Ansa
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26 marzo 2013

Hof, gli Usa non vogliono cacciare i russi dalla Siria
di Lorenzo Trombetta

Nell’eventuale Siria di domani non più governata dal presidente Bashar al Assad, gli Stati Uniti non imporranno nessuna politica al nuovo governo di Damasco e non intendono scalzar via la presenza russa: è il pensiero in sintesi dell’americano Fredric Hof, fino a pochi mesi fa consulente speciale del Dipartimento di Stato per il dossier siriano.

“L’obiettivo degli Stati Uniti rimane di arrivare a una transizione politica stabile e negoziata, in base ai principi dell’accordo di Ginevra del giugno 2012, ha detto Hof in una conversazione con l’Ansa a margine di una conferenza organizzata a Roma dal Centro di Studi americani e incentrata sul ruolo degli Stati Uniti e dell’Europa nella questione siriana.

L’ambasciatore americano è stato uno degli architetti da parte Usa dell’accordo raggiunto a Ginevra nell’estate scorsa tra le potenze occidentali e la Russia, principale alleato del regime di Damasco. Tra le altre cose, a Ginevra le parti si sono accordate sul fatto che per metter fine alle violenze è necessario avviare una transizione politica in vista di un “governo di unità nazionale”.

“Finora Assad – ha detto Hof – non ha mostrato interesse verso i punti dell’accordo di Ginevra ma dobbiamo spingerlo a cambiare i suoi calcoli politici, anche se le possibilità sono ridotte”. L’ambasciatore Usa, attualmente membro dell’Atlantic Council, un influente think tank di Washington impegnato con programmi di analisi anche sul Medio Oriente, non ha escluso l’invio di armi ai ribelli: “Se ad esempio gli Usa e l’Ue decidessero di allargare i loro rapporti con i ribelli, magari anche di armarli, questo potrebbe forse contribuire a cambiare i calcoli di Assad… ma bisogna sapere cosa dare a chi”.

E alla domanda circa il potere degli Stati Uniti di tranquillizzare i russi che nell’eventuale Siria post-Assad i loro interessi saranno protetti, Hof ha affermato: “Prima di tutto va detto che il governo siriano del post-Assad deciderà in base alla propria volontà senza alcuna imposizione da parte americana”.

“Per quanto riguarda i russi, li abbiamo più volte rassicurati che non li vogliamo mandar via dalla Siria. Questo non fa parte della strategia degli Stati Uniti. Più volte siamo andati a Mosca a chiedere ai russi di svolgere un ruolo positivo in Siria”.

E sulla nomina del ‘premier dell’opposizione’ siriana in esilio Ghassan Hitto, siro-americano e ai più sconosciuto tecnocrate vicino ai Fratelli musulmani, Hof ha detto: “non so se sia l’uomo dei Fratelli musulmani perché non conosco le manovre dietro le quinte. Ma so che Hitto è un uomo di leadership, che sa lavorare per costruire fatti”.

“La coalizione delle forze di opposizione siriane non ha bisogno di un professore che rimane nei caffé di Parigi ad affrontare questioni intellettuali”, ha detto l’ambasciatore Usa con un implicito riferimento al siriano Burhan Ghalioun, primo leader dell’opposizione siriana all’estero dal 2011 all’anno scorso e docente da oltre vent’anni alla Sorbona di Parigi.

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