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17 Sept 2013

Siria, Benvenuti all’inferno

Le estremità di due cavi elettrici attaccate ai genitali e l’elettroshock iniziava; le gambe e i fianchi infilati in uno pneumatico di camion e le piante dei piedi frustrate per ore; corpi appesi per cinque giorni di fila in gabinetti infestati da insetti: non è un film dell’orrore ma è l’orrore reale vissuto da detenuti politici nelle carceri del regime siriano.

Le testimonianze sono state rese pubbliche oggi dal Centro di documentazione delle violazioni in Siria (Vdc), che da anni lavora per monitorare i crimini commessi nel Paese in guerra e dominato da circa mezzo secolo dalla famiglia presidenziale Assad e da clan alleati. Il Vdc ha fino ad oggi documentato in modo dettagliato l’uccisione di più di tremila persone nelle carceri siriane.

Il rapporto di trenta pagine (scaricabile a questo indirizzo: http://goo.gl/0Lq7cQ e corredato di foto e link video) è basato sulle testimonianze di cinque detenuti rinchiusi a lungo nella prigione dei servizi di sicurezza dell’aeronautica di Harasta, sobborgo a nord di Damasco.

I testimoni, tutti identificati con le generalità complete (Ahmad Saber Hamada, Luay Kamal Bakour, Fawaz Ibrahim Badran, Hasan Nasrallah, Muwaffaq Jandali), di età compresa tra i 23 e i 27 anni, erano stati arrestati in modo arbitrario assieme a migliaia di altri attivisti e cittadini comuni nell’ambito della repressione delle manifestazioni e della rivolta anti-regime scoppiate nella primavera del 2011.

Razan Zaitune, avvocato siriana, da anni impegnata nella difesa dei diritti umani e cordinatrice generale del Vdc, ha commentato questo rapporto raccontando la storia del colonnello Ma‘n, meglio noto col nome di Abu al mawt (il padre della morte) che torturava i cinque detenuti nella sezione di Harasta. E ha chiosato così:

«Il mondo preferisce collaborare con Bashar al Asad, l’esempio più alto per “Abu al mawt”, che gli ha dato il potere di togliere la vita alla gente. Preferisce prolungare la sua sopravvivenza e chiudere gli occhi di fronte alle migliaia di copie del colonnello “Abu al mawt” che da due anni e mezzo continuano a torturare e a uccidere i siriani.

Ma poi lo stesso mondo si sorprende e i suoi sentimenti delicati restano feriti quando vede gruppi legati ad al Qaida diffondersi e rafforzarsi nelle zone liberate della Siria e uccidere apartamente con armi bianche».

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