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30 ott, 2013

Il dramma dei civili a Moadamiya

Il governo siriano dice che nel quartiere di Damasco ci sono solo ribelli. La BBC invece ha visto e riferito della presenza solo di civili, le cui condizioni sono oltre il limite

Migliaia di civili restano intrappolati nel sobborgo di Damasco, Moadamiya, assediato nonostante le autorità abbiano dato loro la possibilità di evacuare dopo un accordo raggiunto con i ribelli che controllano l’area.

Lo riferisce l’inviata della Bbc in Siria, Lyse Doucet, che ha assistito all’esodo dei civili, precisando che migliaia di persone hanno avuto troppa paura per abbandonare le loro case e sono rimaste nel sobborgo. Per il governo, però, a Moadamiya sono rimasti solo i combattenti ribelli, perché così prevedeva l’accordo. Ma se alcuni hanno abbandonato le loro case per rifugiarsi in quelle di alcuni parenti, altri non sanno dove andare. Centinaia di donne e bambini hanno trascorso la notte in un edificio-rifugio messo a loro disposizione dal governo, ma come ha spiegato la Mezzaluna Rossa siriana non potranno restarvi più di un mese.

Per il governo, comunque, tutti i civili hanno lasciato la zona assediata, dove ora si trovano solo quelli che Damasco definisce «terroristi», termine usato dal regime per indicare tutti coloro che si battono per la deposizione di Bashar al-Assad. Lo stesso ministro siriano per gli Affari sociali, Kinda al-Shamamat, ha dichiarato che chiunque è restato nel sobborgo è considerato un nemico. «Dentro al-Moadamiya ci sono gruppi armati – ha detto – Sono terroristi. Noi porteremo i civili in luoghi sicuri. E quindi non siamo responsabili di queste persone, sono terroristi».

Negli ultimi tempi i rifornimenti di cibo, acqua e medicine a Moadamiya erano stati ridotti in modo drastico e per questo i civili avevano rivolto un appello disperato per non morire di fame. Anche l’Onu e altre agenzie umanitarie hanno rivolto per mesi appelli per aiutare la popolazione di Moadamiya. Altri due sobborghi di Damasco, quello di Yarmouk e di Ghouta orientale, sono sotto assedio da parte delle forze governative da mesi. La situazione è diventata talmente disperata che all’inizio del mese gli imam hanno emanato una fatwa con la quale hanno permesso alla popolazione di mangiare cani, gatti e asini per sopravvivere. «Non abbiamo visto un pezzo di pane per nove mesi. Stavamo mangiando erba e foglie», ha raccontato una donna alla Bbc.

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