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26.05.13

No agli Ogm, proteste in 436 città di 52 Paesi contro la Monsanto
di Patrizio Cairoli

Secondo gli organizzatori della manifestazione, le sementi geneticamente modificate sono una minaccia per la salute. L'azienda si difende: "Nessun tribunale ha legato i nostri prodotti a rischi concreti per la salute"

"Una minaccia per la salute, la longevità e la fertilità della generazione delle mie figlie. Non potevo starmene seduta con le mani in mano, aspettando che qualcun altro si decidesse a far qualcosa". Così Tami Canal ha raccontato, sulla pagina Facebook dell'evento, i motivi che l'hanno spinta a creare una marcia di protesta mondiale contro la Monsanto, la nota multinazionale di biotecnologie agrarie impegnata principalmente nella produzione di sementi transgeniche. Sabato, in 52 Paesi e 436 città, secondo il resoconto dell'Associated Press, chi si oppone agli Ogm ha partecipato alla manifestazione "March Against Monsanto".

Secondo gli organizzatori del movimento, nato pochi mesi fa, l'azienda "controlla gran parte delle forniture alimentari del mondo a scapito del diritto universale al cibo. Nel 2000, a seguito della fusione con il gruppo Pharmacia, è nata la nuova Monsanto Company che ha nella divisione agricoltura il suo core business. La protesta è rivolta contro l'innaturale alchimia tra agricoltura e industria chimica, che fa parte del 'know how' di Monsanto". Il cuore della protesta risiede proprio nell'opposizione agli organismi geneticamente modificati: "Recentemente, il Congresso degli Stati Uniti ha approvato un provvedimento soprannominato “Monsanto Protection Act“, che protegge la vendita di semi geneticamente modificati della Monsanto, che sta conquistando il monopolio delle riserve alimentari mondiali, a danno dei piccoli agricoltori. I semi Ogm sono dannosi per l’ambiente; per esempio, gli scienziati hanno indicato che hanno causato il collasso delle colonie tra le popolazione di api nel mondo. Non bisogna pensare che si tratti solo di un insetto. Senza l’impollinazione nche l’uomo è destinato all’estinzione" hanno dichiarato gli organizzatori della protesta.

Sulla pagina ufficiale del movimento su Facebook, che ha raccolto più di 145.000 'I Like', si legge che "diversi studi hanno dimostrato che gli alimenti geneticamente modificati prodotti dalla Monsanto possono causare gravi danni alla salute come tumori, infertilità e malformazioni congenite. Negli Stati Uniti la Fda (Food and Drug Administration), ente federale per la salvaguardia della sicurezza alimentare, viene manovrata da ex funzionari della Monsanto; riteniamo che si tratti di un conflitto di interessi discutibile, che spiega la mancanza di ricerche promosse dal governo sugli effetti a lungo termine degli Ogm".

Su Facebook e in piazza, un successo insperato per Tami Canal, che avrebbe considerato un successo "se 3.000 persone si fossero unite alla mia protesta". Ora, "porteremo avanti la protesta finché la Monsanto non rispetterà le richieste dei consumatori. Stanno avvelenando i nostri bambini, il nostro pianeta. Se non agiamo noi, chi lo farà?" ha dichiarato. In numerose città statunitensi, da New York a Los Angeles, da Orlando a Portland, il movimento è sceso in piazza. Molti manifestanti anche a Buenos Aires e in altre città dell'Argentina, dove la soia e il grano geneticamente modificati della Monsanto, riporta la Ap, controllano quasi il 100% del mercato. E come ogni monopolista, le multinazionali stanno imponendo aumenti esorbitanti dei prezzi delle sementi: tra il 1995 e il 2011, il prezzo della soia è triplicato e quello del cotone è addirittura quintuplicato, secondo il rapporto Seed giant vs U.S. Farmer (I giganti dei semi contro i contadini americani) pubblicato nel febbraio del 2013 dalle associazioni statunitensi Center for Food Safety (Cfs) e Save Our Seeds (Sos). I manifestanti propongono di "comprare prodotti biologici - si legge sul sito www.march-against-monsanto.com - boicottando le aziende legate alla Monsanto che usano Ogm. Far applicare il marchio Ogm per facilitare le scelte del consumatore. Richiedere ulteriori ricerche sugli effetti degli Ogm sulla salute". 

La Monsanto, che ha il suo quartier generale a St.Louis, ha dichiarato di rispettare il diritto delle persone di esprimere il proprio parere sulla questione, ma ha ribadito che i suoi semi migliorano l'agricoltura aiutando gli agricoltori a produrre di più, senza danneggiare le loro risorse, come acqua e energia. L'amministratore delegato dell'azienda, Hugh Grant, in un'intervista rilasciata al Wall Street Journal all'inizio dell'anno ribadiva che nessun tribunale al mondo è riuscito a collegare la Monsanto a qualsiasi tipo di rischio concreto per la salute. Pochi giorni fa, inltre, la Monsanto ha vinto una causa contro un agricoltore dell'Indiana davanti alla Corte Suprema statunitense, che ha stabilito che i diritti del detentore del brevetto non si estinguono alla vendita di un prodotto, e che quindi non è permesso agli agricoltori ripiantare semi brevettati senza pagare, in questo caso, la Monsanto. 

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