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Venerdì 22 Marzo 2013 14:59

NOMuos: mamme denunciate e ancora tensioni verso il 30 marzo

Senza voler cadere nel consueto gioco del "lo avevamo detto" e del "lo sapevamo", potrebbe essere comunque questa la formula con cui aprire un report di cronoca da Niscemi sugli sviluppi della viceda-Muos. Ma per non passare come autocelebrativi diremo solamente "lo sapevano e lo avevano detto"; parliamo ovviamente del movimento NoMuos e dei fatti di stamattina. Due in particolare.

Primo. Stamattina l'ennesimo convoglio di blindati, camionette, volanti con su scritto "Polizia Italiana" accompagna due mezzi diretti alla base americana di c.da Ulmo. Il primo trasporta gasolio, il secondo materiale edile. Ancora una volta vengono fermati dal presidio permanente davanti l'ingresso della base. Il comitato Mamme NoMuos non li vuole fare passare: quei mezzi infatti trasportano materiali utili al completamento delle mega-parabole della guerra . Ma ancora una volta, le forze dell'ordine forzano il blocco e, senza remora alcuna, sfondano ed entrano nella base. Senza voler qui aggiungere altro rispetto alle forme assunte ormai da un potere violento e arrogante, intollerante verso ogni manifestazione di dissenso, oggi emerge con ancora più chiarezza quanta ipocrisia si celi dietro "il balletto mascherato" della politica e delle sue promesse. I lavori dovevano essere bloccati da qualche settimana ormai - così almeno si sosteneva dopo i vari incontri tra Regione, Governo e vertici americani - ma per fortuna i NoMuos non cisono mai cascati e hanno proseguito nella loro mobilitazione senza mai delegare le possibilità di vittoria. I lavori stanno quindi continuando ma...i NoMuos lo sapevano e lo avevano anche detto!

Seconda notizia di oggi è che due donne del comitato Mamme NoMuos sono state denunciate dalla procura di Caltagirone a seguito dei blocchi davanti la base. La loro colpa sarebbe quella di aver disturbato il quieto vivere della base Usa impedendo addirittura ad alcuni militari tra cui un alto ufficiale di accedere al suo interno. Sarebbero inoltre colpevoli di avere ripetutamente minacciato i soldati. Il potere giudiziario si scaglia quindi controil movimento per intimidirlo e tutelare gli interessi di chi vuole per i propri fini mettere a rischio salute, ambiente e diritti di chi poi viene denunciato. Paradossi consueti di una democrazia malata. Ma neanche questi provvedimenti fermaranno un movimento determinato a costruire una grande manifestazione sabato prossimo, il 30 marzo,ma soprattutto a vincere.

Nessuna paura dunque....e questo è meglio che lo sappiano loro!

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