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07.11.2013

Guerra agli Ogm, campo di battaglia globale
di Walden Bello

Si intensifica la guerra agli Ogm da quando è stato assegnato il 2013 World Food Prize a tre dirigenti di imprese chimiche, tra cui il vice presidente della Monsanto e il responsabile dell'ufficio tecnologie Robert Fraley, incaricato delle sviluppo degli Ogm.

La scelta di Fraley è stata a ampiamente contestata, dal momento che 81 membri del prestigioso World Future Council l'hanno definita «un affronto al consenso internazionale sulla coltivazione e sui metodi ecologici e sicuri di produzione agricola, pensati per promuovere la nutrizione e la sostenibilità».

L'UOMO DELLA MONSANTO

La scelta di un uomo della Monsanto ha sollevato l'accusa di aver comprato il premio. Dal 1999 al 2011 Monsanto ha donato 280 mila euro alla World Food Prime Foundation, oltre a un contributo del 2008 di più di 3,5 milioni di euro per aiutare a rinnovare la Sala dei Nobel e il museo pubblico in onore di Norman Borlaug, lo scienziato che ha lanciato la rivoluzione verde.

Per alcuni il premio alla Monsanto è in realtà una mossa disperata da parte dei sostenitori degli Ogm, una mossa studiata per contenere le profonde controversie sulla cosiddetta rivoluzione biotecnologica nell'alimentazione e in agricoltura. Le argomentazioni degli oppositori continuano a fare progressi. Sui pericoli e sui rischi che gli organismi geneticamente modificati comportano, molti Governi hanno istituito divieti parziali o totali di coltivazione, importazione e ricerca sugli Ogm.

Alcuni anni fa 16 Paesi hanno istituito un bando totale o parziale sugli Ogm. A tutt'oggi i paesi sono almeno 26, compresa Svizzera, Australia, Austria, Cina, India, Francia, Germania, Lussemburgo, Ungheria, Grecia, Bulgaria, Polonia, Italia, Messico e Russia. Restrizioni significative sugli Ogm esistono in 60 Paesi.

Sono aumentate le restrizioni sul commercio di Ogm, basate sulle ricerche fito-sanitarie dell'Organizzazione Mondiale del Commercio. I produttori americani di riso subiscono delle forti limitazioni sulle esportazioni nell'Unione Europea, in Giappone, nella Corea del Sud e nelle Filippine. Sono proibite anche in Russia e in Bulgaria a causa di una «fuga» di riso geneticamente modificato, non approvato da test pubblici. Alcune esportazioni dalla Tailandia come la macedonia di frutta contenente papaya esportata in Germania e le sardine in olio di soia esportate in Grecia e Olanda sono state recentemente proibite a causa della minaccia di contaminazione da parte di Ogm.

L'OPPOSIZIONE AGLI OGM PRENDE FORZA

Negli ultimi anni l'opposizione agli Ogm è cresciuta costantemente. Gli oppositori affermano che l'Ingegneria genetica perturba la precisa sequenza del codice genetico dei prodotti alimentari e disturba le funzioni dei geni adiacenti, producendo molecole tossiche e allergeniche e alterando anche i valori nutrizionale della produzione alimentare. Per esempio le tossine Bt, usate nelle coltivazioni Ogm, sono state rilevate nel sangue di donne incinte e dei loro bambini con la possibilità di conseguenze dannose.

Una seconda obiezione riguarda la contaminazione genetica. Una coltivazione Gm, una volta piantata all'aperto, si riproduce tramite impollinazione e interagisce geneticamente con le varietà naturali della stessa coltivazione, creando la cosiddetta contaminazione genetica. Secondo uno studio pubblicato da Nature, una delle principali riviste scientifiche, le coltivazioni Bt hanno contaminato numerose varietà di coltivazioni locali, analizzate a Oaxaca in Messico.

In terzo luogo, un Ogm, inserito in un ambiente naturale, può avere un impatto tossico o letale su altri esseri viventi. Infatti è stato provato che le coltivazioni Bt distruggono la larva di farfalla Monarca, sollevando il timore che molte altre piante e animali possano essere danneggiati nello stesso modo.

Quarto, i benefici degli Ogm sono stati elogiati esageratamente dalle imprese, come Monsanto e Syngenta, che li hanno piazzati sul mercato. La maggior parte delle coltivazioni geneticamente modificate sono studiate sia per produrre un proprio pesticida, il Bacillus thuregiensis (Bt), sia per resistere agli erbicidi, utilizzati in grandi quantità per uccidere gli insetti infestanti senza danneggiare le coltivazioni. È stato dimostrato che gli infestanti stanno sviluppando in fretta una resistenza al Bt e agli erbicidi, portando ad una invasione di nuovi superinfestanti. Non esiste alcune prova sostanziale che le coltivazioni di Ogm forniscano una produzione maggiore rispetto alle coltivazioni convenzionali. Sicuramente l'utilizzo di coltivazioni geneticamente modificate comporta un utilizzo maggiore di pesticidi che sono dannosi sia all'uomo che all'ambiente.

