Fermiamo chi scherza col fuoco atomico c/o Campagna  OSM-DPN
22 Jul 2013

I No Tav della Val Susa hanno uno slogan, tra gli altri: "Siamo tutti black bloc".
di Alfonso Navarra
vicepresidente dell'Associazione Energia Felice

Difatti permettono a gruppi non valligiani organizzati, anche non italiani, di provocare attacchi al cantiere di Chiomonte lanciando petardi e sassi (anche ricorrendo a rudimentali catapulte).
L'idea strategica errata da cui, secondo me, partono è, che schiavi del mito della "riconquista di Venaus", avvenuta nella data che considerano storica dell'8 dicembre 2005, è che vogliono spazzare via fisicamente quello che continuano a chiamare "non cantiere".
Nel loro inconscio c'è la volontà di impostare lo scontro con l'apparato repressivo come una prova di forza paramilitare.
Ovviamente la questione è posta in termini di riposta giustificata - del popolo -  ad una violenza ingiustificata - del potere.
Il popolo unito che sono loro finirà per cacciare via a calci gli occupanti stranieri con le divise della Polizia di Stato e i crumiri che fingono di scavare il tunnel nella montagna (ed è comunque vero che si tratta del pre-tunnel, un buco di prova che deve aprire la strada a quello vero).

Mi permetto di dire che gli attivisti valsusini dovrebbero capire che "la forza dell'unità popolare" non ha da esprimersi sul piano del braccio di ferro territoriale, dell'occupare e/o conservare spazi fisici materiali.
Essi dovrebbero portare avanti un ASSEDIO SOCIALE, un isolamento dei lavori di costruzione attraverso il metodo della NON COLLABORAZIONE ATTIVA DI MASSA, che oltretutto ha da prendere di mira tutta la logistica del TAV nel suo insieme (ditte, forniture, banche, tutto ciò che fa parte e/o assiste il progetto).
In questo loro tipo di approccio strategico non è un caso che boicottaggi di merci, scioperi fiscali, disobbedienze civili su aspetti simbolici per cui farsi magari arrestare in modo pianificato e voluto, alla gandhiana, non risultano contemplati.

La direzione concreta della manifestazione del 19 luglio era chiaro che non era nelle mani dei NO Tav locali ma di questi gruppi esterni, alcuni dei quali autoipnotizzati da una retorica ribellista di corto respiro.
Il romanticismo di certi antagonisti li porta a considerarsi, nell'influenza dell'ambiente montanaro che li circonda, come il braccio armato dell'intera natura che si sta vendicando di una intollerabile violenza!
E' quindi successo che la parte non paramilitarmente organizzata del corteo (tra i quali il sottoscritto) ha veramente rischiato grosso.
Se non fossi stato rapido a capire l'andazzo delle cose e, con i primi segnali di tensione, a fare subito la passeggiata a ritroso era chiaro che, da asmatico, mi sarei trovato annegato in una nube di gas lacrimogeni velenosissimi...
Non si poteva essere protagonisti dell'azione, anche volendo (ci dicevano: "Accumulate qui le pietre e lanciatele quando scattano le cariche"!), se non ci si trovava muniti di maschere antigas (e diciamo solo - se non erro - 150 sui 500 partecipanti alla "passeggiata" effettivamente che l'avevano!).

Il movimento No Tav, che quindi ha deciso di utilizzare tatticamente i "guerriglieri urbani" professionisti, in questo caso riconvertiti in "guerriglieri campagnoli" (e più precisamente "montanari")  comunque ha un seguito di popolo reale.
Non adotta la linea della "difesa popolare nonviolenta" ma la linea della difesa popolare "guerrigliera", con un tipo di guerriglia ad alta spontaneità organizzativa e bassissima intensità di "violenza".
E' probabile che questa linea, nonostante i problemi che tu poni, vinca comunque perché il TAV è giustificato come "progetto europeo": ed è purtroppo, allo stato delle cose, più probabile che questa Europa imploda prima che il buco vero e la ferrovia Torino-Lione si facciano ...

Alfonso Navarra

PS - io comunque sono l'ultimo arrivato in Valle e devo muovermi con precauzione ed umiltà prima di cominciare a dare lezioni a questo e a quello..
Devo prima capire ed imparare al posto di pontificare.
E conquistarmi una certa fiducia così da poter essere ascoltato; fiducia che non si crea sparando sentenze ma anche subendo certi battesimi del fuoco (con tutto che, per quanti sforzi faccia, li considero veri sprechi energetici che non portano a risultati positivi, anzi) ...

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