 40 reporter sono stati arrestati da agenti in borghese, accusati di spionaggio e collaborazione con gli "antirivoluzionari". L'ondata di arresti arriva a meno di quattro mesi dalle presidenziali

Teheran - Gli agenti dei servizi di sicurezza iraniani hanno perquisito nel fine settimana le sedi di quattro giornali riformisti nella capitale iraniana e hanno arrestato decine di giornalisti. Secondo il sito di opposizione kaleme, gli agenti in borghese che effettuavano i controlli hanno minacciato diversi giornalisti sul posto.

Tra i giornali coinvolti nella retata sono "Shargh", "Bahar", "Etemad" e "Arman". In tutto quattro quotidiani, un settimanale e l'agenzia semi-ufficiale Ilna. Fra i giornalisti arrestati ieri - riporta Le Monde - figura l'umorista Pouria Alami e la notista politica Saba Azarpeyk. Non è chiaro in quale centro di detenzione siano stati portati. Si tratta di sette uomini e quattro donne, i loro nomi sono stati diffusi dai loro direttori. Alcuni degli arrestati avevano già trascorso medi dietro le sbarre per aver scritto articoli critici del regime o di difesa dei diritti delle donne poi citati da media iraniani dissidenti operanti all'estero. Tre di loro provengono dal giornale riformista Etemad, altri tre dallo Shargh: il direttore ha raccontato che sono stati prelevati nella redazione. La Azarpeik, del settimanale Tejarat-e-Farda, è invece scomparsa e i colleghi ne temono l'arresto. E' stato poi bloccato senza comunicarne il motivi il sito conservatore Tabnak, vicino all'ex comandante delle Guardie rivoluzionarie Mohsen Rezaei. Sabato erano stati arrestati Milad Fadaie, caporedattore del servizio politico dell'agenzia ufficiale Ilna, e Soleyman Mohammadi, caporedattore della cronaca del quotidiano Bahar: entrambi sono stati portati nella prigione di Evin.

Alcuni giorni fa il portavoce del ministero della giustizia, Gholam-Hossein Mohseni Ejei, aveva dichiarato: "secondo informazioni certe, purtroppo alcuni giornalisti cooperano con gli media occidentali ostili e con gli antirivoluzionari". Dal 2000 sono oltre 120 le testate riformiste chiuse e decine i giornalisti imprigionati in base a vaghe accuse di insulto alle autorità.

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