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Venerdì 15 Febbraio 2013 20:17

NoMuos vs USA: la politica dei blocchi

Anche stamattina (15 febbraio) il presidio permanente NoMuos di Niscemi ha bloccato il cambio turno dei militari della base.

Ormai da oltre tre settimane il movimento è riuscito a bloccare effettivamente i lavori per la costruzione delle tre antenne del sistema militare americano. Nonostante le carte della Regione Siciliana, infatti, i tentativi dei militari americani di far entrare insieme a loro gli operai addetti all'installazione delle antenne continuano quotidianamente. Ecco allora che a continuare quotidianamente sono anche i blocchi dei cittadini niscemesi, del comitato delle mamme NoMuos, e dei tanti e tante NoMuos che ogni giorno corrono a dar man forte ai presidianti dai paesi vicini.

Oggi come ieri, e come i giorni scorsi, il movimento ha respinto con attenzione e determinazione il convoglio dei mezzi militari con cui spesso i soldati americani tentano di far entrare gli operai: così alle 5.30 tre mezzi con 24 soldati sono stati bloccati davanti ad uno degli ingressi della base e costretti a tornare indietro senza poter dare il cambio a chi era già dentro.

Nel frattempo il consolato americano si affretta a prendere le contromisure per aggirare la debole revoca dell'amministrazione regionale sciorinando improbabili fonti sulla sicurezza dell'impianto. Così da una parte si mostra disponibile al “confronto” purché i suoi soldati siano liberi di fare i propri porci comodi e purché il Muos venga costruito a Niscemi, dall'altra si prodiga a stringere i rapporti su un piano nazionale perché il sito venga riconosciuto come di interesse strategico e si possa operare in deroga alle autorizzazioni sanitarie.

Ma chi da mesi sta lottando contro queste antenne non sembra farsi intimorire da queste ipotesi e ha imparato ad anteporre alle misure istituzionali i blocchi popolari con i propri corpi e le proprie forze. Se davvero i militari vorranno continuare con la costruzione delle antenne dovranno rompere questi blocchi fatti dalle tante persone che vivono quel territorio: mamme e giovani prima di tutti.

Insomma i blocchi contrapposti sono ancora una volta sul campo: da un lato l'imperialismo e il militarismo americano, dall'altro il blocco popolare che lotta per le proprie vite.

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