actionforpeace
November 19 2013

Iniziativa in difesa della libertà d'espressione in Siria

Cari amici, so che sulla vicenda siriana non c'è una visione condivisa e di questo mi rammarico fortemente, così come sono dispiaciuto dei silenzi imbarazzati ed assordanti del campo pacifista, salvo poi rianimarsi per il breve lasso di tempo in cui gli USA hanno minacciato di intervenire militarmente. Nonostante mi renda conto che ci sono differenti analisi ed interpretazioni dei fatti, vi scrivo perché il 25 novembre lanceremo, insieme ad una serie di giornalisti siriani, una campagna che difficilmente può creare lacerazioni, visto che parliamo di sostenere il diritto ad esprimersi della stampa indipendente nata durante questi tre anni, un diritto minacciato sia dal regime di Asad che delle orde barbariche che aspirano a creare un improbabile stato islamico nella laica Siria, "grazie" alle quali anche nelle aree sottratte al controllo del regime la censura è risorta e sono tornate le intimidazioni, i rapimenti, le torture a danno di giornalisti, media attivisti e semplici cittadini. Insieme alla redazione di Radio Ana, una delle radio libere nate in Siria dopo l'inizio della rivoluzione ed oggi uno degli obiettivi delle formazioni qaediste, abbiamo quindi pensato di fare fronte comune e di lanciare un appello alla società civile siriana, a quella internazionale ed alle istituzioni, perché si agisca per porre un freno a tutte le violazioni, chiunque sia a commetterle e qualunque sia la scusa che viene addotta per giustificarle. Stiamo quindi raccogliendo le adesioni prima di pubblicare questo appello e finora abbiamo ricevuto il sostegno di oltre 15 testate indipendenti, molte personalità dell'opposizione ed intellettuali siriani. Sul versante internazionale abbiamo il sostegno di Reporters Without Borders, International Media Support, Free Press Unlimited, Global Editors Network, Internews, International Press Institute, CPJ (middle east desk)... oltre a testate di vari Paesi che si sono dette disponibili a dare visibilità alla campagna. Vi chiedo dunque se volete unirvi anche voi a questo appello e sostenere il popolo siriano in quella che è stata una tra le prime rivendicazioni emerse dalle piazze, ben prima che la rivolta fosse indotta ad abbracciare la lotta armata e che i gruppi di fanatici sedicenti islamisti spingessero il nostro popolo nella scomoda posizione tra incudine e martello. Di seguito il testo italiano dell' appello, mi auguro di avere presto vostre notizie.

Appello per porre fine ai crimini ed alle violazioni a danno di giornalisti ed operatori dei media in Siria


Il 1° ottobre, forze del gruppo armato chiamato “Stato Islamico dell’ Iraq e del Levante” (noto con l’acronimo inglese ISIS) ha attaccato gli uffici di Radio Ana <http://anaradio.org/> a Raqqah, poco dopo aver sequestrato ad un posto di blocco il giornalista ed attivista Rami Al-Razzouk mentre si recava a Toubqa. Il 15 ottobre hanno attaccato di nuovo, prendendo possesso di tutte le attrezzature radiofoniche ed informatiche.

Un simile esempio di violazione ai danni della stampa non può passare sotto silenzio nè va considerato come un caso isolato. Lo “Stato Islamico dell’ Iraq e del Levante” sta deliberatamente attaccando la neonata stampa indipendente siriana con l’ intento di sopprimere la libertà di stampa ed imporre una rinnovata e costante censura al popolo siriano.

I firmatari di questo appello,

Rifiutano qualunque forma di intimidazione contro i giornalisti, i mediattivisti e le organizzazioni di media, qualunque sia il pretesto, il contesto o la fazione che la porta avanti. Le libertà di stampa e di espressione sono diritti umani inalienabili. Qualunque violazione di questi diritti universali è da condannare e contrastare.
Ci appelliamo all’intera società civile siriana, alle istituzioni politiche, ai gruppi di media perchè facciano uno sforzo tangibile per denunciare queste pratiche, per opporvici e per proteggere i media da questi pericoli. Chiediamo l’immediato rilascio di tutti i giornalisti ed i mediattivisti, qualunque gruppo li detenga. Chiediamo inoltre ai media internazionali ad alle organizzazioni che difendono la libertà di espressione di unirsi a noi con iniziative rilevanti per aiutare a garantire la sicurezza dei giornalisti e la libertà d’espressione in Siria.

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