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30 dicembre 2013

Damasco, morti per la fame nel campo profughi dei palestinesi

Intrappolati a Yarmuk circa 20mila palestinesi. Quindici le persone decedute per malnutrizione nel quartiere-campo per rifugiati di Yarmuk, periferia sud della capitale siriana, da settembre ad oggi. Un luogo assediato dalle forze del regime siriano e all'interno del quale infuriano battaglie fra miliziani antigovernativi e soldati dell'esercito. Lo denuncia Unwra l'agenzia Onu per i profughi palestinesi.

BEIRUT - Sono 15 le persone morte di fame nel campo palestinese di Yarmuk, a Damasco - da settembre ad oggi - sotto assedio delle forze del regime siriano. E' la denuncia dell'Unwra, agenzia Onu per i profughi palestinesi, riferita in un comunicato diffuso oggi. L'organismo internazionale è costretto ad invitare tutte le parti coinvolte nella battaglia per il controllo del campo di Yarmuk, in una situazione che va sempre più deteriorandosi per la mancanza di cibo e medicinali, a facilitare l'ingresso e la distribuzione di aiuti umanitari. Il campo, un vero e proprio quartiere alla periferia sud di Damasco, è da oltre un anno terreno di scontro tra ribelli e milizie lealiste. Nel 2011, prima dello scoppio della rivolta, ci vivevano circa 170mila persone. Adesso, secondo i dati Onu, sono intrappolati a Yarmuk circa 20mila palestinesi. 

"Da settembre non si riesce ad entrare". Le ultime cinque vittime di questo vero e proprio inferno, dove non si entra e non si esce e dove impazzano combattimenti tra miliziani antigovernativi e soldati dell'esercito fedele a Bashar Al Assad, sarebbero morte proprio tra ieri e oggi: tra loro, un anziano, un disabile e una donna. Morti a causa della malnutrizione, ha sottolineato il portavoce dell'Unwra, Chris Gunness. "Da settembre - ha aggiunto il funzionario Onu - "non siamo riusciti ad entrare nell'area per distribuire forniture d'emergenza per la continua presenza di gruppi armati e la chiusura da parte delle forze governative". La maggior parte del luogo, è sotto il controllo dei ribelli, mentre da fuori le forze lealiste continuano da un anno uno stretto assedio.

Profughi da 65 anni. Il "campo di Yarmouk si chiama così, pur essendo un vero e proprio quartiere, da quando i palestinesi vi si sono stabiliti come rifugiati durante la guerra del 1948 in Medioriente legata alla nascita dello Stato di Israele. L'altra zona nella quale sono state registrate vittime per fame è la vicina Moadamiyeh, anche questa in mano ai ribelli e sotto assedio, dove secondo gli attivisti nel mese di settembre sono morti almeno quattro bambini e due donne. I campi-profughi palestinesi nacquesro dopo il 1948 per accogliere i rifugiati palestinesi messi in fuga dal conflitto. Erano 914 mila nel 1950, alla fine del 2012 erano oltre 5 milioni. L' Agenzia delle Nazioni Unite che si occupa di questi profughi - diversi da quelli di ogni altra parte del mondo - li definisce così: "I rifugiati palestinesi sono persone il cui normale luogo di residenza era la Palestina tra il giugno 1946 e il maggio 1948, che hanno perso tanto le loro abitazioni quanto i loro mezzi di sussistenza come risultato della Guerra arabo-israeliana del 1948". Il loro status di rifugiati è ereditario e l'Unrwa ha in carico ben 59 campi riconosciuti come tali, specificatamente riservati alla popolazione palestinese (da ormai due generazioni) in Giordania, Libano, Siria, Cisgiordania e Striscia di Gaza.

E intanto la guerra prosegue.  Alcuni soldati libanesi hanno sparato contro due aerei da guerra siriani che hanno violato lo spazio aereo del Paese. Lo hanno riferito ufficiali libanesi, precisando che le truppe di Beirut hanno usato armi antiaeree contro i due caccia, che avevano bombardato una zona di confine vicino alla città libanese di Arsal. I funzionari hanno parlato a condizione di anonimato perché non erano autorizzati a diffondere la notizia. Per il momento, non c'è stato nessun commento ufficiale da parte dell'esercito libanese né del governo di Damasco. È stata la prima volta dall'inizio del conflitto in Siria che le forze armate del Libano hanno agito per prevenire ad aerei siriani di violare lo spazio aereo del Paese. Le forze siriane avevano sparato in passato nella direzione del Libano cercando di impedire ai ribelli di fuggire nel Paese vicino o di trovare rifugio in città di confine.

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