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9 luglio 2013

Guantanamo, sciopero fame e Ramadan: “Alimentazione forzata notturna”
di Roberto Festa

Inizia il Ramadan anche per i prigionieri di Guantanamo. E nella prigione, dove restano 166 detenuti, la situazione si complica ulteriormente. 106 tra questi sono infatti in sciopero della fame da mesi. Quarantacinque vengono alimentati a forza, per evitare che le loro condizioni di salute arrivino a un punto di non ritorno. Con l’arrivo del Ramadan si pone però il problema del digiuno rituale, dall’alba al tramonto, per i credenti. Come conciliare la mancata assunzione di cibo con l’alimentazione forzata cui sono costretti decine di prigionieri? Il governo Usa ha annunciato che, se non interverranno “emergenze impreviste o questioni operative”, le guardie e il personale medico della prigione cubana rispetteranno la fede religiosa dei detenuti e li alimenteranno soltanto di notte.

La giudice Kessler gli ha dato sostanzialmente ragione, scrivendo nel suo giudizio che “esiste ormai un largo consenso circa il fatto che l’alimentazione forzata viola l’Articolo 7 del Trattato Internazionale sui Diritti Civili e Politici, che proibisce la tortura e un trattamento crudele, inumano e degradante”.

Al soggetto, bloccato su una sedia, viene applicata una maschera che blocca la funzionalità del viso (per evitare che l’alimentazione venga rigettata). Lunghi tubi vengono inseriti attraverso le narici, sino allo stomaco. Il processo dura tra i 20 e i 30 minuti, poi i prigionieri vengono tenuti sulla poltrona per più di un’ora, sino a quando, attraverso una radiografia, si verifica che il nutrimento abbia raggiunto lo stomaco. Ricondotti nelle loro celle, i detenuti sono tenuti sotto osservazione. Nel caso vomitino, il processo di alimentazione forzata viene ripetuto.

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