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15 giugno 2013

Americani in sciopero della fame a lungo termine per chiudere la prigione di Guantanamo
Medea Bejamin intervista Elliott Adams
Traduzione di Maria Chiara Starace

Sulla stampa tradizionale non  viene riportata la notizia di un  sensazionale  sciopero della fame di lunga durata che sta facendo un gruppo di americani per solidarietà con i prigionieri di Guantanamo che fanno un analogo sciopero. Questo gruppo di persone che digiunano comprende la co-fondatrice di CODEPINK Diane Wilson (beve soltanto acqua dal 1° maggio), il membro di Veterani per la Pace,  Brian Wilson (dal 12 maggio), e l’ex presidente dei Veterani per la Pace, Elliott Adams.  Segue qui sotto un’intervista con Elliott Adams, che ha iniziato il suo sciopero della fame il 17 maggio.

Perché hai deciso di fare questa azione sensazionale che implica un tale sacrifico personale?

Ciò che accade ora a Guantanamo è spregevole. Provate solo a pensarci: 86 prigionieri vengono assolti dal governo  – cioè dal Dipartimento della Difesa, da quello della Giustizia  e da quello della Sicurezza Nazionale oltre un anno fa, e sono ancora detenuti. Molti di loro sono detenuti da 11 anni!

Ora è stata ridotta anche  la possibilità che hanno i prigionieri di contattare i loro avvocati. Hanno una nuova regola che per incontrarsi  con i loro legali, devono essere sottoposti a un procedimento draconiano di perquisizione corporale, per cui delle persone possono toccare i loro organi genitali e l’ano, violando la religione dei prigionieri.

I prigionieri di Guantanamo sono disperati. Non vedono alcun segnale che indichi che usciranno mai da quel luogo. Hanno tentato le vie legali ma ora si rendono conto che se anche il governo ha deciso di non accusarli e ammette che non sono una minaccia per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, saranno ancora detenuti.  L’unico modo che vedono per uscire, è quello di lasciarsi morire di fame. Questo è un livello di disperazione che gli americani non comprendono. E invece di rilasciarli o di processarli,  il governo gli sta imponendo in modo brutale l’alimentazione forzata.

E’ disgustoso. E’ una violazione dei nostri principi morali e religiosi, della legge internazionale, della legge nazionale; è una violazione della Dichiarazione di Indipendenza, della Costituzione, delle cose che si pensa definiscano l’America. Va contro proprio quei principi che pensavo rappresentasse   la bandiera americana quando ero giovane.

Non riesco a starmene seduto a godermi la vita  quando il mio paese fa queste cose terribili a queste persone. Tocca noi costringere il nostro governo a tirali fuori da qui.

Come ti senti fisicamente? Hai perduto molto peso?

Sto perdendo da una libbra a una libbra e mezzo ogni giorno (da circa 400 gr circa 700 gr.): mi sono liberato dall’eccesso di grasso. A volte mi sento stanco.

Appena si comincia  uno sciopero della fame a lungo termine, i propri elettroliti si squilibrano; c’è la probabilità di andare incontro a problemi cardiaci. Una volta che si iniziano a consumare un poco  le risorse del corpo, c’è rischio  immediato di un probabile danno renale. La dieta ridotta può portare a danni nervosi.  Fare questo può essere ad altissimo rischio. C’è anche l’aspetto non piacevole di non mangiare.

Queste sono però piccole cose paragonate a quello che stanno provando quegli uomini a Guantanamo.

Hai fatto qualche altro sciopero della fame in passato?

Questo è il primo che ho fatto a tempo indefinito. L’ultimo che avevo fatto lo ho dovuto interrompere per motivi di salute.

Per quanto programmi di continuare lo sciopero della fame? Che cosa ti convincerà a iniziare di nuovo a mangiare?

Il mio sciopero è a tempo indefinito. Non so quando vedremo qualche segnale importante,  ma devo vedere un’azione reale, non soltanto belle parole.

Quale è stata la reazione della tua famiglia e dei tuoi amici?

La maggior parte delle persone che mi vogliono bene pensano che sia una cosa folle, sbagliata, stupida. Fortunatamente mia moglie  mi sopporta ancora.  E’ da molti, molti anni che è paziente.

Che cosa prova per il fatto che molti di coloro che fanno lo sciopero della fame sono sottoposti ad alimentazione forzata ogni giorno?

E’ davvero semplice: è tortura. Così dice l’Associazione medica americana, l’Associazione medica mondiale, e chiunque abbia una coscienza. Sottoporre ad alimentazione forzata una persona che ne è consapevole, si chiama tortura.

