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22 febbraio 2013

C’è del marcio in Svezia: 8 grossi problemi del caso Assange
di Naomi Wolf
traduzione di Giuseppe Volpe

Ora che Andrew Kreig, del Progetto per l’Integrità della Giustizia, ha confermato il ruolo di Karl Rove in qualità di consigliere del governo svedese nell’incriminazione di Julian Assange per molestie sessuali, è importante notare le molte evidenti anomalie della gestione del caso da parte delle autorità svedesi.

Il dottor Brian Palmer, un antropologo sociale dell’Università di Uppsala, ha spiegato il mese scorso nel programma radiofonico di Kreig che Karl Rove ha operato direttamente da consigliere del Partito Moderato al governo. Kreig ha anche riferito, al Connecticut Watchdog, che l’avvocato dell’accusa contro Assange è un socio dello studio legale Borgstrom and Bodstrom, il cui il secondo dei titolari della ragione sociale, Thomas Bodstrom, è un ex ministro svedese della giustizia. In tale carica Bodstrom contribuì a far approvare nel 2001 una richiesta di consegna della CIA alla Svezia, per consentirle di trasferire due richiedenti asilo dalla Svezia in Egitto, dove furono torturati. Questo precedente ci obbliga a esaminare con estrema cura la causa contro Assange.

Sulla base dei miei ventitré anni di articoli a proposito della legislazione globale sullo stupro e dei miei cinque anni di sostegno alle donne nei centri di gestioni delle crisi da stupro e nei rifugi per le donne picchiate, posso dire con certezza che questo caso non è trattato come un normale caso di stupro o di aggressione sessuale. Nuovi dettagli diffusi dalla polizia svedese rendono molto chiara la cosa. La loro trascrizione delle denunce contro Assange è notevolmente diversa dalle dozzine di tali trascrizioni che ho letto negli anni da sostenitrice delle vittime di crimini sessuali.

Specificamente ci sono otto modi in cui tale trascrizione è insolita:

1) La polizia non dà mai seguito a denunce in cui non ci sia indicazione di mancanza di assenso.

Chiedete alla Svezia di mostrare un qualsiasi rapporto di polizia cui seguita una qualsiasi azione in una situazione in cui non è dichiarata mancanza di consenso o minaccia di violenza. La polizia semplicemente non darà seguito a una denuncia se non c’è indicazione di mancanza di consenso o di consenso causato dalla violenza. Le trascrizioni relative ad Assange, contrariamente a ogni tipico rapporto su reati sessuali, sono un insieme di trascrizioni in cui nessuna delle due donne ha indicato mancanza di consenso. (C’è un punto in cui la signorina W afferma che era addormentata – nel qual caso sarebbe stato effettivamente illegale avere rapporti sessuali con lei  – ma i suoi messaggi cancellati su Twitter dimostrano che non era addormentata e la discussione che ne è seguita indica consenso).

La trascrizione su Assange è perciò anomala, in quanto non suggerisce in alcun modo che nessuna delle due donne fosse non consenziente o si sentisse minacciata. Anche soltanto su questa base, perciò, la trascrizione su Assange è del tutto anomala.

2) La polizia non consente a due donne di presentare insieme un’accusa contro un uomo.

Le trascrizioni sembrano indicare che la polizia abbia raccolto insieme le denunce delle due accusatrici.

Ciò è del tutto senza precedenti nelle procedure relative a reati sessuali; e dovrebbe ricadere su Clare Mongomery, Avvocato della Corona (QC) o su Marianne Ny [pubblico ministero – n.d.t.] produrre un singolo esempio in cui ciò sia stato permesso.

A due vittime non sarà mai consentito dalla polizia di presentarsi a raccontare le loro versioni insieme, anche se, o specialmente se, i racconti riguardano un solo uomo.

In effetti ciò è molto frustrante per i difensori di vittime di stupro. Si possono avere sette presunte vittime che accusano tutte lo stesso individuo e a nessuna sarà permesso di raccontare la propria storia insieme con altre.

