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30 marzo 2013

Come Obama ha scelto la guerra invece che la pace in Siria
di Shamus Cooke
Traduzione di Maria Chiara Starace

Mentre la Siria è  sull’orlo del genocidio nazionale, la nazioni esterne hanno soltanto due opzioni: aiutare a capovolgere la catastrofe oppure spingere questa nazione  ancora più in fondo all’abisso. I paesi possono o lavorare a per una soluzione politica pacifica, oppure possono continuare a riversare denaro, armi, e combattenti nel paese per assicurare un regolare apporto al bagno di sangue.

Il Presidente Obama non terrà colloqui di pace. Ha scelto la guerra proprio dall’inizio e vi rimane attaccato. Un recente articolo del New York Times che il presidente Obama ha  mentito nettamente sin dall’inizio, circa il livello di coinvolgimento degli Stati Uniti nel conflitto siriano.

Il presidente ha detto di recente che il governo statunitense continua a dare soltanto aiuti”non letali” ai ribelli, ma il New York Times ha rivelato che la CIA ha attivamente convogliato e distribuito massicce spedizioni di armi ai ribelli al di là dei  confini con la Giordania e la Turchia.

Questo “condotta di armamenti ” per il traffico illegale di armi è stata  supervisionata dal governo degli Stati Uniti fin dal gennaio 2012. E’ stato letteralmente la linfa vitale dei “ribelli” siriani e quindi la causa dell’immenso spargimento di sangue in Siria.

Il New York Times riferisce:

“Il ruolo della CIA nel facilitare   le spedizioni  [delle armi]…. ha dato agli Stati Uniti  un grado di influenza sul processo [di distribuzione delle armi]… i funzionari americani hanno confermato che importanti funzionari della Casa Bianca erano regolarmente  informati riguardo alle spedizioni [di armi].”

L’articolo spiega anche che “una cauta stima” delle spedizioni di armi fino a oggi, è di “3.500 tonnellate americane.”

Così, mentre Obama ha ripetutamente mentito riguardo agli aiuti militari “non letali”, è stato personalmente coinvolto nella supervisione di un’inondazione di armi di diverse nazioni in Siria, molte delle quali vengono date a organizzazioni terroriste. La sola forza combattente efficace per i ribelli siriani è stato il raggruppamento terrorista Fronte Al Nusra, e ora sappiamo esattamente dove hanno preso le loro armi.

Se non fosse per questo flusso di armi finanziato dagli Stati Uniti, i ribelli siriani – molti dei quali provenienti dall’Arabia Saudita e da altri paesi – sarebbero stati sconfitti militarmente molto tempo fa. Diecine di migliaia di vite sarebbero quindi state risparmiate e un milione di rifugiati sarebbero potuti rimanere nelle loro case in Siria. La pulizia etnica e religiosa su larga scala, iniziata dai ribelli, si  sarebbe potuta evitare.

Obama, però, è così intento alla guerra, che non discuterà neanche la pace con il governo siriano. Ha ripetutamente affermato che ci sono “precondizioni” per  i negoziati di pace e la più importante è la caduta del governo siriano, cioè un cambiamento di regime. Se rovesciare il governo di una nazione è la pre-condizione della pace secondo Obama, allora Obama, per definizione sta scegliendo la guerra.

Non importa che la Siria sia una nazione sovrana che dovrebbe preoccuparsi che una nazione straniera le faccia domande riguardo a chi è al potere. Obama non sembra pensare che questa sia una cosa rilevante. Infatti la sua amministrazione è stata molto impegnata a determinare quale sia il governo “legittimo” della Siria, scegliendo personalmente la “Coalizione Nazionale della Rivoluzione Siriana”, il cui primo ministro è un cittadino statunitense.

Una delle pre-condizioni per entrare nella Coalizione Nazionale della Rivoluzione Siriana di Obama, è che non ci siano negoziati di pace con il governo siriano. Naturalmente la maggior parte dei siriani vuole porre immediatamente fine al conflitto in Siria, dato che esso minaccia  una distruzione del paese come quella avvenuta in Iraq.

