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Martedì, 12 Febbraio 2013 18:18

Muos: una Sicilia condannata dal Pentagono. Riuscirà il governo a fermarlo?
di Roberta Barone.

Se i problemi morali passano in secondo piano quando c'è da vincere una guerra, allora questo è proprio il caso delle grandi potenze mondiali che, mascherando interessi bellici con principi intrisi di falsa democrazia, lavorano secondo una strategia abile ad insinuarsi nelle burocrazie degli altri Stati.

Dando voce diretta alla storia, grande esempio potrebbe essere quello del compromesso con la mafia siciliana da parte della potenza americana per riuscire a varcare nel 1943, indisturbati, i confini di un'isola troppe volte colonizzata e privata delle sue bellezze: la Sicilia.

Nei discorsi  dei giovani siciliani all'estero emerge una triste consapevolezza di essere tacciati per "mafiosi" nonostante siano lì per studiare, rimboccarsi le maniche e dimostrare una distanza ciclopica dalla mentalità di chi ha contribuito a ridurre il proprio paese in una terra da "corrompere".

Seguendo uno stesso filo d'Arianna, è forse poco noto come  l'accordo ombrello del 20 Ottobre 1954 tra Italia e Stati Uniti abbia contribuito a legittimare la presenza militare U.S.A in territorio italiano.

Diceva un proverbio :"Dai loro la mano e si prendono il braccio". E così l'evolversi dei conflitti mondiali e le rispettive vincite e sconfitte dei paesi interessati sfociano adesso in conseguenze assai sottovalutate per anni. Risultato di quella politica marshalliana non fu altro che un nuovo protocollo d'intesa con l'allora ministro della difesa Ignazio La Russa, l'ex Presedente del Consiglio Berlusconi e non per ultimo l'ex Presidente della Regione Sicilia Raffaele Lombardo, che si sarebbe fatto finanziare il suo partito (Mpa) dalla stessa azienda Gemma S.P.A al fine di incitare la risposta favorevole  della Regione sull'autorizzazione a costruire il famoso Muos nella zona naturale Sughereta di Niscemi, a Caltanissetta.

Il Mobile User Objective System è infatti un sistema di comunicazioni satellitari ad altissima frequenza composto da quattro satelliti e quattro stazioni di terra, che emanerà onde elettromagnetiche per un raggio di circa 145 Km. Recenti studi, oltre quelli sugli effetti sulla salute di Zucchetti e Coraddu, hanno evidenziato come tali onde siano maggiormente dannose nel raggio compreso tra i 50-60 Km, dove l'intensità si fa più forte. Proprio per questo sono nati numerosi Comitati spontanei di cittadini dei comuni di gran parte della Sicilia, per manifestare il proprio dissenso contro la realizzazione di tale strumento di guerra  soprannominato "MUOStro".

Ultimi aggiornamenti risalgono al 5 Febbraio quando, durante una  seduta congiunta delle Commissioni Ars, hanno preso parola numerosi tecnici che, nel loro ambito, hanno dimostrato l'effettiva pericolosità di tale installazione e del Muos, ma nello stesso tempo sono stati valutati atti legali con i quali procedere per la revoca delle autorizzazioni. Dopo aver dato mandato all'Assessore a Territorio e Ambiente Mariella Lo Bello e al dirigente generale di "avviare" una procedura di revoca, oggi la stessa viene firmata dal Governo. Poiché non esiste però la possibilità di una revoca "secca" ed immediata, allora si dovrà attendere per altri trenta giorni affinché il procedimento sia esecutivo.

Cosa molto curiosa invece,  risulta il fatto stesso che, per garantire il reale blocco dei lavori, gli attivisti No Muos dei presidi dovranno comunque vigilare nei vari ingressi alla base americana di Niscemi così come hanno fatto finora tra freddo, gelo e soprusi perfino da parte delle forze dell'ordine locali.

"Area di interesse strategico per la difesa nazionale" è stata definita dallo stesso ministro italiano dell'Interno Cancellieri che, insieme alla maggior parte dei politici componenti del Governo nazionale, continua a rendersi complice di una politica di guerra aggressiva ma nello stesso tempo moderna e tecnologica del Pentagono in gran parte del Medio Oriente.

E' noto come le grandi potenze mondiali alimentano gli estremismi, nonostante apparentemente li condannino in nome della democrazia, per poi incitarli alla violenza verso il proprio stesso popolo e giustificare successivamente le missioni di "prevenzione" al terrorismo nei paesi d'origine.

Divenuta una regione fortemente militarizzata (vedi le condizioni non rispettate del Trattato di Parigi, 1947), la Sicilia si espone adesso ad eventuali attacchi nemici: quali sono gli strumenti del nemico da distruggere in caso di guerra se non i sistemi di comunicazione?

Intanto riferisce il giornalista siciliano Antonio Mazzeo che "le Nazioni Unite hanno annunciato l'avvio di un'inchiesta sulle conseguenze degli attacchi militari Usa mediante l'utilizzo dei droni in Pakistan, Yemen e Somalia" e che Obama ha recentemente nominato a capo della Cia, John Brennan, uno dei più famosi strateghi delle nuove guerre ipertecnologiche. Tutto risulta quindi collegato in un circolo vizioso che non solo ai Siciliani, ma all'intera Italia sembra non piacere: è stato anche grazie a social networks, alla rete, all'attivismo di diversi giornalisti e semplici cittadini che, quello del Muos fino ad allora sconosciuto, è diventato adesso un caso nazionale e di fondamentale importanza.

Riuscirà adesso il Governo siciliano a fermare "realmente" le intenzioni della Marina Militare Statunitense? Intanto i presidi dei Comitati No Muos continuano, la gente è incerta ma le elezioni nazionali  si avvicinano: che sia una nuova strategia per cullare nell'illusione le povere speranze dei cittadini come accaduto quel 6 Ottobre col dissequestro del sistema?

Se fosse veramente così, allora, l'intero governo italiano e tutti i  consenzienti verso tale scempio dovranno forse rispondere anche di "crimine verso l'umanità".

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