Non importa se si sono messe d’accordo in anticipo, come hanno fatto le accusatrici di Assange, o se sono amiche intime e si sono presentate insieme; la polizia semplicemente non raccoglierà le loro denunce insieme, nemmeno nella stessa stanza. Non importa quanto possano desiderare di presentare una denuncia insieme. I loro desideri non contano: le donne saranno separate, saranno dati loro orari separati per essere udite e persino sedi separate, e i loro casi saranno gestiti del tutto separatamente.

Il pubblico ministero, anziché essere in grado di basarsi sulla testimonianza di entrambe le donne, dovrà in realtà combattere per ottenere che il giudice ammetta una seconda accusa, o un’accusa aggiuntiva o prove da un’altra causa.

Di solito tali prove NON sono ammesse. La signorina A otterrebbe l’esame del proprio caso e poi la signorina W, senza assolutamente alcuna possibilità per l’accusa di passare da un insieme di testimonianze all’altro.

La ragione di questo è solida: consiste nell’evitare che le testimonianze interferiscano con processi separate; una fonte di grande frustrazione per gli accusatori e per i sostenitori delle vittime di stupro.

Dunque la duplice testimonianza assunta in questo caso è del tutto atipica e contraria a ogni prassi e politica legale europea e specialmente svedese nei casi di stupro.

3) La polizia non raccoglie mai testimonianze di ex fidanzati.

C’è un’altra notevole anomalia in questa trascrizione: il resoconto di un ex fidanzato della “signorina A” che testimonia che lei usava sempre un preservativo nei loro rapporti.

Ora, da persona che ha aiutato molte vittime di stupri in tutta la sua carriera giornalistica, devo dire che l’inclusione di questa annotazione del tutto atipica – e, di fatto, illegale – farà sentire chiunque abbia assistito vittime di stupro nella procedura legale come se gli scoppiasse la testa.

C’è una legge scudo sugli stupri in Svezia (come c’è in tutta Europa) che impedisce che chiunque non sia coinvolto nel caso dica qualsiasi cosa alla polizia, positiva o negativa, a proposito delle precedenti abitudini sessuali della parte denunciante. Non conta quanto un ex o attuale fidanzato possa voler testimoniare a proposito delle pratiche sessuali della sua ex, anche se la donna vuole che lui lo faccia; la corte, giustamente, rifiuterà di ascoltarlo, o di verbalizzarne le dichiarazioni o di consentire che in altri modi ciò sia ufficializzato.

4) I pubblici ministeri non consentono mai a due presunte vittime di avere lo stesso avvocato.

Entrambe le donne sono consigliate dallo stesso potente avvocato, politicamente ammanicato. Ciò non accadrebbe mai in situazioni normali perché il pubblico ministero non accetterebbe di correre il rischio di perdere la causa per la contaminazione di prove e il rischio che il giudice si opponga per una possibile subornazione o per una testimonianza concordata nel contesto di un legale condiviso.

Dunque perché il pubblico ministero svedese Marianne Ny dovrebbe consentire una cosa simile in questo caso? Forse – tenendo presente la minaccia che Assange sia estradato negli USA una volta in Svezia – perché non si aspetta che il processo ci sia, per non parlare di dover cercare di vincerlo.

5) Un avvocato, tipicamente, non accetta mai come clienti due presunte vittime di stupro.

Nessun legale – e certamente non un legale molto potente – vorrebbe rappresentare due donne che affermino di essere vittime dello stesso uomo, per il motivo citato più sopra: la testimonianza della seconda potrebbe essere più debole di quella della prima, riducendo così le probabilità di successo dell’avvocato.

C’è anche il pericolo che il giudice possa opporsi al possibile inquinamento incrociato dei racconti delle donne.

Di nuovo, il solo motivo per cui un avvocato indebolirebbe in tal modo le cause delle sue stesse clienti è che non si aspetta che il caso arrivi al processo.

6) Una vittima di stupro non si avvale mai di un avvocato societario.

