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Ultimo aggiornamento alle 17.12 del 30 luglio 2013

Preoccupazione per padre Paolo Dall’Oglio

Da due giorni non si hanno notizie del gesuita, si teme un rapimento. Secondo fonti siriane sentite da Europa, Dall'Oglio starebbe bene ma sarebbe impegnato in trattative per la liberazione di un gruppo di ostaggi a Raqqa.

Il gesuita Paolo Dall’Oglio, scomparso ieri nella città di Raqqa, nel nord della Siria, starebbe bene e sarebbe impegnato in una lunga trattativa per la liberazione di alcuni ostaggi da parte di un gruppo legato ad al Qaeda. Trattativa che – spiegano fonti siriane a Europa – potrebbe protrarsi ancora per almeno tre giorni. L’agenzia Reuters – citando fonti siriane e della sala stampa vaticana – aveva parlato di rapimento di padre Dall’Oglio. «Le sue tracce si sono perse da un paio di giorni. È molto probabile che sia stato rapito, ma non abbiamo altre notizie né abbiamo ricevuto rivendicazioni», ha dichiarato oggi pomeriggio all’Adnkronos padre Pierbattista Pizzaballa, custode di Terra Santa.

Una fonte siriana spiega a Europa: «Non c’è niente di sicuro. Padre Paolo non è rientrato dalle trattative (coi rapitori) senza comunicare a nessuno che sarebbe rimasto più a lungo. Tutti i suoi cellulari sono staccati, ma è possibile che si sia solo trattenuto per portare a termine la missione».

Padre Paolo – riferiscono fonti siriane e francesi – era arrivato sabato a Raqqa per trattare la liberazione di alcuni ostaggi la cui identità non è nota: nel gruppo però ci dovrebbero essere anche alcuni stranieri. Raqqa è una città controllata dalle forze d’opposizione al regime di Bashar al Assad, divise tra l’Esercito siriano libero e una quantità di fazioni armate, tra cui diversi gruppi di stampo jihadista.

Lo stesso padre Dall’Oglio aveva scritto sulla sua pagina Facebook: «Cari amici, sono arrivato oggi nella città di Raqqa ed ho una sensazione di felicità per due motivi: il primo perché mi trovo in terra di Siria e in una città liberata; il secondo per la stupenda accoglienza da parte di questa bella città». «Ho trascorso una serata di Ramadan, che è stata la più bella possibile, tra la gente nelle strade in libertà e in armonia. È l’immagine della patria che vogliono tutti i siriani… Naturalmente non esiste la perfezione ma la partenza è buona. Pregate per me, affinché riesca nella missione per la quale sono venuto… La Rivoluzione non è una previsione ma un impegno! La pace sia con voi e un mese di Ramadan benedetto per noi tutti».

Dall’Oglio è noto per la sua opposizione al regime di Damasco e lo scorso anno era stato espulso dal paese, dove vive da circa 30 anni. La Farnesina ha avviato tutte le verifiche necessarie per conoscere la sorte del sacerdote.

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