La Voce della Russia
15 maggio 2014

I lituani non sono felici alla prospettiva dell'euro
di Tatiana Golovanova

In Lituania si è scoperto che il parere dei cittadini è contrario ai piani del governo. Secondo recenti sondaggi, i cittadini hanno dichiarato di non volere l’euro ma di volere la familiare Lira lituana.

Anche l'anno scorso, il 49% dei cittadini si era detto contrario, ora più della metà dei cittadini, il 56%, è contro l’euro. Non è poco per un paese il cui governo sta rapidamente correndo verso la zona euro, affrettandosi ad entrare entro l'inizio del prossimo anno. Al secondo tentativo. In precedenza, nel 2007, c’erano stati discorsi forti sulla necessità dell' introduzione dell'euro. Ma non ci sono state le possibilità. Si è dovuto lasciare a metà e combattere contro un’inflazione senza precedenti del 17%. Poi la Lituania ha gestito tutto.

Ora è evidente che non c’è più il desiderio. La zona euro, al contrario, ha bisogno della Lituania. Portarla nell’eurozona e darle tutti i problemi del debito. E perché non dovrebbe essere così, nella zona euro è diventata la regola: tutti gli inquilini devono pagare per i problemi altrui. La Germania, uno dei principali donatori, è stanca di essere la sola a mantenere tutti. L’Estonia e la Lettonia hanno sperimentato la bellezza della moneta unica sui cartellini dei prezzi nei negozi, nelle stazioni di benzina e dal parrucchiere. Guardandoli, i lituani hanno deciso di non avere fretta con l'euro. Ma il governo li ascolterà? Dopo tutto, è già stato deciso.

E la legge è approvata. Tutto va secondo i piani, molto simili a quelli dei lettoni. Lì, quando l'euro era già all'orizzonte ed i negozi erano pronti a scrivere i nuovi prezzi, non erano molti coloro che volevano l’euro. Più precisamente, era una minoranza, il 40%. Gli altri non volevano perdere la corazza comoda e costosa. Riga ha ascoltato il parere della popolazione, ma ben più importante era il parere di Bruxelles.

Qualcosa ci dice che le autorità lituane non hanno ascoltato i molti cittadini. Ma i cittadini sentono ciò che accade negli altri paesi dell'UE come la Repubblica Ceca e la Croazia. Da un lato, dichiarano il loro desiderio. Hanno deciso di osservare come si può cambiare i soldi senza dover poi pagare a caro prezzo. Avendo degli esempi eclatanti davanti a loro. Ormai quasi nessuno scommette che la Grecia potrebbe salvare la propria economia e potrebbe proteggersi dalla crisi, anche se non si affrettasse dietro l’eurozona. Atene non avrebbe dovuto prendere soldi in prestito e tagliare posti di lavoro. La Lituania si ricorda anche questo esempio o almeno se lo ricordano i cittadini comuni.

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