Un quinto ragionamento è che i semi brevettati Ogm concentrano il potere nelle mani di alcune società di biotecnologia ed emarginano i piccoli produttori. Come affermato nella dichiarazione degli 81 membri del World Future Council «i semi degli Ogm da una parte sono redditizi per le poche società produttrici ma dall'altra rinforzano un modello di agricoltura che danneggia il sostentamento degli agricoltori poveri che compongono la maggior parte delle persone che soffrono la fame. I semi Ogm promuovono la dipendenza degli agricoltori per l'acquisto di semi e di sostanze chimiche. La conseguenza più drammatica di questa dipendenza è in India, dove tra il 1995 e il 2012, 270 mila agricoltori, che avevano contratto debiti per acquistare le sementi e i prodotti chimici, si sono suicidati».

Alcuni studi hanno cercato di rispondere alle accuse contro gli Ogm ma sono stati screditati dal fatto di essere finanziati da aziende biotecnologiche o di essere condotti da ricercatori collegati ad esse.

FILIPPINE, CAMPO DI BATTAGLI DEGLI OGM

Negli anni il campo di battaglia per gli Ogm è cambiato, dai Paesi sviluppati a quelli in via di sviluppo. I sostenitori degli Ogm hanno messo in campo grandi armi per convincere i Governi africani, asiatici e latini ad appoggiare gli Ogm. Tra loro ci sono Bill e Melinda Gates, Jeffry Sachs, economista della Columbia University e Paul Collier, economista di Oxford. Quest'ultimo sostiene che l'Africa ha bisogno di una nuova «Rivoluzione verde», basata sulle sementi geneticamente modificate, dato che ha perso la prima rivoluzione, promossa dall'agricoltura chimica intensiva.

Le Filippine sono un campo di battaglia. Anche se molti Paesi hanno aumentato i controlli sugli Ogm, il Governo delle Filippine è diventato sempre più disponibile a garantire permessi per la produzione di Ogm. Secondo Greenpeace del Sud-est asiatico, ciò ha permesso l'importazione di 60 varietà di piante geneticamente modificate e prodotti agricoli per l'uso alimentare diretto, per il foraggio e per la produzione alimentare, l'importazione di otto varietà di piante geneticamente modificate per la coltivazione e di 21 varietà di piante geneticamente modificate per la sperimentazione agricola sul suolo filippino.

Nonostante i problemi legati all'impatto ambientale, nelle Filippine le coltivazioni Bt hanno a disposizione 750 mila ettari. Secondo Daniel Ocampo, portavoce di Greenpeace del Sud-est asiatico, non è mai stato respinto alcun impiego di Ogm e ciò è piuttosto scioccante, viste le controversie sul loro utilizzo.

Il motivo principale della liberalizzazione degli Ogm porta alla luce connivenze tra Governo, mondo accademico e società. Per esempio, tre degli ultimi direttori del prestigioso Institute of Plant Breeding dell'Università delle Filippine a Los Banos, hanno fatto parte di multinazionali di biotecnologia o hanno lavorato a progetti finanziati da queste. Inoltre sono membri o consulenti di organi governativi che sovraintendono la sicurezza biologica.

CONTROLLO GIURIDICO SUGLI OGM

Anche gli attivisti anti-Ogm e gli agricoltori hanno fatto passi avanti. Anche se alcuni hanno preso delle contromisure dirette come sradicare le melanzane Bt da un campo sperimentale, altri hanno lavorato sul fronte legale. Questa iniziativa ha avuto buone conseguenze dato che, in seguito ad una petizione presentata da Greenpeace, dall' Ong Masipag e da alcuni individui, la Corte d'Appello delle Filippine ha fermato la sperimentazione di melanzane Bt in un campo senza permesso scientifico e senza autorizzazione legale per l'introduzione di prodotti Bt. La corte ha anche deliberato che tutti gli interessati a questo progetto, non solo gli scienziati industriali e governativi, devono fornire informazioni sull'introduzione di piante Ogm come le melanzane Bt.

Comunque è poco probabile che questa vittoria scoraggerà le lobby degli Ogm a usare le Filippine come trampolino di lancio per l'introduzione di coltivazioni Bt nel Sud dell'Asia. Oltre alle melanzane Bt, i sostenitori degli Ogm promuovono l'introduzione di 'riso golden' geneticamente modificato, patate, soia, colza, cotone, barbabietola da zucchero ed erba medica. Ci sono grandi interessi economici coinvolti in queste coltivazioni e la sola cosa che si pone tra le multinazionali e gli interessi economici sono quegli agricoltori fastidiosi, gli ambientalisti e i consumatori.

Sfortunatamente per le società di biotecnologia, molte persone stanno ascoltando le parole di scienziati come il dottor Oscar Zamora, vice cancelliere dell'Università delle Filippine a Los Banos, che afferma: «Per ogni applicazione di ingegneria genetica nei Paesi in via di sviluppo, ci sono molti approcci meno pericolosi e più sostenibili e metodi che hanno centinaia se non migliaia di anni di utilizzo sicuro alle spalle. Fino ad oggi nessuna applicazione di ingegneria genetica in agricoltura è stata così vantaggiosa per gli agricoltori dei Paesi in via di sviluppo da giustificare l'esposizione dell'ambiente, degli agricoltori e dei consumatori a rischi anche minimi».


Walden Bello, rappresentante di Akbayan (Citizens’ Action Party) alla Camera dei Rappresentanti delle Filippine, opinionista di Foreign Policy In Focus e membro di Greenpeace International e di Greenpeace Sud-Est Asi, ha collaborato all'articolo. Questo articolo è frutto della collaborazione di Foreign Policy In Focus e di The Nation.com.

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