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19 settembre 2014

L’ebola è una minaccia alla pace e alla sicurezza

Per la seconda volta nella sua storia, il 18 settembre 2014 il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha adottato una risoluzione per affrontare un’emergenza sanitaria. Secondo l’Onu l’epidemia di ebola è infatti una minaccia alla pace e alla sicurezza internazionale e il mondo deve affrontarla mettendo a disposizione operatori sanitari, ospedali da campo e forniture mediche.

Solo in occasione della pandemia di hiv/aids il Consiglio di sicurezza aveva lanciato un appello del genere. La responsabile delle Nazioni Unite per la sanità, Margaret Chan, ha detto che “il virus ebola ci ha travolti” ed è tempo di fermarlo. “È la sfida più grande che le Nazioni Unite e le sue agenzie hanno mai dovuto affrontare in tempo di pace”. Il segretario generale, Ban Ki-moon, ha aggiunto che le vittime del virus raddoppiano ogni tre settimane e ha chiesto lo stanziamento di almeno un miliardo di dollari in sei mesi per affrontare l’emergenza.

In Sierra Leone il governo ha indetto un coprifuoco di tre giorni per cercare di limitare i contagi e favorire il lavoro degli operatori sanitari: sei milioni di persone sono confinate in casa dal 19 settembre mentre 30mila volontari vanno porta a porta in cerca di malati o di morti nascosti nelle case. La mossa del governo è stata criticata da alcuni perché rischia di creare panico e sfiducia verso i medici.

In Guinea, invece, sono stati trovati i corpi di tre giornalisti e cinque inviati governativi che facevano parte di una delegazione mandata nel villaggio di Womé, nel sudest del paese. Le persone, scomparse da alcuni giorni, dovevano sensibilizzare e informare la popolazione sulle modalità di trasmissione del virus, ma erano state accolte con lanci di pietre ed erano state costrette alla fuga. Qualcuno è riuscito a raggiungere la città più vicina, Nzérékoré, mentre di nove persone si erano perse le tracce.

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