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ottobre 20, 2014

Otto anni di resistenza ad Al Ma’sara: voci e corpi in Palestina.

Lo scorso venerdì abbiamo partecipato alla manifestazione per l’Ottavo Anniversario di Resistenza dei Comitati Popolari di Al Ma’sara, un villaggio di circa 800 abitanti a pochi chilometri a sud di Betlemme. Nella zona sono presenti circa 16 insediamenti illegali israeliani in continua espansione.

I Comitati Popolari portano avanti una forma di resistenza nonviolenta dal basso su base comunitaria, seguendo la tradizione della Prima Intifada. Lottano contro l’occupazione israeliana in varie forme: marce, scioperi, manifestazioni, azioni dirette, campagne legali e supportano la campagna di boicottaggio, disinvestimento e sanzioni (BDS).

Ogni venerdì a Ma’sara si svolge una marcia di protesta nonviolenta con lo scopo di raggiungere l’entrata del vicino settlement di Efrata cosiì da impedire l’entrata dei coloni. Per questo l’esercito israeliano chiude la strada di uscita del villaggio e dichiara l’area zona militare chiusa vietando il passaggio dei manifestanti.

Il corteo, composto da rappresentanti dei Comitati Popolari, giovani palestinesi, attivisti internazionali e israeliani, e’ partito dal Centro Culturale Al-Shomh , ha attraversato tutto il villaggio fino a quando, in prossimità della strada di accesso alla colonia, e’ stato bloccato da un cordone di soldati dell’IDF. A questo punto i manifestanti si sono trovati, come succede ogni venerdì, faccia a faccia con i militari e hanno tentato di forzare il blocco e andare oltre il cordone. I pochi che sono riusciti a passare sono stati inseguiti, strattonati e riportati di forza tra gli altri manifestanti.

La caratteristica delle manifestazioni ad Al Ma’sara e’ il contatto diretto con i soldati, che ai nostri occhi apparivano quasi adolescenti, a tratti innervositi, freddi e arroganti. In questo contesto i manifestanti, rivendicando il loro diritto alla libertà contro l’occupazione, tentano di instaurare un dialogo con i militari che non rispondono, ridacchiando tra loro. La situazione diventa surreale quando i soldati mostrano un foglio totalmente illegale che darebbe loro il diritto di arrestare i manifestanti per il blocco della strada.

In Palestina le proteste dei Comitati Popolari assumono forme molto diverse a seconda dei contesti. Nel caso di Kufr Qaddoum assistiamo ad uno scontro diretto tra militari armati di proiettili, lacrimogeni e mezzi blindati contro i corpi degli shebab che lanciano pietre. Dall’altra parte ad Al Ma’sara vediamo un confronto che si esplica su un piano diretto ma verbale tra soldati e manifestanti. Sebbene possano sembrare due forme di protesta molto diverse, le costanti rimangono la palese asimmetria di potere tra le parti in gioco e il sostanziale approccio nonviolento da parte dei manifestanti.

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