Il capo più popolare della Coalizione Nazionale della Rivoluzione Siriana, Moaz al-Khatib, di recente si è dimesszo per protesta perché gli era stato proibito  di perseguire negoziati di pace dal Primo ministro dell’opposizione nominato dagli Stati Uniti, Ghassan Hitto, un cittadino statunitense che aveva vissuto negli Stati Uniti nei 30 anni precedenti.

Il Guardian riferisce:

“Immediatamente dopo la sua nomina ad interim [il Primo ministro] Ghassan Hitto [cittadino statunitense] aveva preso le distanze da Al-Khtaib, disponibile a negoziare con elementi del regime di Assad, nel tentativo di porre fine alla guerra civile.

Nominando Hitto alla carica di capo dell’opposizione, Obama ha scisso l’opposizione già frantumata, allo stesso tempo facendo dell’espressione “niente negoziati di pace” la politica ufficiale dell’opposizione sostenuta dagli Stati Uniti, cioè il cosiddetto governo “legittimo” della Siria.

Di recente Obama ha fatto anche pressioni sulla Lega Araba – composta da regime leali agli Stati Uniti – per installare in qualità di membro scelto personalmente la Coalizione Nazionale della Rivoluzione Siriana, come Governo ufficiale della Siria. La nomina, più che dare credibilità all’opposizione, ha invece,  ha sminuito la legittimità della Lega Araba.

Il seggio che hanno i ribelli nella Lega Araba, implica, ancora una volta, che gli Stati Uniti e i loro alleati sono assolutamente decisi a operare un “cambiamento di regime”, indipendentemente dal numero di persone che moriranno, indipendentemente dalle politiche alternative esistenti. Non invertiranno il loro  corso.

Il governo russo ha definito la decisione di adesione alla Lega Araba, “…un chiaro incoraggiamento

alle forze [ribelli] che, sfortunatamente continuano a scommettere su una soluzione militare in Siria, senza guardare al moltiplicarsi quotidiano del dolore e delle sofferenze dei Siriani… Mosca è convinta che soltanto un accordo politico e non l’incoraggiare scenari militari distruttivi può fermare lo spargimento di sangue e portare pace e sicurezza a tutti i Siriani nel loro paese.”

Nei mesi scorsi Obama ha rifiutato le richieste di negoziati di pace sia della Russia  che della Siria, dato che ha incrementato molto la frequenza del programma di traffico di armi. L’agenzia di stampa Reuters riferisce circa la reazione dell’Amministrazione Obama alle proposte di pace giunte dalla Russia e dalla Siria:

“…L’offerta [del Ministro degli esteri siriano] di colloqui [di pace] ha ottenuto una risposta sprezzante dal Segretario di stato statunitense John Kerry, che stava iniziando da Londra un giro nelle capitali di nove nazioni europee e arabe [per aiutare ad organizzare il sostegno  ai ribelli siriani].”

Obama rifiuta la pace perché non può prescrivere  i suoi  risultati. Quando si arriva a occuparsi della guerra, il partito più potente decide come deve essere la pace, e i ribelli di Obama  – dopo due anni – sono ancora in una posizione debole per negoziare una pace favorevole agli Stati Uniti, indipendentemente da quante tonnellate di armi gli Stati Uniti hanno scaricato in Siria. Il motivo è che il governo siriano gode ancora una larga base popolare di appoggio , una cosa di cui si legge raramente sui mezzi di informazione degli Stati Uniti.

Un altro segno della brama di guerra che ha l’Amministrazione Obama è arrivato dopo che il governo siriano ha accusato i ribelli di aver fatto attacchi con armi chimiche. Il governo statunitense inizialmente ha ignorato l’accusa, fino a quando i ribelli siriani in seguito hanno accusato il governo siriano dell’attacco.

