Fonti:
Vesti
Novaja Gazeta
DNR Today
Le Monde Russe
SitoAurora
Reseau International
2 settembre 2014

Le ragioni del successo della controffensiva di Novorossija
Traduzione di Alessandro Lattanzio

Le forze armate dell’Unione delle Repubbliche Popolari di Novorossija hanno liberato ieri sera l’aeroporto di Lugansk, circondato Ilovajsk, preso il controllo di quasi tutto il confine con la Russia (il valico di frontiera di Novoazovsk è stato preso il 30 agosto), circondato la capitale del Donbas meridionale, Marjupol. La controffensiva di questa settimana è un successo clamoroso, dovuto a due fattori:

1.    L’atteggiamento di Kiev verso il convoglio umanitario russo
Infatti, le tattiche dilatorie del governo “ucraino” per bloccare il convoglio russo al confine ha portato il governo russo ad ordinarne il passaggio per salvare Lugansk e Donetsk dal disastro umanitario, convincendo Vladimir Putin a far passare i volontari russi bloccati durante la seconda metà di agosto al confine russo verso Novorossia, in vista dei negoziati di Minsk, istituendo una zona di sicurezza umanitaria e facilitando l’erogazione degli aiuti russi. Infatti, era convinzione di Putin che le truppe di Kiev ricorressero al blocco e al disastro umanitario per piegare la popolazione locale e spingere la resistenza ad evacuare le città per evitare sofferenze alle popolazioni civili, come nel caso di Slavjansk.

2.   2. Il cambio nella leadership dei governi delle RP di Lugansk e Donetsk
Alla fine di agosto, i cambiamenti nella leadership della Repubblica popolare di Donetsk e della Repubblica popolare di Lugansk davano i primi risultati. Infatti, le nuove élite locali emerse dal conflitto sono andate al potere al posto degli specialisti russi:
– Aleksandr Zakharchenko ha sostituito il cittadino russo Aleksandr Borodaj come Presidente del Consiglio dei Ministri di Donetsk;
– Igor Plotnitskij ha sostituito Valerij Bolotov a capo della Repubblica e il cittadino russo Marat Bashirov a Primo ministro in Lugansk.
Questi due nuovi leader hanno molto in comune:
– Sono figli del Paese in cui sono nati, il Donbas, dove sono cresciuti ed hanno lavorato;
– Sono ex-imprenditori ed ufficiali: Zakharchenko ha diretto un’azienda elettrica (iniziando come elettricista nelle miniere di carbone) e poi fu ufficiale della polizia di Donetsk; Plotnitskij era grossista di prodotti petroliferi e possedeva un stazione di servizio a Lugansk (1996-2004) prima di divenire nel 2004 Vicecapo dell’Ispettorato Regionale per la difesa dei diritti dei consumatori di Lugansk;
– Sono i comandanti delle unità più combattive e disciplinate delle loro repubbliche. Plotnitskij era comandante di un reggimento d’artiglieria nell’esercito sovietico (1982-1991) ed è a capo del Battaglione di Liberazione Popolare “Zarja” (Alba) e Zakharchenko era a capo del battaglione “Oplot“;
– Sono i rappresentanti della sinistra della Novorossia: il battaglione di Plotnitskij usa ampiamente simboli sovietici ed è vicino ad Arsen Klinchaev (attualmente agli arresti domiciliari a Kiev) e all’organizzazione “Guardia di Lugansk”, sezione locale dell’ala sinistra del Partito delle Regioni. Quanto a Zakharchenko, era il leader della sezione locale del movimento politico-sportivo di Kharkov “Oplot“, guidato dall’ex-agente di polizia Evgenij Zhilin, in prima linea nella battaglia anti-Maidan a Kiev (dove era un efficiente ausiliario di “Berkut“), molto vicino al Governatore di Kharkov ed attuale leader “duro” filo-russo del Partito delle Regioni Mikhail Dobkin, difendendo un’ideologia antifascista intransigente (Oplot era nota per i suoi scontri ricorrenti con gli attivisti del partito “Svoboda” e dell’organizzazione neo-fascista “Patrioti ucraini”), e promuovendo la storia e i valori sovietici.
Senza dubbio, questi nuovi leader sapranno motivare le truppe ed imporre un unico comando alle varie milizie, rimuovendo personalità assai tendenti al conservatorismo monarchico russo come lo stesso Igor Strelkov, ex-ministro della Difesa della RP di Donetsk, ufficialmente “in vacanza” da un mese. Inoltre, hanno lavorato alla strutturazione dello Stato, ripristinando l’ordine pubblico sul territorio nel modo più duro: creando corti marziali che condannano alla pena capitale ogni soldato colto a rapinare. Nel riordino sono stati aiutati dai dirigenti della Transnistria (come il Generale Antjufeev, ex-ministro della Sicurezza dello Stato della Transnistria e Vicepresidente del Consiglio dei Ministri della RP di Donetsk, responsabile dell’ordine), con esperienze in tale tipo di conflitti.

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