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21 luglio 2014

I misteri del volo Malaysia Airlines

La destinazione dei corpi ritrovati e sballottai da cinque giorni su un treno e il materiale che potrebbe appartenere alle scatole nere. I grandi misteri dell’aereo malese colpito in Ucraina

A cinque giorni quasi dal disastro, giovedì 17 giugno, le spiegazioni su cosa sia accaduto all’aereo malese che stava sorvolando i cieli dell’Ucraina diretto a Kuala Lumpur invece che sciogliersi, si aggrovigliano e diventano sempre meno chiare.

Dove sono e quanti sono i corpi recuperati?
Non lo sa nessuno. E mentre aumentano sconcerto e rabbia in tutto il mondo per il trattamento riservato ai corpi delle vittime della sciagura, la missione Osce, accompagnata da un gruppo di ribelli pesantemente armati e nervosi, è riuscita a verificare la presenza di gran parte dei corpi delle vittime della sciagura su un treno alla stazione della città di Torez, diverse miglia distante dal sito della tragedia. I corpi hanno occupato tre carrozze del treno, apparentemente refrigerate.

Ma gli ispettori Osce non hanno potuto verificare il loro numero. “Abbiamo monitorato il sito in cui si trovano ora i corpi, che vengono refrigerati all’interno di tre vetture”, ha riferito Alexander Hug, vicecapo della missione, aggiungendo che purtroppo non è stato possibile contare i corpi, “sarebbe troppo difficile in questa situazione”. E se è un altro mistero quello del numero dei corpi caricati sul treno, su cui i separatisti si sono rifiutati di rispondere, lo è anche la loro destinazione. Fonti dei ribelli hanno parlato di una prima tappa a Donetsk. Altri hanno indicato come meta Kharkiv. Ma per il momento non vi sono certezze. Il macchinista ha assicurato di non avere ancora la minima idea di dove dovrà condurre il convoglio con il suo carico di morte e orrore.

La questione delle scatole nere

I separatisti hanno trovato materiale che potrebbe provenire dalle scatole nere dell’aereo malese precipitato in Ucraina. A renderlo noto uno dei loro leader, Alexandre Borodai, aggiungendo di essere pronto a consegnarlo agli esperti internazionali incaricati delle indagini, perché i ribelli “non hanno specialisti e non si fidano di quelli ucraini”. Il materiale, ha specificato, si trova a Donetsk.

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