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4 giugno 2013

Il rapporto dell’Onu sui crimini di guerra

In Siria si commettono crimini di guerra. Lo afferma un rapporto della commissione d’inchiesta internazionale indipendente sulla Siria delle Nazioni Unite, secondo cui dall’inizio del conflitto sia l’esercito governativo sia i ribelli hanno compiuto massacri, fatto ricorso alla tortura e alle armi chimiche.

Le indagini rivelano che è stato soprattutto il regime siriano a usare armi illegali. Per avere dei risultati definitivi, però, la commissione ha bisogno di inviare una spedizione nel paese per prelevare dei campioni sul campo. Per questo ha chiesto l’autorizzazione di Damasco.

Il rapporto, che si può leggere in inglese a questo indirizzo, documenta il periodo tra il 15 gennaio e il 15 maggio 2013.

Quattro attacchi. Secondo l’Onu, ci sono stati almeno quattro attacchi in cui è stato usato del gas tossico: a Khan al Asal, vicino ad Aleppo, il 19 marzo, a Uteiba, nei pressi di Damasco, il 19 marzo, a Sheikh Maqsud, un quartiere di Aleppo, il 13 aprile, e a Saraqib, nella regione di Idlib, il 29 aprile. In questi casi è stato violato lo Statuto di Roma, il trattato istitutivo della corte penale internazionale, fanno notare gli esperti.

“Un costo in vite umane sempre più alto si accompagna a una crescente circolazione delle armi in Siria”, ha fatto sapere la commissione d’inchiesta delle Nazioni Unite. Un messaggio che sembra rivolto all’Unione europea, che recentemente ha deciso di togliere l’embargo sulle armi dirette ai ribelli siriani, e alla Russia, che ha promesso di inviare nuovi missili ad Assad. Il resoconto di Al Jazeera.

Il 27 maggio, un reportage di Le Monde ha documentato l’uso di gas tossici da parte del regime di Assad. Fino a oggi, secondo l’Onu, il conflitto siriano ha provocato più di 80mila morti.

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