Che cosa pensi che dovrebbe fare il presidente Obama?

Dovrebbe iniziare a invocare una deroga  della sicurezza nazionale  che gli permetta di liberare gli 86 prigionieri che hanno avuto già l’autorizzazione  al rilascio. Deve smettere di parlare e deve agire.

Questo fatto mi ricorda di quando George McGovern si era candidato alla presidenza nel 1972. La gente gli diceva: “Lei è favorevole all’evacuazione dal Vietnam, ma è una faccenda davvero complicata. Come farà ad attuarla? La sua riposta era: “Tenterei con le navi e gli aerei.” E’ ora di tirare fuori quelle persone – sulle navi e sugli aerei.

Vedi delle analogie tra il modo in cui sono trattati  i prigionieri di Guantanamo e i prigionieri negli Stati Uniti?

Sì, assolutamente. In entrambi i casi abbiamo situazioni che sono immorali. Qui negli Stati Uniti da decenni teniamo persone prigioniere in isolamento 24 ore su 24. E’ sbagliato, come quello che sta accadendo a Guantanamo, dove c’è soltanto un “gusto” diverso di tortura e abusi.

Pensi che i tribunali militari possano dare ai prigionieri di Guantanamo un processo giusto?

No, naturalmente, e questo è il motivo per cui hanno creato i tribunali militari. In una gerarchia così radicale come quella militare, non si può avere un processo giusto. Il giudice, il pubblico ministero, la giuria – sono tutti sottoposti a quello che viene loro detto. Questo è il modo in cui funziona. E’ come dire che l’Inquisizione spagnola o la Caccia alle streghe di Salem hanno fatto dei processi giusti. L’idea complessiva di un processo militare è un ossimoro.

Ciò che conta di più è che il nostro sistema di tribunali civili funziona. Abbiamo certamente  processato e ci siamo occupati nel nostro sistema giudiziario di persone di gran lunga peggiori di quelle di Guantanamo. Possiamo dare loro un processo giusto.

Quale pensi sia il motivo per cui il presidente Obama non rilascia quei prigionieri di Guantanamo per i quali è stato approvato il rilascio?

In qualche punto della gerarchia del partito democratico, qualcuno pensa che costerà dei voti. Calcolano che se rilasciano i prigionieri che hanno già  avuto l’approvazione per uscire, i Repubblicani diranno che sono deboli con i terroristi. Ecco perché dobbiamo creare un sostegno popolare per liberare i prigionieri. Dobbiamo costringere il nostro governo a fare ciò che è giusto.

Che cosa dici agli americani che pensano che i prigionieri di Guantanamo siano “i peggiori dei peggiori” e che dovrebbero rimanere lì?

Non penso che la gente sappia molto di questi prigionieri. Penso che dovrebbero istruirsi al riguardo, e allora scopriranno che questa è una pura stupidaggine – queste persone non sono le peggiori delle peggiori. Posso garantirvi che le prigioni statunitensi detengono gente di gran lunga peggiore di quella che è a Guantanamo, gente così fondamentalmente cattiva che non potreste neanche crederlo. Non dico che tutte le persone che sono a Guantanamo siano dei santi, ma dire che sono i peggiori dei peggiori è un equivoco. In effetti il nostro stesso  governo ha deciso che la maggioranza di loro dovrebbe essere rilasciata perché non rappresentano alcuna minaccia alla società statunitense.

Come pensi che sia considerata  la situazione di Guantanamo all’estero, specialmente nel mondo musulmano?

La gente di tutto il mondo ha perduto il rispetto per noi perché vedono che stiamo violando i principi che si pensa che rappresentiamo, e i principi della legge internazionale. Agli occhi del mondo, Guantanamo delegittima il governo, la nazione e perfino noi che stiamo pagando per questo. Ecco perché penso che Guantanamo sia un rischio per la nostra sicurezza nazionale.

E’ anche una violazione del sogno americano, del “grande esperimento” a cui si riferiva il presidente Abramo Lincoln. Non possiamo stare seduti pigramente mentre quell’esperimento viene rovinato.

 


Medea Benjamin è cofondatrice di www.codepink.org e di www.globalexchange.org. Per contribuire a far chiudere Guantanamo, andate sul sito www.closegitmo.net

Nella fotografia: dimostranti davanti alla Corte Suprema degli USA a Washington protestano contro il carcere di Guantanamo. “I crimini sono crimini indipendentemente da chi li comette”. “Chiudete Guantanamo”.

Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte:http://www.zcommunications.org/americans-on-long-term-hunger-strike-to-close-gitmo-prison-by-medea-benjamin

Originale: Medea Benjamin’s ZSpace Page

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