Perfino i ribelli siriani hanno però ammesso che l’attacco con le armi chimiche hanno avuto luogo in un territorio controllato dal governo, e che 16 soldati del governo siriano sono morti in un attacco insieme a 10 civili e ad altri 100 feriti. I ribelli però fanno l’affermazione assurda che il governo ha accidentalmente bombardato anche loro con armi chimiche.

Indipendentemente da chi è responsabile, l’Amministrazione Obama programma di considerare colpevole il governo siriano per avere superato la “linea rossa” dell’attacco con le armi chimiche (la versione di Obama delle famigerate “armi di distruzione di massa” di Bush). La linea rossa si riferisce all’invasione militare diretta, in confronto al prolungato massacro che è stata finora la politica statunitense.  L’inviata di Obama alle Nazioni Unite, Susan Rice,  ha rilasciato una dichiarazione riguardo all’attacco con le armi chimiche che, secondo il New York Times, “…ha ripetuto precedenti avvertimenti americani che ci sarebbero state “conseguenze” se il regime di Assad avesse usato o non avesse messo in sicurezza  le armi chimiche.”

E quindi, se i ribelli siriani si procurano le armi chimiche e le usano contro il governo siriano – come è probabile che accada – il governo siriano dovrebbe essere ritenuto colpevole, secondo l’Amministrazione Obama, “di non aver messo in sicurezza le armi chimiche.”

Non c’è alcuno spazio per la verità con una logica di questo tipo. La logica perversa, però, serve a proteggere i preziosi ribelli di Obama che hanno commesso un sacco di atrocità contro la popolazione siriana, e che ottengono protezione fondamentale politica e mediatici dagli Stati Uniti.

In sostanza, tutta la guerra siriana è nata dalla grossa menzogna che la battaglia è iniziata – e continua – come lotta armata popolare. Invece in Siria i veri rivoluzionari  come il Comitato di Coordinamento Nazionale  hanno dichiarato molto tempo fa che vogliono una fine pacifica del conflitto.

La determinazione di Obama in stile Bush di rovesciare il governo siriano lo ha portato  la stessa strada del suo predecessore, sebbene Obama stia combattendo una guerra “più astuta”, cioè sta usando mezzi più ingannevoli per ottenere gli stessi fini, allo stesso uguale costo di incredibile sofferenza umana.


Shamus Cooke lavora nei servizi sociali, è sindacalista e scrive per Workers Action (www.workerscompass.org). Si può  contattare su: shamuscooke@gmail.com

http://www.nytimes.com/2013/03/25/world/middleeast/arms-airlift-to-syrian-rebels-expands-with-cia-aid.html?hp&_r=0

[I trasporti di armi per via aerea ai ribelli siriani si espandono con l'aiuto della CIA]

http://www.nytimes.com/2012/08/04/opinion/syrias-crumbling-pluralism.html
[Il pluralismo siriano va a pezzi]

http://www.guardian.co.uk/world/2013/mar/24/moaz-al-khatib-resignation-syrian-opposition
[Le dimissioni di Moaz al-Khatib gettano nel  caos l'opposizione siriana].

http://www.mid.ru/brp_4.nsf/newsline/716995BF2773B52544257B3B00400371

http://www.reuters.com/article/2013/02/25/us-syria-crisis-dialogue-idUSBRE91O0BD20130225
[Crisi del dialogo tra Stati Uniti e Siria]

http://www.nytimes.com/2013/03/20/world/middleeast/syria-developments.html?pagewanted=all&_r=0
[Sviluppi in Siria]

http://www.nytimes.com/2013/03/22/world/middleeast/un-to-investigate-chemical-weapons-accusations-in-syria.html
[L'ONU farà indagini sulle accuse di armi chimiche].

http://presstv.com/detail/2012/11/30/275318/national-coordination-committee-of-syria-visits-moscow/ [Il comitato di coordinamento nazionale siriano in visita a Mosca]


Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: http://www.zcommunications.org/how-obama-chose-war-over-peace-in-syria-by-shamus-cooke

Originale: Shamus Cooke’s ZSpace Page

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