Tipicamente, se una donna ha bisogno di un avvocato oltre al pubblico ministero per perseguire la propria causa (come nel sistema svedese) le sarà consigliato dai difensori delle vittime di stupro, dal pubblico ministero e dalla polizia di avvalersi di un avvocato penalista, qualcuno che si occupi di casi di stupro e di altri tipi di aggressione, che abbia familiarità con i giudici e i tribunali in casi di questo tipo. Non assumerà mai un potente avvocato societario che non sia specializzato in questi casi o non collabori con il tribunale locale che si occuperebbe del caso di reato sessuale se mai lo stesso arrivasse al processo. Dato che uno studio legale come questo fattura circa quattrocento euro l’ora e che un tipico caso di stupro impiega da otto mesi a un anno per arrivare a giudizio, dato che la consulenza legale costerà decine di migliaia di euro, di cui una giovane vittima solitamente non dispone, è ragionevole chiedersi: chi paga le parcelle legali?

7) Una vittima di stupro non è mai incoraggiata ad avere alcun tipo di contatto con il suo aggressore e non può mai usare la polizia per costringere il presunto aggressore a sottoporsi a esami medici.

Le due donne si sono recate dalla polizia per chiedere se potevano ottenere che Assange si sottoponesse a un test dell’HIV.

Fonti vicine agli investigatori confermano che effettivamente ad Assange è stato chiesto dalla polizia di sottoporsi a un test dell’HIV che poi è risultato negativo. Ciò è assolutamente senza precedenti e contro le consuetudini standard relative ai reati sessuali. La polizia non agisce da mediatrice sanitaria per i test relativi alle malattie trasmesse sessualmente (STD), poiché gli stupratori sono pericolosi e vendicativi. Alle vittime non è MAI consigliato di ricercare, anche sotto la guida della polizia, qualsiasi ulteriore comunicazione con i loro assalitori che avvenga attraverso i canali giudiziari formali. In base alle procedure normali, i desideri delle donne che i presunti aggressori si sottopongano a test medici sarebbero scoraggiati dai difensori della vittima dello stupro e dissuasi e ignorati dalla polizia.

Innanzitutto lo stato normalmente non ha il potere di costringere un uomo che non sia stato condannato, per non parlare del caso in cui non sia incriminato formalmente, a sottoporsi a esami medici di qualsiasi genere. In secondo luogo le vittime di stupro normalmente temono, abbastanza naturalmente, un’infezione da AID o da STD e la prassi normale e il consiglio procedurale è che siano loro a sottoporsi alla propria batteria di test; non c’è necessità di disporre dei risultati dei test dell’uomo per sapere se si è contratta una malattia. La normale procedura nei casi stupro – in Svezia come altrove – include d’ufficio tali test sulla presunta vittima, in parte per contribuire a evitare qualsiasi contatto tra la vittima e l’aggressore al di fuori dei canali legali.

8) La polizia e i pubblici ministeri non fanno mai trapelare trascrizioni nel corso di un’indagine perché rischiano punizioni se lo fanno.

Le trascrizioni complete delle denunce delle donne sono state fatte arrivare ai media statunitensi. Le sole persone ad avere accesso a tali documenti sono la polizia, i pubblici ministeri e gli avvocati. Spesso, e la cosa è frustrante, nemmeno le vittime degli stupri possono ottenere l’intero fascicolo dei propri verbali relativi alle loro cause. In circostanze normali, rivelare tali trascrizioni sarebbe motivo per un’indagine immediati sulla polizia e i pubblici ministeri che vi hanno avuto accesso. Qualsiasi funzionario che riveli tali documenti confidenziali rischia serie sanzioni; gli avvocati che lo fanno possono essere radiati. E tuttavia in questo caso nessuno è indagato o rischia qualsiasi conseguenza. Sembra molto probabile che i documenti su Assange siano stati fatti trapelare dalla polizia o dai procuratori perché è arrivato loro un segnale dall’alto che potevano farlo con impunità.

Queste sono davvero anomalie pesanti, che suggeriscono che qualcuno al vertice ha interferito.

E chi è proprio al vertice in Svezia? Protagonisti che collaborano con Karl Rove, che prese parte alla collusione del governo svedese nel programma di consegne/torture del regime Bush. Mentre la Gran Bretagna tiene le proprie udienze sul destino di Julian Assange, dobbiamo tenere buona nota di tale connessione.


Da Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: http://www.zcommunications.org/something-rotten-in-the-state-of-sweden-8-big-problems-with-the-case-against-assange-by-naomi-wolf

Originale: News from Underground

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